Italia Nostra

Data: 31 Ottobre 2023

La Fermata della Metro C a Piazza Venezia.

La Metro C di Piazza Venezia servirebbe, pare, alla diffusione della cultura e intanto si distrugge la meravigliosa biblioteca di Palazzo Venezia, che funzionava a meraviglia, vanto di Roma. L’una e l’altra cosa non sono disgiunte! La Piazza e il Palazzo sono legati insieme da una politica culturale dettata dalle mode.

 

Il passato viene ridotto a quinta secondaria, in un’insensata competizione internazionale alla stazione più glamour, per realizzare una reception turistica sottoterra al centro storico di Roma. Qualcuno l’ha già definita il “piccolo Louvre romano”. I numeri sono sconvolgenti: 48 metri di profondità; 4.000 mq di area occupata; 8 livelli di piani interrati; circa 500.000 metri cubi di materiale scavato; 27 scale mobili. Tra le cose previste vi è anche lo smontaggio di un complesso archeologico pluristratificato, muro dopo muro, pietra su pietra, e la successiva ricostruzione sopra il solettone di cemento armato che chiuderà i tunnel. Questa opera darebbe vita ad una archeostazione: “I treni correranno nel cuore di Roma antica” – recita la propaganda dei costruttori – in un nuovo “paradigma” tra archeologia e infrastruttura, che mette così “in luce” il passato.

 

Un passato che più che “grande bellezza” diventa “grande mercificazione”, generata dal decisivo colpo in favore di una suicida politica turistica che consegnerà definitivamente il luogo simbolico della città ai flussi “guarda e fuggi”, allontanando ulteriormente i cittadini romani dal centro storico.

 

Anche la Biblioteca di Palazzo Venezia, l’ultimo avamposto di una fruizione civica, celebre luogo di studio fondato e voluto da Benedetto Croce. Frequentato da studenti, studiosi e cultori della città, sarà cancellata. Per lei è previsto un nuovo sito in Via della Dataria, in un palazzo residenziale, utilizzato un tempo dal Quirinale e recentemente “sbolognarlo” al Ministero della Cultura. Grazie ad un progetto dell’immancabile Archistar di turno, dovrebbe “miracolosamente” accogliere le collezioni che intanto, da quasi 10 anni non sono più state aggiornate e giacciono il totale abbandono. Contenuto e contenitore, unità inscindibili, non sono però separabili. Solo l’ignoranza può mancare di cogliere l’unicità delle straordinarie balconate e delle ebanisterie fatte fare da Pietro Toesca nel 1945, la luminosità dei grandi finestroni, i tavoloni dell’arredo raffinato e le ordinate scaffalature cosparse di volumi preziosi. Tutto per fare spazio alla caffetteria e ad altri servizi commerciali.

QUID ERGO

 

Basterebbe forse che per la metropolitana ci si limitasse ad una semplice stazione di arrivo e partenza per cui sarebbero sufficienti appena tre anni, invece dei dieci previsti che tuttavia potrebbero essere venti. Costerebbe la metà dei 700 milioni previsti invece che le solite quadruplicate sommatorie realizzate. Che senso ha tutto questo? Se non, come la celebre espressione latina ci insegna: una ostinata, grande e inevitabile MENTULATA!?

 

Intanto, bisognerà riaprire la via dei Fori Imperiali al traffico delle automobili per chissà quanti anni, con conseguente depositare di scorie delle combustioni degli autoveicoli sui monumenti appena adesso salvati dalle alterazioni delle superfici marmoree.

 

Italia Nostra

 

Video interviste 

Piazza Venezia e Palazzo Venezia a Roma: tutelare l’unicum culturale del centro storico di Roma – YouTube

Trasferimento della Biblioteca di Palazzo Venezia in Via della Dataria. – YouTube

Metro C a Piazza Venezia: le criticità dell’attraversamento sotterraneo del centro storico di Roma – YouTube

 

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