Con grande costernazione abbiamo appreso oggi che l’alluvione in Valle Stura ha provocato il crollo integrale, irreparabile, dell’antica pieve settecentesca posta nelle immediate vicinanze del borgo di Campo Ligure, lungo la ex provinciale 456 del Turchino in direzione Masone.
Da notizie riportate dalla stampa locale, che riferiamo come tali senza approfondita verifica, sembrerebbe che da tempo gli abitanti della zona avessero notato e forse anche segnalato alle autorità piccoli smottamenti del ripido pendio sovrastante la chiesa, che, sempre stando a notizie di stampa, sarebbe stata recentemente restaurata.
In attesa di avere conferma di queste informazioni – che non commentiamo prima di averne certezza – manifestiamo il dolore per la perdita di un altro pezzo di patrimonio culturale, e sottolineiamo, come principio generale, la necessità della sua tutela, custodia e cura, che va oltre il semplice restauro, ma comprende anche la manutenzione del territorio circostante: la Liguria è un territorio che per secoli ha lottato contro le frane e le alluvioni utilizzando la regimentazione delle acque e la cura agricola del terreno, con il duro lavoro di generazioni di contadini che hanno creato terrazzamenti e canali, tenendoli puliti e riparandoli ad ogni minimo cedimento. In soli 60 anni, dagli anni ’50 del Novecento in poi, la grandiosa millenaria opera di creazione del paesaggio ligure è stata abbandonata fino a renderla irriconoscibile, lasciando spazio all’espansione incontrollata della boscaglia che su terreni un tempo agricoli crea situazioni di grave dissesto. Le frane e gli smottamenti che affliggono la Liguria ad ogni alluvione grande e piccola sono anche il frutto di questo grave abbandono del territorio, ed è necessario iniziare ad affrontare seriamente il problema.
Italia Nostra Genova