Italia Nostra

Data: 16 Aprile 2021

Sulle trivellazioni chiediamo al Ministro Cingolani di ascoltarci

In merito all’esito positivo di nuove Valutazioni d’Impatto Ambientale approvate dal Ministero della Transizione Ecologica nell’ultimo mese, Italia Nostra rimane molto perplessa sulla necessità di nuove trivelle.

Premesso che, come ha sottolineato la Corte Costituzionale, le VIA, pur essendo un atto “tecnico” assumono indubbiamente anche un rilievo politico (Sent. n. 81/2013), si vuole segnalare come queste nuove autorizzazioni siano contrarie alla Raccomandazione della Commissione Europea del 18 giugno 2019 sulla proposta di Piano nazionale integrato per l’energia e il clima dell’Italia 2021-2030. Per la Commissione l’uso di combustibili fossili nel sistema energetico dell’UE deve diminuire progressivamente per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, cioè tra meno di 29 anni!! Oltretutto, queste nuove autorizzazioni, di cui non si riscontra nessuna impellenza, sono in manifesta incompatibilità con gli obiettivi di transizione ecologica, del Green Recovery Plan/Next Generation e con l’importantissimo e vincolante Accordo di Parigi.

Solleva forti dubbi di legittimità l’autorizzazione del pozzo esplorativo “Lince 1” nell’ambito del permesso di ricerca “G.R13.AG”, che consiste in un progetto offshore in mare, al largo della Sicilia, di fronte Licata, che verrà realizzato a “circa” 13 miglia dalla costa siciliana. Questo permesso di ricerca è in contrasto sia con quanto sopra e sia con le dichiarazioni dello stesso Ministro per quanto riguarda la redazione del “Piano per la Transizione energetica sostenibile delle aree idonee” (PiTESAI), che dovrebbe avvenire entro settembre prossimo.

Sentiamo inoltre l’urgenza di ricordare, per quanto concerne gli impianti ricadenti in Emilia Romagna, le gravi situazioni di emergenza ambientale che necessitano di interventi di esclusione più che di nuove e ulteriori attività di sfruttamento (comprese quelle di stoccaggio), in primis a Ravenna, colpita da un ben noto e gravissimo fenomeno di subsidenza.

Deve far riflettere questa decisione, che sembra anteporre priorità economiche alla necessità di operare un bilanciamento fra interessi che possono talora apparire contrastanti. Non v’è dubbio che i valori riferibili alle norme del titolo III della Carta Costituzionale, le attività economiche, siano subvalenti rispetto a quelli del titolo I, ovvero alla tutela del paesaggio e del patrimonio culturale della Nazione.

In attesa dell’approvazione del PiTESAI, ci si interroga se queste autorizzazioni influenzeranno la redazione del Piano, pur ammettendo che i siti interessati possano infine venir esclusi se reputati inidonei. Appare dunque illogico che – a fronte di una doverosa sospensione delle autorizzazioni nelle more di approvazione del Piano – si assista viceversa alla conclusione delle procedure di VIA per i procedimenti pendenti.

ITALIA NOSTRA

photo credits by qcs.it

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