Italia Nostra

Data: 21 Ottobre 2020

Rigenerazione urbana e tutela dei centri storici: Italia Nostra interviene al Senato in Commissione Territorio e Ambiente

Rigenerazione urbana e tutela dei centri storici: Italia Nostra, rappresentata dal vice presidente, arch. Luigi De Falco su delega della Presidente Ebe Giacometti, è intervenuta in audizione presso l’Ufficio di Presidenza della 13^ Commissione del Senato “Territorio, ambiente, beni ambientali”.

Di seguito si pubblica la sintesi redatta dall’Arch. Luigi De Falco.

Giova premettere che il ddl n. 970 –oggi in discussione- rappresenta il frutto del lavoro di un ampio gruppo di esperti, anche espressione di varie associazioni, che hanno lavorato su impulso dell’associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, presieduta al tempo da Vezio De Lucia, sintetizzato nel testo finale rielaborato da Giovanni Losavio.

Alla preparazione del documento, durata alcuni mesi, hanno offerto a vario titolo il loro contributo Vezio De Lucia, Giovanni Losavio, Pierluigi Cervellati, Daniele Iacovone, Luigi De Falco, Elio Garzillo, Ilaria Agostini, Francesco Erbani, Margherita Eichberg, Alessandro Leon, Paola Somma, Giancarlo Storto, Walter Tocci, Paolo Cirillo, Roberto De Marco, Alessandra Caputi, Maria Pia Guermandi, Mirella Belvisi, Laura Travaglini, Umberto D’Angelo, Lucinia Speciale, Giuseppina Tonet.

La proposta è stata presentata in occasione del convegno “Il diritto alla città storica” svolto a Roma a Palazzo Patrizi Clementi, presso la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, il 12 novembre 2018, presieduto da Marisa Dalai Emiliani e concluso con l’intervento di Tomaso Montanari.

Essa è stata poi recepita da alcuni senatori e deputati come disegno di legge n. 970, apportandovi alcune modifiche non sostanziali, e portata avanti nel lungo iter parlamentare per la relativa approvazione. In occasione della seduta della 13^ Commissione del Senato della Repubblica “Territorio, ambiente, beni ambientali”, svoltasi mercoledì 21 ottobre, la Commissione ha portato in discussione il predetto disegno di legge n. 970 (disposizioni in materia di tutela dei centri storici, dei nuclei e dei complessi edilizi storici), assieme al ddl n. 1302 (modificazioni alla legge n. 158/2017), al ddl n. 985 (misure per la tutela e la valorizzazione delle mura di cinta storiche e relative fortificazioni e torri, dei borghi e dei centri storici), e, nella stessa occasione, il ddl 1131 (misure per la rigenerazione urbana).

Nella seduta, la 13^ Commissione ha ritenuto utile udire Italia Nostra che per l’occasione è stata rappresentata dal vice presidente arch. Luigi De Falco, su delega della Presidente Ebe Giacometti, il quale ha contribuito alla stesura del testo originario promosso dalla ass.ne Bianchi Bandinelli e che già aveva relazionato alla Commissione su una precedente proposta di ddl (sen. Morassut) per la rigenerazione urbana.

Nel corso dell’intervento il vice presidente De Falco ha ritenuto opportuno riaffermare che in ogni ipotesi di riassetto del territorio, sottesa a tutte le proposte in discussione, si debbano anzitutto mettere in salvo i beni irrinunciabili, veri e propri gioielli di famiglia, quali i centri storici e tutte le aree sottoposte alla tutela ambientale e paesaggistica dalle leggi vigenti.

Sulle seconde denuncia da anni che ancora la maggioranza delle regioni italiane risulta priva dei Piani Paesaggistici o ha addirittura piani redatti dalla sole regioni e quindi non conformi alle prescrizioni del Codice per i BBCC, e che propongono interventi assolutamente insostenibili sulle aree tutelate. Il Codice impone in questi casi i poteri sostituitivi del Mibact nei confronti delle regioni inadempienti e viceversa; nell’attesa, stiamo assistendo a una serie di improduttiva di protocolli, accordi e intese istituzionali, nel mentre leggiamo nelle trasformazioni quotidiane del territorio gli effetti di questa gravissima omissione di questa competenza dello Stato e il progressivo depauperamento delle risorse economiche e del personale degli organi periferici del Mibact.

Riguardo ai centri storici, la legge proposta con il ddl 970 contiene gli elementi essenziali per la tutela dei centri storici. Non una tutela tout court, se non in una fase iniziale di salvaguardia, ma una tutela che passi attraverso una pianificazione di dettaglio dei centri storici, controllata in ogni suo passo dal Mibact, e che consenta di conoscere, perimetrare e garantire la salvaguardia attraverso piani particolareggiati di recupero, secondo rare ma significative esperienze di città in Italia che hanno già meritato l’encomio del mondo della cultura e delle associazioni.

Si sottolinea l’importanza di una previsione contenuta nel ddl 970 tesa a salvaguardare la residenza nei centri storici anche attraverso l’edilizia residenziale pubblica. Molte città hanno sperimentato questa materia e considerando che i centri storici non possono essere monofunzionali, come è avvenuto nelle piccole città e nei piccoli borghi, con questa previsione possiamo immaginare che le città storiche possano riavere la presenza di residenze -anche grazie alle risorse post covid- sulla base di iniziative già supportate dalle norme esistenti, quali ad esempio la l. 167/62, al momento applicabile per i soli Comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti.

E’ importante, come proposto nel ddl, l’apposizione del vincolo temporaneo sulla città storica, quella formatasi all’interno della città consolidata, così come al suo esterno, come i borghi e quegli episodi di edilizia rurale che oggi per via di leggi criminogene (come tra tutte i “piani casa”) si stanno abbattendo e ricostruendo come moderni condomini. Mettiamo in salvo i gioielli, dunque e il ddl 970 offre questa garanzia, senza nemmeno fare a calci con le attese della rigenerazione urbana. Le due cose possono viaggiare senz’altro assieme ma è fondamentale mettere in chiaro la scelta che il paese deve fare sulla sua storia.

Della proposta del ddl 1302, per la valorizzazione dei piccoli comuni, appare del tutto ingiustificata e insensata la riduzione del numero di abitanti dei comuni beneficiari dell’applicazione della legge. L’azione del legislatore dovrebbe piuttosto essere improntata ad allargare maggiormente il numero dei comuni da sostenere, semmai prevedendo l’uso programmato nel tempo delle risorse finanziarie. Invece sicuramente lodevole a noi appare la prevista acquisizione del patrimonio immobiliare abbandonato dai privati.

Sulla rigenerazione IN ha sostenuto e ribadito la contrarietà a disegni di legge che prescindano dalla logica della pianificazione. No a meccanismi derogatori dei piani regolatori dei comuni, ma piuttosto incentivazione alla redazione dei piani regolatori dei comuni.

Agli strumenti urbanistici regolatori delle trasformazioni e degli usi corretti del territorio, quali per definizione i piani regolatori, compete individuare i fabbisogni collettivi in termini abitativi, produttivi, delle attrezzature e delle reti, e di conseguenza prevedere le scelte delle trasformazioni.

Nel momento in cui si interviene con detto strumento di pianificazione prevedendo, dimensionano e localizzando la giusta soddisfazione del fabbisogno, e la pianificazione garantisce questo, non trova alcuna giustificazione incentivare la “rigenerazione urbana” che i piani devono per definizione individuare come bisogno primario, mediante premialità volumetriche che risulterebbero esorbitare le quantità dei bisogni previste e prevedibili in sede di programmazione. A chi giova tutto ciò, se non alla voraci aspettative della speculazione edilizia?

E allora mettiamoci al riparo anche rispetto a queste. Occorre che lo Stato eserciti coerentemente la sua attività di pianificazione economica, dalla quale discendano i piani regionali e a cascata i piani comunali che devono dare concrete risposte utilizzando le stesse norme esistenti, ma alla cui attuazione occorre provvedere con il sostegno economico fondamentale dello Stato (possibile da questo momento più che mai), ma soprattutto con la sua fondamentale regìa, senza “deleghe” e soprattutto senza “deroghe”.

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