Si pubblica il documento che la sezione di Italia Nostra Cosenza ha consegnato al capo gabinetto del Ministro nel corso dell’incontro tenutosi il 18 febbraio presso la prefettura di Cosenza ed inerente le proposte per il centro storico
Per una nuova “visione” della città storica necessita il superamento dell’isolamento tecnico del centro storico: il centro storico non è un elemento “esterno” dal resto della città, di conseguenza le regole e la disciplina che ha da sempre considerato il centro storico come qualcosa di differente è intervenuta con strumenti che lo assimilavano ad un “oggetto” avulso dalla città contemporanea.
A partire dagli anni ottanta si è fatta strada la concezione secondo cui la “città antica” diventi occasione per riqualificare la città contemporanea effettuando una sorta di ponte tra la città “nuova” e la città del passato, non agendo più settorialmente e non considerando il Centro Storico come un monumento unitario da preservare senza farlo dialogare con la città contemporanea.
La Carta di Gubbio del 1990 (Bozza – proposta per il Congresso ANCSA Gubbio, 26-28 ottobre 1990) al punto 3 cita: “Il riconoscimento dei valori del patrimonio storico deve essere il punto di partenza per il Progetto della città esistente: un progetto capace di integrare Centro Storico e periferia, città e territorio, attraverso metodologie unitarie ed integrate di riqualificazione”.
Questa citazione esprime molto chiaramente una nuova linea interpretativa modificando l’approccio operativo in merito al riuso e alla riqualificazione dei Centri Storici. Un approccio di riqualificazione urbana che indica come obiettivo la “città esistente”, di conseguenza gli strumenti attuativi e procedurali devono essere riconfigurati in un’ottica integrata e non settoriale… (continua a leggere il documento dell’arch. Carlo de Giacomo: Centro Storico Cosenza_18febbraio19 (1))