La possibile alienazione del Monte di Pietà, che rischia di diventare un albergo di lusso, incontra l’opposizione di cittadini, associazioni, comitati e sindacati.
Fondato nel 1539 da alcuni nobili napoletani allo scopo di combattere l’usura, il Monte di Pietà elargiva prestiti senza interessi a famiglie bisognose. Nel 1597 il banco acquistò un edificio in via San Biagio dei Librai, che fu ricostruito, nel 1603, su disegno dell’architetto Giovan Battista Cavagna, e che da allora ha sempre mantenuto una fruizione pubblica.
Nel 2017 il Monte di Pietà, vincolato con Decreto Ministeriale per il suo notevole interesse pubblico, fu messo in vendita e la notizia suscitò un coro di proteste. Oggi lo storico edificio rischia nuovamente di essere alienato.
Riteniamo che il Ministero o la Regione possano e debbano far valere il diritto di prelazione per acquisire al patrimonio immobiliare pubblico il Monte di Pietà. In alternativa, Intesa Sanpaolo, che in altre occasioni ha investito molti fondi a tutela di immobili storici e a sostegno di iniziative culturali, potrebbe rinunciare alla vendita del bene destinando l’immobile a scopi sociali e culturali.
Facciamo appello alle istituzioni e agli abitanti, affinché si mobilitino per ottenere questo obiettivo.
Al presidio organizzato da Cub Sallca hanno aderito la sezione “Antonio Iannello” di Napoli di Italia Nostra e SET Napoli.