Le campagne

Data: 4 Novembre 2020

Sito archeologico di Megara Hyblaea: segnalazione per la lista rossa

Indirizzo/Località: Contrada Megara Giannalena – Augusta (Siracusa)

Tipologia generale: sito archeologico

Epoca di costruzione: anno di fondazione 728 a.C.

Uso attuale: zona archeologica in grave stato di abbandono e mancanza di qualsiasi valorizzazione

Uso storico: antica colonia greca di età arcaica, poi romana. Nel 1867 i lavori di sbancamento per la costruzione della ferrovia Catania-Siracusa tagliarono in due il sito archeologico nella parte delle fortificazioni e in parte dell’abitato. Gli scavi condotti nel 1891 degli archeologi francesi Georges Vallet e François Villard portarono alla scoperta della parte settentrionale della cinta muraria nord-occidentale, che in parte serviva da terrapieno contro le alluvioni: apparentemente era più evidente al tempo di Filippo Cluverio, di una vasta necropoli, di cui sono state esplorate circa 1500 tombe, e di un deposito di oggetti votivi da un tempio. La città era lambita a nord dal porto ed aveva una necropoli contenente circa un migliaio di tombe.

Condizione giuridica: Regione Siciliana – Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana – Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana

Segnalazione: del aprile 2020 – segnalazione delle Sezione di Augusta di Italia Nostra – augusta@italianostra.org

 

Motivazione della scelta

Megara Hyblaea è un luogo  di straordinaria importanza nella panoramica dei siti archeologici della Sicilia. Antica colonia greca nei pressi della città di Augusta, fondata dai megaresi nel 728 a.C., è citata da diversi storici greci quali Erodoto e Tucidide.

Sul sito sono visibili diverse zone dell’antica colonia risalenti sia all’età arcaica che all’età ellenistica, quali ad esempio l’agorà, l’heroon, i bagni ellenistici e i resti delle mura di cinta.

Già presente nella prima campagna nazionale di Italia Nostra sui beni in pericolo del 2011, il sito presenta diverse criticità:

  • vicinanza agli impianti industriali (soprattutto del Polo petrolchimico siracusano costruito nel 1949);
  • una endemica assenza di finanziamenti, che impediscono la valorizzazione dell’area e la sua piena fruibilità;
  • quindi una radicata carenza di manutenzione;
  • la mancanza di finanziamenti non fanno decollare sistematiche e supervisionate campagne di scavo;
  • assenza di coinvolgimento delle comunità locali nella valorizzazione del sito.

In una parola: abbandono.

 

BREVE PERCORSO DEL RECUPERO IMMAGINATO PER LA MAPPA DEL RECUPERO

L’idea di Italia Nostra è quella di realizzare:

  • un tour in realtà aumentata mediante l’utilizzo di visori, tablet e smartphone che consentano al visitatore di vedere gli scavi e al tempo stesso la città ricostruita;
  • una guida multilingue;
  • una nuova cartellonistica da collocarsi lungo tutto il percorso con punti informativi;
  • il recupero dell’antiquarium che conserva diversi reperti archeologici del sito in questione.

La zona archeologica richiede inoltre una frequente e scrupolosa cura su tutta l’area ed un restauro dei muri danneggiati dalle intemperie.

 

RIFERIMENTI STORICO-BIBLIOGRAFICI

Pausania, Erodoto, Tucidide e Scimno di Chio scrivono in particolare circa l’origine del nome della colonia, la provenienza dei coloni e il loro insediamento lungo le coste siracusane.

 

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