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L’Abbazia di Santa Maria della Ferraria o Ferrara a Vairano Patenora (CE)

Autore segnalazioneLa precedente segnalazione è avvenuta nel Luglio 2016 ad opera della Sezione di Caserta – caserta@italianostra.org
Data aggiornamento15/06/2021
Denominazione beneL’Abbazia di Santa Maria della Ferraria o Ferrara a Vairano Patenora (CE)
RegioneCampania
ProvinciaCaserta
ComuneVairano Patenora
LocalitàVerdesca
Indirizzo di georeferenziazione (da Google MAPS) 41.351622, 14.157382
CategoriaBeni culturali
Categoria specialistica bene culturaleMonastero, Rudere
Inserire immagine abbazia-smdferraria01.jpg
Descrizione immagineLe rovine dell' Abbazia di Santa Maria della Ferraria
Inserire immagine abbazia-smdferraria02.jpg
Descrizione immagineLe rovine dell' Abbazia di Santa Maria della Ferraria
Inserire immagine abbazia-smdferraria03.jpg
Descrizione immagineDettaglio dell'affresco conservato all'interno della Cappella di Malgerio Sorel
Descrizione generale del beneL’Abbazia di Santa Maria della Ferraria o Ferrara sorge alle pendici del Monte Castellone, a 170 m s.l.m. e a circa 3 km dall’attuale abitato di Vairano Patenora (CE).

Il complesso monastico, edificato nella seconda metà del XII secolo, può essere considerato come la prima filiazione dell’Abbazia di Fossanova all’interno dei territori appartenenti al Regno di Napoli e, in quanto appartenente all’Ordine Cistercense, è edificata sul modello di Chiaravalle.

In particolare, la sua costruzione iniziò nel 1171 su di un fondo donato ai monaci dal conte Riccardo de Sangro e la chiesa fu consacrata nel 1179 divenendo, per circa un secolo, un potente centro della vita religiosa presso cui soggiornarono personaggi quali Federico II di Svevia e il suo “valletto” Malgerio Sorel, che finì i suoi giorni proprio in questo luogo.

L’impianto, di cui ora rimangono i ruderi di alcune ali, si impostava, su una pianta quadrangolare, intorno ad un cortile e, sul suo fronte nord-ovest sorgeva proprio la già citata chiesa. Questa doveva avere un’impostazione tipologico-funzionale basata sulla presenza di tre navate concluse da un presbiterio a terminazione rettilinea su cui, in un secondo momento, fu impostato un’abside semicircolare. Dalla navata laterale destra si arriva, attraverso un corridoio, alla Cappella dello Spirito Santo, costruita alla fine del XIII secolo, in onore del già citato Malgerio Sorel, in cui si conserva, all’interno di una lunetta, un affresco commemorativo della sua morte raffigurante la Beata Vergine Maria con il Bambino, San Benedetto, San Bernardo di Chiaravalle e un gruppo di monaci, tra i quali si può riconoscere il futuro Celestino V, che proprio in questo luogo visse i suoi giorni da monaco.

Nel XIV secolo iniziò un lungo periodo di decadenza durato fino alla soppressione del Monastero agli inizi del XIX secolo, quando questo fu abbandonato dai monaci ed utilizzato come masseria da alcuni privati cittadini, fino alla sua completa dismissione.

Il complesso è in stato di abbandono e ciò che resta dell’Abbazia è un rudere, privo di coperture, quasi completamente ricoperto da vegetazione infestante e soggetto a gravi problemi statici. La porzione meglio conservata è la cappella di Malgerio Sorel, il cui importante affresco è stato restaurato pochi anni fa con il contributo della Banca Capasso Antonio S.p.A. di Alife, che rispose all’appello del Centro Studi sul Medioevo in Terra di Lavoro. Quest’ultimo, grazie anche all’appoggio di Italia Nostra, ha promosso, nel marzo 2020, l’inizio dei lavori di messa in sicurezza dell’intera cappella, con l’auspicio che possano essere il punto di avvio di una più ampia opera di restauro e valorizzazione che possa coinvolgere l’intero complesso.
Presenza di elementi di pregioIl complesso, ormai in stato ruderale, non presenta apparati decorativi di grande rilevanza, ad esclusione dell'affresco conservato nella cappella di Malgerio Sorel e raffigurante la Beata Vergine Maria con il Bambino, San Benedetto, San Bernardo di Chiaravalle e un gruppo di monaci, tra i quali si può riconoscere il futuro Celestino V, che proprio in questo luogo visse i suoi giorni da monaco.
Interesse culturale del bene (c.d. vincolo)
Tipo interesseIl bene presenta specifica "Dichiarazione di interesse culturale" (ID 213946) applicata il 26/08/1988 secondo le disposizioni della L. 1089/1939 art. 1, 2, 31 e trascritta in Conservatoria il 03/04/1989 con n. 6182.
Interesse pubblico del beneIl bene possiede un notevole interesse poiché rappresenta il primo esempio di Abbazia nata nel Regno di Napoli come filiazione di Fossanova. Inoltre, per più di un secolo, ha rappresentato uno dei maggiori centri della vita religiosa e culturale del periodo basso-medievale a testimonianza del grande ruolo che questi piccoli centri, posti al confine tra il Lazio e la Campania, hanno svolto per la storia e la cultura italiana ed Europea.

Il suo restauro e la sua valorizzazione potrebbero rappresentare, quindi, un punto di partenza per la rinascita e lo sviluppo di questi luoghi.
Periodo di realizzazioneXII secolo
Funzione in passatoDalla sua fondazione fino agli inizi del XIX secolo il complesso ha svolto la sua funzione di Abbazia e luogo di culto. Dopo la soppressione dell'Ordine a seguito delle leggi napoleoniche il bene è stato usato come masseria da alcuni privati cittadini fino alla sua definitiva dismissione.
Elementi di rilievo dal punto di vista storico-documentaleIl bene rappresenta una delle poche architetture religiose medievali custodite all'interno dei territori che appartenevano al Regno di Napoli. In particolare, è un esempio di Monastero Cistercense sorto sul modello dell'Abbazia di Chiaravalle.
Nome autoreGianluca
Cognome autoreVitagliano
TitoloL'Abbazia della Ferrara a Vairano Patenora. Alcune considerazioni preliminari sull'evoluzione della chiesa.
Anno2014
Casa editriceArmando Caramanica Editore
Codice ISBN978-88-7425-168-1
InNella Terra di Fina. Scritti in memoria di Vittorio Ragucci.
Sito/URLhttps://www.academia.edu/
Sito/URLhttp://vincoliinrete.beniculturali.it/
Sito/URLhttps://www.e-borghi.com/
Sito/URLhttps://guidaturisticadivairano.weebly.com/
Sito/URLhttp://www.camministorici.it/
Sito/URLhttps://caserta.italiani.it/
Stato di conservazionePessimo
Motivazioni del degradoAspetti strutturali (fratture), Aspetti strutturali (crolli), Aspetti strutturali (mancanza di tetto), Superficiali (vegetazione), Generali (abbandono)
Descrizione dello stato di conservazioneIl complesso è quasi completamente ricoperto dalla vegetazione infestante e, nel corso del tempo, ha subito diversi crolli che hanno interessato sia la Chiesa che il Monastero. Inoltre, le porzioni non ancora distrutte dall'azione del tempo e dei numerosi eventi sismici che, nel corso del tempo, si sono verificati nell'area, risultano essere privi di copertura.
ProprietàSoggetto pubblico
Tipologia soggetto pubblicoComune
Funzione attuale del beneIl bene è in stato di abbandono.
Eventuali progetti finalizzati al recupero/riutilizzo:Nel Marzo 2020, grazie all'azione congiunta di Italia Nostra e del Centro Studi sul Medioevo in Terra di Lavoro, si è dato avvio ad una campagna di lavori di messa in sicurezza della cappella di Malgerio Sorel, che potrebbero rappresentare il punto di avvio di una più ampia azione di restauro e valorizzazione che coinvolga l'intera area e di cui, da anni, si discute.
E’ raggiungibile da una strada?No
E’ raggiungibile da un sentiero?
E’ possibile avvicinarsi?
E’ possibile accedere all’interno?
IndicazioniIl bene si trova in aperta campagna, a circa 3 km dal centro abitato di Vairano Patenora, ed è raggiungibile attraverso una serie di sentieri che si immettono sulla Strada Provinciale 96. L'area non è recintata e, quindi, raggiungibile, ma la fruizione è interdetta dai dissesti statici e dalla folta vegetazione infestante.
E' aperto al pubblico?No
Annotazioni aggiuntive schedaNon è chiaro, dalle fonti, se i lavori di messa in sicurezza si siano conclusi o se si sia dato avvio ad ulteriori lavori.
Altre notearch. Angela Lato

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