Italia Nostra

Data: 16 Gennaio 2020

Fermiamo la crisi del centro storico di Massa

In questo giorni si è tornato a parlare della crisi del Centro Storico in assemblee pubbliche con amministratori cittadini, associazioni e commercianti senza per altro riuscire a proporre nulla di nuovo o di positivo. Pertanto la nostra Associazione, nata dopo la II guerra mondiale proprio per contrastare i progetti sbagliati che stavano emergendo nel periodo della ricostruzione: il rischio era quello di distruggere ciò che rimaneva del centro antico delle città e di ricostruire, tutto dal nuovo, piuttosto che restaurare. È stato, soprattutto, grazie a Italia Nostra che si è introdotto il concetto di centro storico come bene “unitario”, da tutelare in maniera totale e non da considerare monumento per monumento. Questo ha portato a un’idea di tutela che, ancora, oggi ci permette di godere dei tanti centri antichi, piccoli o grandi che siano, che costellano l’Italia. Ma le minacce sono ancora molte e Italia Nostra continua a vigilare, non solo contro il concetto di “ricostruire piuttosto che restaurare” che ha determinato , da circa 50anni, una nuova crisi del centro storico generata dallo spopolamento abitativo e dall’abbandono di moltissime attività commerciali storiche medie e piccole, a seguito dell’introduzione massiccia di “centri commerciali” costringendo di fatto all’abbandono del sistema economico esistente.

LOCALI STORICI DEL CENTRO DA PROTEGGERE:

Premesso quanto sopra, prendendo come esempio Massa ma il fenomeno è generalizzato, occorre segnalare che esistevano fino a poco tempo fa vari antichi negozi di alimentari, che permettevano di fare piccole spese giornaliere in particolare alle persone anziane e, ancora, locali con attività di bar, pasticcerie, farmacie, cartolerie, etc, luoghi di incontro: ebbene l’Amministrazione dovrebbe, secondo noi, organizzare una commissione tecnica-storica per creare una lista di locali da proteggere e agevolare in quanto sostenitori della vita economica e sociale del nostro centro storico agevolandone l’attività, in particolare con la concessione di permessi specifici. Con riferimento ad attività commerciali e artigianali che hanno almeno un’attività storica documentata. Le tipologie previste dalla normativa sono: Negozi storici e Insegne storiche e di Tradizione; eseguita questa ricerca le unità possono ottenere il riconoscimento e l’iscrizione all’apposito registro dei Negozi Storici. Alcune regioni riconoscono di partecipare ai bandi di finanziamento una volta iscritti nel registro Storico.

                                                                            LA RICHIESTA:

La nostra proposta per fermare il degrado del Centro Storico è semplice: oltre a promuovere il registro dei negozi storici ci vorrebbe attenzione all’urbanistica con un nuovo piano dei parcheggi e uno studio per trovarne di nuovi intorno al centro storico, per esempio in Via delle Mura Sud zona Villa Massoni (ricordiamo l’offerta di un lotto di terreno da parte di Casonato) o in Puccini ex Borgo Ducale. Un piano sulla mobillità compatibile con la ZTL. Poi incentivare l’insediamento abitativo e commerciale, agevolare al massimo gli investimenti e le ristrutturazioni rendendo i richiedenti in grado di superare le nuove disposizioni di legge che di fatto rendono problematica l’attività pubblica anzi in molti casi la bloccano del tutto. Il Cento Storico deve tornare ad essere un posto amato, benvoluto e vissuto, immerso in una serena tranquillità, con strade e case pulite, poco traffico automobilistico e rumori molesti.

LA CARTA DI GUBBIO

La Carta di Gubbio è l’esito della dichiarazione finale approvata nel 1960 durante il Congresso Nazionale svolto nella città umbra. Essa riconosce l’importanza nazionale dei problemi che riguardano i centri storici e ritiene urgente procedere con la ricognizione e classificazione degli insediamenti di valore storico-ambientale e delle zone che devono essere salvaguardate e risanate, quale premessa allo stesso sviluppo della città moderna. La carta prevede, inoltre, che vengano disposti i vincoli di salvaguardia e la sospensione di ogni intervento edificatorio, in attesa della predisposizione di Piani di Risanamento Conservativo. Importanti sono le modalità operative del documento, che rifiuta i criteri del ripristino e delle aggiunte stilistiche, della demolizione di edifici anche modesti e non ammette che vi siano diradamenti del tessuto, isolamento dei monumenti, nuovi inserimenti in ambiente antico come azioni isolate non inserite in un quadro complessivo di trasformazioni urbanistiche.

IL Presidente

Bruno Giampaoli

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