Italia Nostra

Data: 24 Maggio 2019

Accolto in via cautelare il ricorso di Italia Nostra contro la variante al Prg di Firenze

Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello cautelare di Italia Nostra contro il Comune di Firenze concernente l’impugnazione delle deliberazioni di adozione e di approvazione della Variante all’art. 13 del vigente Regolamento Urbanistico Comunale, nella parte in cui dispone l’aggiornamento e la definizione del limite di intervento da applicare al patrimonio edilizio di interesse storico-architettonico, ed ha sospeso l’applicazione della variante fino alla decisione di merito.

Italia Nostra ha impugnato a febbraio del corrente anno il nuovo R.U. del centro storico di Firenze perché abolisce l’obbligatorietà del restauro, introducendo l’originale categoria di “ristrutturazione edilizia limitata” per gli edifici storici non vincolati, mentre per quelli vincolati il restauro è addirittura sopravanzato dalla “ristrutturazione edilizia” senza limitazioni,.

Italia Nostra ha evidenziato nel ricorso come la Variante sia in netto contrasto non solo con la tutela assicurata dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (articolo 136. comma 1) ma anche con il Piano Strutturale e il Piano di Gestione Unesco adottato dal Comune di Firenze quando consente il mutamento della destinazione d’uso da residenziale a commerciale per tutti gli immobili.

«Italia Nostra aveva già presentato al Comune di Firenze delle osservazioni volte a scongiurare l’approvazione della modifica del R.U.», spiega Mariarita Signorini, presidente nazionale dell’associazione. «Tale modifica venne decantata, grottescamente, come strumento innovativo di “rigenerazione urbana” ma in realtà è un grimaldello per trasformare il centro storico da città dei cittadini in location e dormitorio a servizio di un turismo internazionale di massa e per incentivarne la già intollerabile mercificazione, sempre più indifferente alla storia, alla cultura e alla vita della città.  Siamo quindi soddisfatti di questo primo parziale riconoscimento delle nostre istanze e restiamo in fiduciosa attesa degli esiti del giudizio».

Naturalmente si tratta di una decisione cautelare ma abbastanza indicativa della possibile decisione di merito della variante, che prevedibilmente arriverà entro la fine dell’anno.

 

Mariarita Signorini

Presidente Nazionale Italia Nostra

 

Per ascoltare la Presidente di Italia Nostra nella trasmissione di Radio Popolare dedicata alla questione collegarsi al link

https://www.radiopopolare.it/podcast/i-girasoli-di-dom-1002/

 

Ufficio stampa| Flavia Corsano 335-5344767 |ufficiostampa@italianostra.org

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Il Consiglio di Stato boccia il Comune dopo il ricorso dell’associazione. Possibili solo restauri conservativi, “considerato il valore degli edifici”

La Quarta Sezione del Consiglio di Stato, con l’ordinanza cautelare n. 2590, pronunciata oggi, ha accolto l’appello cautelare proposto dall’associazione Italia Nostra, avente a oggetto la variante al regolamento urbanistico del Comune di Firenze che consente, nel centro storico, la ristrutturazione edilizia di immobili (sia pur con limitazioni) e il mutamento di destinazione d’uso, in luogo del precedente restauro conservativo.

La Sezione, spiega una nota, ha osservato che occorre meglio chiarire la natura, i limiti e le conseguenze del nuovo tipo di intervento edilizio, considerato “il valore degli edifici che formano il tessuto urbano del centro storico” di Firenze, tutelato anche dal Codice dei beni culturali e dalla Convenzione Unesco.

Secondo il Consiglio di Stato vanno approfonditi, alla lettera:

a) il rapporto tra la variante al vigente regolamento urbanistico comunale (che ha aggiornato e definito il limite dell’intervento da applicare al patrimonio edilizio esistente, classificato di interesse storico-architettonico), e la natura dell’intervento edilizio effettivamente consentito, sotto il profilo della persistenza e dell’entità dei limiti: al divieto di demolizione dell’edificio; al divieto di aumento del volume lordo complessivo; alla modificazione della sagoma; all’apporto delle modifiche funzionali alle coperture dell’edificio; al mantenimento degli apparati decorativi; alla modificazione della destinazione d’uso; al frazionamento dell’unità immobiliare in più unità;

b) il valore degli edifici che formano il tessuto urbano del centro storico, anche alla luce della disciplina protettiva e vincolistica di cui al D.lgs. n. 42 del 2004 (codice dei beni culturali) e di cui alla Convenzione UNESCO del 2005, considerata anche la peculiarità della città di Firenze; N. 03370/2019 REG.RIC.

c) la coerenza della variante con gli obiettivi del Piano Strutturale e con le caratteristiche del territorio fiorentino. Ritenuto, inoltre, che, in relazione al presupposto del periculum in mora, nel bilanciamento dei contrapposti interessi, è opportuno conservare la res adhuc integra fino alla decisione della causa nel merito, al fine di evitare il rilascio –nelle more del giudizio medesimo- di titoli abilitativi edilizi, con grave pregiudizio, sia per le esigenze di economia delle risorse della pubblica amministrazione, così evitandosi il serio rischio del compimento di attività amministrativa sostanzialmente inutile; sia per l’interesse dei privati ad esercitare -ove sia consentito- lo ius aedificandi, sulla base di un ragionevole affidamento in ordine all’effettiva disciplina edilizio-urbanistica applicabile, anche in vista della tutela dell’investimento stesso.

Da Palazzo Vecchio filtra solo un breve commento, come apprende la ‘Dire’: se necessario, si spiega, saranno chiariti meglio il limite e la natura dei nuovi interventi edilizi.

(articolo tratto da https://www.nove.firenze.it/stop-alla-variante-urbanistica.htm?fbclid=IwAR20ayWQSTt8aXZ9FE_s3I-7Low4iSFCYYb1IfwtlB49WWTj8xS5YvLgzq4)

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