LISTA ROSSA ITALIA NOSTRA

Il ciclo alchemico dei soffitti lignei dipinti dell’ex Convento di S. Francesco ad Agnone

Autore segnalazioneItalia Nostra Campobasso
Data aggiornamento05/04/2023
Denominazione beneIl ciclo alchemico dei soffitti lignei dipinti dell’ex Convento di S. Francesco ad Agnone
RegioneMolise
ProvinciaIsernia
ComuneAgnone
Indirizzo di georeferenziazione (da Google MAPS) 41.80575106692471, 14.365445396980471
CategoriaBeni culturali
Categoria specialistica bene culturaleCiclo pittorico su soffitto ligneo
Inserire immagine Parte-del-dipinto.jpg
Descrizione immagineParte del dipinto
Inserire immagine Dipinto-in-degrado-Soffitto-ligneo-del-Convento-di-S.-Francesco-Agnone-IS.jpg
Descrizione immagineDipinto in degrado- Soffitto ligneo del Convento di S. Francesco- Agnone (IS)
Inserire immagine Portale-del-Convento-di-S.-Francesco-Agnone-IS-1.jpg
Descrizione immaginePortale del Convento di S. Francesco- Agnone (IS)
Descrizione generale del bene

Il ciclo pittorico con evidenti simboli alchemici si trova su alcuni soffitti lignei dell’ex Convento di San Francesco ad Agnone (IS), antica città sannita, detta la Atene del Sannio per aver dato nell’800 un alto numero di menti colte: medici, filosofi, giuristi e teologi, nota per le sue famose campane realizzate dalla Pontificia Fonderia Marinelli (1000).


Il Convento, la cui prima struttura risale al 1343, è attiguo alla chiesa omonima con la quale forma un unico corpo ed ha una pianta articolata a corte con un chiostro. Esso è stato sede dei Frati Minori Conventuali fino alla fine del 1700; l’edificio, soppresso nel 1807, riattivato nel 1824, è stato incluso tra i beni del Demanio nel 1866 e ceduto al Comune. Il palazzo, ristrutturato tra la fine degli anni 80 e la prima metà degli anni 90, si svolge su due piani.


La muratura portante è in pietra intonacata, la copertura a falde in parte raccordate a padiglione, con struttura lignea, il manto è in coppi di laterizio. Nell’insieme l’edificio ha intatta la sua struttura barocca, ha un bel portale roccocò, con chiave di volta su cui è incisa la scritta: ERECTUM FUIT DIE  X/ MENSIS  APRILIS/ ANNO  D. 1769, dal quale si accede al chiostro, al centro del quale si trova un bellissimo pozzo e lungo il porticato vi sono lunette affrescate di scuola napoletana, che raccontano storie di vita e miracoli di San Francesco e S. Antonio di Padova; in alto al portale vi è scolpito uno stemma di tipologia religiosa. Il piano rialzato si caratterizza per il suo magnifico corridoio lungo il quale si trovano quelle che un tempo erano le stanze dei frati, riccamente lavorate con stucchi. In parte di queste stanze vi sono soffitti lignei della seconda metà del XVIII sec. dipinti a tempera con “sorprendenti ed enigmatiche scene”. Il Prof. Mino Gabriele, Università di Udine, che ha condotto approfonditi studi sul ciclo pittorico dei soffitti lignei del Convento, in un suo saggio dal titolo  “IL DRAGO CHE NON MUORE MAI” - Il ciclo alchemico dei soffitti lignei dipinti del convento di San Francesco ad Agnone- scrive:                                                                              

  “Basta salire le scale al primo piano del Convento di San Francesco ad Agnone, oggi sede della Biblioteca Comunale, per rimanere affascinati da quattro controsoffitti lignei della seconda metà del XVIII secolo dipinti a tempera con sorprendenti ed enigmatiche scene: ornano altrettante sale e, una dopo l’altra, mostrano l’immortale dragone che si rivela sotto vari aspetti: avvolge tra le spire una fanciulla nuda, si morde la coda attorno a un albero, viene impugnato come una lancia in resta da una regina, è innalzato trionfalmente dalla stessa sovrana.  Il mostruoso serpe cifra ogni scena, narrata dalla mano di un abile illustratore, ponendo non pochi problemi interpretativi sulla sua presenza presso i Frati Minori e sul senso e l’origine di così singolare sequenza simbolica. I quattro plafonds istoriati, è bene sottolinearlo, costituiscono l’unica, eccezionale e inedita testimonianza di iconografia alchemica francescana giunta fino a noi.”

Attualmente la struttura è sede della Biblioteca comunale e della Biblioteca “B. Labanca” dal nome del suo fondatore nel 1911, insigne filosofo agnonese; in essa sono conservati volumi rarissimi come un’antica copia dell’Opera Omnia di Platone; inoltre, nell’ex refettorio è ospitata la sala del Consiglio comunale.
Presenza di elementi di pregioSi tratta di soffitti, che per l’ampiezza del ciclo e ricchezza iconografica costituiscono l’unica, eccezionale e inedita testimonianza iconografica alchemica francescana, un originale e spettacolare documento giunto fino a noi.

La Chiesa di San Francesco, che fa parte del complesso monastico, è stata dichiarata Monumento Nazionale nel 1926 dalla Regia Soprintendenza all’Arte medioevale e moderna degli Abruzzi. Una lapide murata, posta sulla parete sinistra del portale d’ingresso indica la data (1343) della sua costruzione. Il portale gotico ad ogiva è elegantemente intarsiato, su di esso insiste un ampio rosone decorato con foglie d’acanto, sormontato da una semi cornice a doppi dentelli. Nel XVII e XVIII sec. sono state apportate varie modifiche. L’impianto della chiesa è a croce latina con cappelle laterali e transetto sormontato da una cupola a tamburo costruita agli inizi del XVIII sec, mentre il campanile, che ha la parte finale in ferro battuto, risale alla seconda metà del XVII sec, alla sua sommità è stato ricollocato alla fine del XIX sec. l’orologio cittadino. L’interno della chiesa è riccamente decorato. Sulla volta vi sono affreschi di Paolo Gamba, celebre pittore molisano; sull’altare dell’Assunta una pala attribuita alla scuola del Beato Angelico; un altro altare, dedicato a S. Crispino è un trionfo del barocco.

Interesse culturale del bene (c.d. vincolo)
Tipo interesseIl Convento è sottoposto a tutela ai sensi :

  • n.1089/1039 art.1 e 2 nel 10- 12 1990

  • n.1497/39 nel 27-11 -1975


Estensione del vincolo all’intero territorio comunale.
Interesse pubblico del beneNei primi anni del 2000 tre dei 4 soffitti  dipinti, che costituiscono il ciclo alchemico, sono stati restaurati, preservandoli dalle infiltrazioni  di acqua provenienti dal tetto, che è stato riparato.  Il  4° soffitto non è stato interessato dai lavori di restauro  per esaurimento dei fondi ed i dipinti si mostrano in uno stato di avanzato deterioramento per la presenza di macchie di umidità. Se ancora trascurati, rischiano di scomparire definitivamente, per cui è necessario intervenire il più presto possibile.
Riferimenti Bibliografici-Gianbattista Masciotta- Il Molise-Dalle origini ai nostri giorni -III vol. pp. 33-59   Lampo 1988

- Scheda ICCD 14144384  Catalogo dei Beni Culturali del 1993 aggiornata 2019

-Saggio “Il drago che non muore mai” in “Il primo giorno del mondo” di Mino Gabriele- Ed. Adelphi- novembre 2016
Stato di conservazionePessimo
Motivazioni del degradoSuperficiali (umidità)
Descrizione dello stato di conservazioneNei primi anni del 2000 tre dei 4 soffitti  dipinti, che costituiscono il ciclo alchemico, sono stati restaurati, preservandoli dalle infiltrazioni  di acqua provenienti dal tetto, che è stato riparato.  Il  4° soffitto non è stato interessato dai lavori di restauro  per esaurimento dei fondi ed i dipinti si mostrano in uno stato di avanzato deterioramento per la presenza di macchie di umidità. Se ancora trascurati, rischiano di scomparire definitivamente, per cui è necessario intervenire il più presto possibile.
Funzione attuale del bene

Attualmente la struttura è sede della Biblioteca comunale e della Biblioteca “B. Labanca” dal nome del suo fondatore nel 1911, insigne filosofo agnonese; in essa sono conservati volumi rarissimi come un’antica copia dell’Opera Omnia di Platone; inoltre, nell’ex refettorio è ospitata la sala del Consiglio comunale. Lo stato dell’intero complesso è buono. 


Tre delle 4 sale interessate al ciclo pittorico sono accessibili, in quanto in esse è collocata la biblioteca “B. Labanca”, la quarta sala con i dipinti in deterioramento è inutilizzata.

Eventuali progetti finalizzati al recupero/riutilizzo:Ricerca di finanziamenti per un immediato recupero dei dipinti

Numerosi ricercatori ed accademici dall’Italia alle Antille, hanno aderito all’appello lanciato dal Prof. Gabriele “ con la consapevolezza che se non si interviene subito perderemo l'eccezionale monumento, che costituisce, tra l'altro, la testimonianza della nobile tradizione culturale e tecnica di Agnone, in riferimento alla lavorazione dell'oro, del rame e della fusione delle campane, di cui la città è stata ed è maestra."
E’ raggiungibile da una strada?
E’ possibile avvicinarsi?
E’ possibile accedere all’interno?
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