Italia Nostra

Data: 29 Luglio 2021

Sirente Velino: il Governo impugna la legge di “revisione” che ha ridotto il territorio del parco di 6500 ettari

parco sirente velino

 

L’impugnativa del Governo evidenzia con estrema chiarezza le gravissime illegittimità perpetrate dalla Regione Abruzzo. Ben 15 pagine di motivazioni sulla incostituzionalità della norma che risulta essere in contrasto anche con il d.lgs. N. 42 del 2004 e con il Piano Paesistico Regionale vigente.

Questi alcuni tra i rilievi sollevati dal Governo:

“Le Regioni ….. in ambito di aree protette, possono soltanto determinare maggiori livelli di tutela, ma non derogare alla legislazione statale (Corte Cost. sentenze n. 44 del 2011, n. 193 del 2010, n. 61 del 2009 e n. 232 del 2008).”

“Per effetto della revisione in senso riduttivo dei confini, effettuata dall’art. 2 della legge regionale in esame, parte dei territori dei Comuni prima ricompresi nel Parco vengono sottratti sia alla tutela naturalistica quali aree protette, che alla correlata tutela paesaggistica, quest’ultima imposta ex lege sulle medesime aree, ai sensi dell’articolo 142, comma 1, lett. F), del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. Si tratta, ad esempio, del comune di FAGNANO ALTO e dei pregevoli centri del comune di ACCIANO, nonché del centro storico di GAGLIANO ATERNO, che sarà completamente sprovvisto di strumenti di tutela.”

“Ulteriore profilo di irragionevolezza emerge in considerazione della circostanza che l’eliminazione del vincolo paesaggistico comporta l’archiviazione dei procedimenti di autorizzazione paesaggistica già pendenti e rende improvvisamente e irragionevolmente privi di causa non solo i provvedimenti autorizzatori già rilasciati, ma anche le sanzioni già irrogate per gli illeciti paesaggistici realizzati. Anche sotto questo profilo la normativa regionale censurata risulta perciò illegittima, per contrarietà agli artt. 3 e 97 della Costituzione. A titolo di esemplificazione delle distorsioni procurate dalla norma censurata, deve evidenziarsi che il primo effetto dell’abrogazione del vincolo paesaggistico è quello di consentire il rilascio del condono edilizio (ai sensi delle normative eccezionali del 1985, del 1994 e del 2004) anche per edificazioni che non sarebbero state condonabili.”

Qui il testo completo dell’impugnativa: http://www.affariregionali.it/banche-dati/dettaglioleggeregionale/?id=15745

I fatti

La Regione, pochi giorni prima dell’impugnativa del Governo, si era affrettata a nominare il nuovo Presidente dell’Ente nella persona del Sindaco di Fagnano Alto che aveva capeggiato l’iniziativa dei Sindaci per la riduzione del perimetro del Parco, che è come chiedere a un oste se è buono il vino.

Ma anche dopo l’impugnativa governativa la Regione ha voluto concludere la sua operazione di “revisione” nominando, senza concorso come la nuova legge consente, il nuovo Direttore, proprio quel Commissario del Parco che aveva affidato a un professionista esterno un apposito incarico per giustificare la legittimità della sottrazione di oltre 6.500 ettari.

L’intervento delle associazioni

Le Associazioni ambientaliste abruzzesi riunite da tempo nel “Comitato Salviamo il Parco Sirente Velino (Italia Nostra, WWF, Pro Natura, Mountain Wilderness, CAI, Salviamo l’Orso, LIPU, TCI, Dalla parte dell’Orso, Orso and Friends) dopo che il Governo ha impugnato la legge che ha ridotto il Parco Sirente-Velino con una conferenza stampa, tenutasi all’Aquila mercoledì 29 luglio hanno invitato la Regione a rivedere la legge e aprire il confronto sul futuro del Parco.

“Questa mattina [29 luglio] all’Aquila i rappresentanti delle Associazioni ambientaliste riunite nel Comitato Salviamo il Parco Sirente Velino hanno fatto il punto sulla situazione venutasi a creare dopo l’impugnativa di incostituzionalità della legge regionale taglia-Parco.

Il Consiglio dei Ministri, con una lunga e dettagliata argomentazione, ha impugnato la legge della Regione Abruzzo che ha tagliato il Parco Regionale Sirente-Velino, la n. 14 del 08/06/2021, mettendo in evidenza come talune disposizioni si pongono in contrasto con la normativa statale in materia di aree naturali protette e in materia di ordine pubblico e sicurezza e violano gli articoli 117, secondo comma lettera g), h), l) e s) della Costituzione, richiamando in proposito numerose sentenze della Corte Costituzionale.

L’articolato testo dell’impugnativa del Consiglio dei Ministri solleva e sottolinea una serie di illegittimità costituzionali che sarebbero presenti nella legge regionale, dal mancato coinvolgimento degli Enti locali considerato che le deliberazione dei Comuni attengono non a questa legge ma ad un’altra mai approvata, alla violazione dei principi del PATOM (il Piano per la Tutela dell’Orso Marsicano), che potrebbe determinare anche procedure di infrazione da parte della Unione Europea e rendere più difficile l’eventuale accesso ai fondi del PNRR e delle norme in vigore nei Siti Natura 2000, dal profilo dell’ordine pubblico e della sicurezza alla tutela paesaggistica, andando in totale contrasto con il Piano Paesistico attualmente vigente determinando gravi disparità di trattamento per i cittadini in quanto consentirebbe il rilascio del condono edilizio anche per edificazioni che non sarebbero state condonabili.

Emerge in particolare una criticità di fondo nell’impostazione della legge regionale sulla gestione del Parco del Sirente-Velino, quella di affidare la conservazione della natura, bene comune che riguarda l’intera collettività regionale e nazionale, a logiche puramente localistiche, proprio quello che le Associazioni ambientaliste hanno sempre contestato e che ha sostenuto e dato vigore a tutta la movimentazione condotta nell’ultimo anno. L’impugnativa del Consiglio dei Ministri esplicita proprio questo concetto: la disciplina delle aree protette rientra nella competenza esclusiva dello Stato e le Regioni possono soltanto determinare maggiori livelli di tutela, ma non derogare alla legislazione statale, insomma deve essere sempre garantito “il nucleo minimo di salvaguardia del patrimonio naturale”, che invece la riperimetrazione attuata sembra non assicurare.

Ora è necessario attendere il pronunciamento della Consulta, ma le Associazioni ambientaliste rivolgono intanto un appello alla Giunta regionale e al Consiglio per le rispettive competenze: si abbandoni la scellerata politica del baratto municipalistico in danno al grande patrimonio naturalistico del nostro territorio e alla scientificità che esso richiede, prima di perdere, oltre che la faccia, anche gli sbandierati fondi del PNRR, a causa della crescente perdita dei necessari requisiti di credibilità, si prenda in mano la situazione, si apra un tavolo di confronto, di ascolto e di nuova programmazione del territorio e si riveda la legge, determinando così la gestione del Parco regionale senza aspettare la sentenza. Auspichiamo una profonda riflessione anche da parte del neo presidente del parco Francesco D’Amore che, in qualità di Presidente della Comunità del Parco, tanto ha sostenuto, insieme al commissario Igino Chiuchiarelli ora decaduto, questa Legge inadeguata e profondamente sbagliata.

“Questa potrebbe essere una preziosa occasione per una rinnovata interlocuzione con tutti gli attori del territorio, la Regione Abruzzo, le Amministrazioni comunali, le Associazioni ambientaliste e le comunità locali – dichiarano le Associazioni – Noi siamo pronti a fare la nostra parte e a dare un fattivo contributo al dibattito, abbiamo in programma di incontrare i cittadini e di condurre un dialogo aperto che evidenzi le problematiche e le criticità presenti nelle aree del Parco regionale per far emergere le grandi potenzialità di questo territorio che risiedono proprio nel suo valore ambientale, paesaggistico e storico e i conseguenti punti di forza sui quali costruire il rilancio dell’area protetta che tanto abbiamo richiesto e auspicato da anni”.

Si avvii anche una nuova fase del Parco che da sempre è stato considerato terra di conquista per le maggioranze politiche che si sono alternate nella amministrazione della Regione Abruzzo e che invece avrebbe bisogno di competenze, capacità innovativa, spirito di iniziativa e, ovviamente, adeguate risorse finanziarie.

Le associazioni riunite nel “Comitato Salviamo il Parco Sirente Velino”

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