Italia Nostra

Data: 9 Luglio 2011

Il gioco sporco del carbone “pulito”

Il progetto di trasformazione della centrale termoelettrica di Porto Tolle da olio combustibile a carbone sta vivendo fasi concitate degne di un thriller giudiziario ad altissima tensione. In questo caso, però, la posta in gioco non è virtuale, ma è la salute dei cittadini e la qualità ambientale di una delle zone di maggior rilievo naturalistico d’Europa. Parliamo del Parco del delta del Po, che già aveva dovuto subire, a partire dagli anni ’70, un disastroso impatto ambientale per la costruzione della centrale tuttora esistente.

Incuranti delle normative che prescrivono, per le centrali ubicate nei territori dei Comuni del Parco l’uso del metano o di altro combustile a minore impatto e per superare la sentenza del Consiglio di Stato che , su ricorso di Italia Nostra e di altre Associazioni, ha recentemente (23 maggio 2011) annullato una scandalosa valutazione di impatto ambientale sottoscritta dal Ministero dell’Ambiente e favorevole alla trasformazione, Enel e Regione Veneto propugnano ora un disegno di legge che dovrebbe modificare la LR istitutiva del Parco.

Ma non solo, da una verifica sul recentissimo testo del Decreto legge “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria” risultano, all’art. 35, due provvidenziali commi studiati appositamente per rendere possibile il progetto di trasformazione: siamo alla versione energetica delle leggi ad aziendam!

Italia Nostra si schiera contro questo progetto per difendere un’area ambientale preziosissima e fragile, riaffermare le ragioni di una politica energetica che si fondi su studi scientifici chiari e rigorosi e non sui pressapochismi ossimorici del carbone “pulito” e ribadire, con forza, la necessità di un ripristino della legalità.

Come ormai troppo spesso succede anche in altre situazioni analoghe, infatti, questa vicenda è accompagnata da palesi abusi normativi, da omissioni e da ripetuti tentativi di addomesticamento delle leggi: ogni attentato alla legalità è una ferita alla democrazia.

Ferita ribadita, peraltro, dalle distorsioni informative di questi mesi e, in particolare, di queste ultime settimane, operate da chi, per coprire gli interessi economici in gioco, non ha esitato ad oscurare le ragioni di chi come Italia Nostra si oppone al progetto e ad usare tutta la panoplia ricattatoria relativa alla perdita dei posti di lavoro in caso di annullamento della riconversione a carbone.

Eppure a fianco di Italia Nostra si sono schierati, da subito, gli operatori turistici, i pescatori, gli agricoltori, tutti i cittadini consapevoli che esistono modelli di sviluppo alternativi ed ecosostenibili in grado di garantire un grado di benessere e di qualità della vita e dell’ambiente incomparabilmente superiore e duraturo nel tempo rispetto a quello arcaico, ecologicamente e tecnologicamente, proposto da Enel.

Per illustrare le proprie ragioni assieme alle altre Associazioni (Legambiente, WWF, Greenpeace) e comitati che condivono questa battaglia, Italia Nostra organizza per martedì 12 luglio a Rovigo un incontro pubblico a cui sono invitati tutti i cittadini.

Sul sito nazionale di Italia Nostra, inoltre, è possibile consultare, con aggiornamenti costanti, documenti e la rassegna stampa relativa all’intera vicenda.

Lasciateci i vostri commenti: Porto Tolle rappresenta un caso esemplare di disinformazione e di prevaricazione dei nostri diritti ambientali e sociali, in questo senso ci riguarda tutti.

Maria Pia Guermandi

Manifestazione del 12.07.2011 a Rovigo

La Regione Emilia Romagna dice no alla centrale

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Italia Nostra ha scritto una lettera alle massime autorità dello Stato per stigmatizzare il disegno di legge con cui la regione Veneto si appresta a modificare la legge sititutiva del Parco del delta per rendere possibile una centrale a carbone “pulito”. Un atto gravissimo, che cambia le carte in tavola a detrimento di una delle più significative aree naturali del paese. Ecco il testo:

Al Presidente del Senato della Repubblica,

Al Presidente della Camera dei Deputati

Ai Presidenti delle competenti Commissioni parlamentari

Al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Al Ministro per i Beni e le Attività Culturali

Loro sedi

OGGETTO: Disegno di Legge della Regione Veneto per consentire la trasformazione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle.

Da 14 anni il versante veneto del parco del Delta del Po attende l’attuazione dell’art. 30 della LR 36/1997 (istitutiva dello stesso parco naturale) che imponga alle centrali elettriche site nei comuni del Parco di venire alimentate a gas metano o a fonte di pari o minore impatto ambientale.

Ciò malgrado, per la centrale elettrica di Porto Tolle, ubicata nel cuore più fragile ed importante dell’area deltizia,  è stato approvato il progetto di trasformazione a carbone (VIA favorevole del Ministero dell’ambiente ed autorizzazione alla costruzione del Ministero dello sviluppo economico dell’inizio di quest’anno) al termine di una procedura che aveva visto interventi assai critici di diversi organismi, tra cui l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (il cui parere è stato gravemente disatteso).

Tuttavia il Consiglio di Stato con una recente sentenza ha annullato il decreto di valutazione di impatto ambientale, evidenziando come non fosse stato operato un corretto confronto con l’alternativa a metano (quando di fronte alla darsena della centrale sorge il più grande terminale gasifero off shore del mondo); ed inoltre che il progetto non risultava rispettoso delle linee guida europee sulle migliori tecnologie disponibili per i grandi impianti di combustione.

Ora la Giunta regionale del Veneto ha presentato al Consiglio regionale un ddl volto a modificare la ricordata previsione di legge regionale, per favorire la trasformazione a carbone dell’impianto, senza alcuna consultazione con l’Emilia-Romagna, direttamente interessata agli effetti inquinanti, né con la Provincia di Ferrara, i Comuni contermini di Mesola e Goro, il Parco del Delta istituito anche da questa Regione!

Modificare la legge istitutiva del Parco del Delta piegandola alla necessità contingente di Enel sarebbe un ennesimo grave abuso all’italiana che metterebbe una zona umida, considerata degna di tutela dall’Europa stessa, all’ombra di una centrale a carbone e dichiarando il tutto assolutamente compatibile. E’ una assurdità inammissibile.

Si chiede pertanto che anche le Amministrazioni dell’Emilia-Romagna possano esprimere il loro parere su tale progetto, previa opportuna documentazione dei rischi che esso comporta.

La Presidente Nazionale

Alessandra Mottola Molfino

La Presidente del CR di Italia Nostra

dell’Emilia-Romagna

Anna Marina Foschi

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Lettera/appello inviata dalle Associazioni ambientaliste al Presidente della Repubblica

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