Italia Nostra

9 Maggio 2024

Aspetti poco noti sulla “Quadreria della Chiesa di San Sebastiano” di Melilli

Ed eccoci puntuali! 
La sezione Italia Nostra – Melilli pronta ad affrontare una nuova sfida, per restituire alla fruizione collettiva dodici piccoli ovali di grande pregio artistico, custoditi nella Basilica di San Sebastiano.
 
Sottratte alla visione dei fedeli da circa sessant’anni e ben conservate per volontà del parroco dell’epoca, don Nicolò Rosano, preoccupato di preservarne lo stato, queste opere giungono ai nostri giorni in condizioni tali da essere ancora recuperabili con un’attenta e sapiente opera di restauro.
 
Commossi i saluti di padre don Giuseppe Blandino, che plaude l’iniziativa di Italia Nostra volta a valorizzare un patrimonio che è bene di tutti. 
 
Orgoglioso e propositivo l’intervento della prof.ssa Nella Tranchina, Presidente di Italia Nostra – Melilli, che rivela di aver avuto conoscenza dell’esistenza dei dodici ovali grazie all’informazione datale da un concittadino non più tra noi – Alfredo Giuliano – e si dice pronta ad avviare una raccolta fondi per riportare quei piccoli capolavori all’antico splendore e renderli nuovamente fruibili a tutti.
 
La presentazione dei dodici ovali esposti, per l’occasione, su altrettanti espositori, posti davanti all’altare maggiore, ha generato, nei presenti all’evento, interesse e tanta curiosità. L’uno accanto all’altro come pronti a rivelarci la loro provenienza e il nome della mano sapiente che li ha realizzati.
 
Di che si tratta? 
Cosa aspettarci dalla promessa rivelatrice del professore Immè, vice presidente regionale di Italia Nostra – Sicilia, che su di loro ha condotto un attento studio iconografico?
Che la Basilica di San Sebastiano fosse uno scrigno di opere d’arte, lo sapevamo già; oggi però, ad ulteriore conferma di ciò, si aggiungono questi dodici preziosi ovali, un tempo posti tra un altare in marmo ed un altro, su piccole mensole in legno, ad adornare le navate laterali della chiesa di San Sebastiano.
 
Il prof. Giuseppe Immè ci conduce metaforicamente nel XVIII secolo, raccontandoci di un gruppo di rettori della Basilica di San Sebastiano eruditi, sensibili e attenti nella commissione di opere d’arte per la chiesa, i quali si avvalevano, per l’individuazione e l’acquisto, del supporto della coltissima famiglia Iraci, sguinzagliata per tutta l’Italia meridionale in cerca di opere che fossero “il più possibile di ottima mano”.
 
Nel libro di pagamento, conservato nell’Archivio Storico della chiesa, si legge che, nel 1783, furono acquistati “duo dieci quadretti piccoli posti sugli altari piccoli”. Lo studio di essi ci rivela che l’acquisto fu il risultato di una scelta oculata e ragionata dei rettori, volta a completare l’arredo della Basilica. I dodici ovali infatti, contrariamente a quanto si possa pensare, non rappresentano i dodici apostoli ma, soltanto otto di essi raffigurati in sette tele (Andrea, Tommaso, Giovanni evangelista, Simone, Taddeo, Matteo, Giacomo minore e Mattia), mancherebbero i santi Pietro, Filippo, Bartolomeo e Giacomo maggiore, poiché erano già raffigurati in altre pale d’altare presenti nella Basilica.
 
Spazio dunque sarebbe stato riservato al ripristino, con due dei dodici ovali, dell’immagine dell’Annunciazione e di San Michele, precedentemente raffigurati in tele già disperse in antico, e ancora, a tre santi canonici con altrettanti ovali raffiguranti San Giovanni Nepomuceno, Sant’Emidio Vescovo e San Francesco di Sales. Quest’ultimi, più degli altri, tradiscono una scelta puntuale e motivata da parte del rettorato.
 
San Giovanni Nepomuceno protettore delle acque; in ricordo della leggenda che vorrebbe la statua di San Sebastiano recuperata e trasportata dalle acque, in seguito al naufragio di una nave proveniente dall’Adriatico.
Sant’Emidio Vescovo, protettore dei centri colpiti da terremoti; infatti è sempre raffigurato con una città o tra le braccia o ai suoi piedi o offerta da un angelo, a testimonianza del disagio subìto dai melillesi a causa del terribile sisma del 1693 e di conseguenza bisognosi della protezione da parte di un santo che, per le sue caratteristiche, potesse infondere speranza.
San Francesco di Sales capace di alimentare seguaci tra i giovani, indice di una città che aveva bisogno di coinvolgerli nel culto e nella fede religiosa, per guardare positivamente al futuro dopo gli anni difficili della ricostruzione. 
 
È possibile dunque suddividere i dodici piccoli capolavori in tre gruppi, differenti sia per soggetto e per fattura. Rilevante è che grazie all’attento studio iconografico dei sette ovali raffiguranti gli otto apostoli, è stato possibile assegnare, quasi con certezza, la paternità, attribuita, se non proprio al grande Giambattista Piazzetta, quanto meno ad uno dei suoi più abili allievi; ma saranno i futuri lavori di restauro a poterlo confermare.
Piazzetta, artista capace di innovare la pittura della prima metà del ‘700, fu uno dei protagonisti della Scuola Veneta che si diffuse in tutta l’Italia centro settentrionale, travalicando anche i confini nazionali. Le attribuzioni dei sette ovali raffiguranti gli otto apostoli al Piazzetta nasce da un confronto di essi con alcune celebri opere del maestro e con le incisioni realizzate da Marco Pitteri Alvise, che replicò a bulino gran parte della produzione artistica di Piazzetta: in ogni incisione, in basso, si legge Marco Pitteri Alvise incise e Piazzetta ideò (a volte con la caratteristica forma latina rispettivamente sculpsit e pinxit). 
In modo minuzioso, attento ed esaustivo, il professor Immè ha informato i presenti di come gli ovali, che rappresentano gli apostoli, fossero pressoché identici alle incisioni di Marco Pitteri Alvise, che riprodusse le opere realizzate dal Piazzetta.
 
Certo c’è da sottolineare l’eccezionalità della loro presenza a Melilli, in considerazione dell’ambito di diffusione della Scuola Veneta ma, anche questo, a riprova di quanto fossero colti sia i rettori della chiesa di San Sebastiano che i membri della famiglia Iraci, che acquistò gli ovali, trent’anni dopo la morte del Piazzetta, quando ormai la sua fama aveva travalicato i confini della nostra Penisola.  
 
Di certo Italia Nostra – Melilli ha contribuito ad aggiungere un altro tassello alla straordinaria storia della Basilica di San Sebastiano, a riprova che nell’arco dei secoli per questa chiesa sia stato scelto sempre il meglio. 
Si auspica che, grazie alla proposta di restauro avanzata da Italia Nostra – Melilli, presto possano iniziare i lavori, al fine di restituirli alla pubblica fruizione.
Giusy Rubino 
Comunicatore Pubblico 
Socia di Italia Nostra Melilli
 
 
Locandina (1)
Ovali (1)
Ovali
IN Basilica S. Seb Melilli Page 0005
IN Basilica S. Seb Melilli Page 0004
IN Basilica S. Seb Melilli IN Basilica Chiusura Invito Ad Ammirare Da Vicino
IN Basilica S. Seb Melilli 3
IN Basilica S. Seb Melilli 2
IN Basilica S. Seb Melilli 1
IN Basilica Pubblico
IN Basilica Pubblico
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IN Basilica Apertura
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