Ravello Lab è un colloquio internazionale promosso dal Centro Universitario Europeo per i Beni culturali e da Federculture. Negli anni ha prodotto innovative misure diventate azioni nazionali, quali il programma delle “Capitali italiane della cultura” e il “Fondo Progettualità culturale”.
Questo undicesimo, articolato in due panel, ha trattato dei modelli di gestione (a partire dai siti UNESCO) e dell’audience development per i beni e i servizi culturali.
Italia Nostra, con Adriano Paolella, ha partecipato al primo gruppo, il cui key-note speach è stato affidato a Pietro Petraroia, nostro vicepresidente, che ha inquadrato le norme italiane in rapporto con la Convenzione di Faro (2005) e le linee guida UNESCO.
Abbiamo così presentato le nostre esperienze di gestione di beni culturali e paesaggistici; in particolare, il caso dell’Eremo di Santo Spirito nella Majella e del sistema eremitico connesso alla figura di Celestino V.
Il nostro metodo ha riscosso vivo interesse, perché adatto a territori delle aree interne che, sebbene in disparte dai grandi attrattori turistici, vogliono valorizzare importanti complessi monumentali, tendendo alla sostenibilità economica grazie all’attivazione delle comunità locali.
Italia Nostra, nella linea di Umberto Zanotti Bianco, afferma infatti – e dimostra – che è possibile la buona conservazione dei beni culturali, valorizzandoli culturalmente nel quadro delle politiche di sviluppo locale ed inclusione sociale, con l’orientamento agli interessi comuni e grazie alla partecipazione attiva dei cittadini: un modello che vogliamo far conoscere e arricchire con ulteriori sperimentazioni.
di Pietro Petraroia