Italia Nostra

Data: 2 Dicembre 2023

Unesco, Napoli in pericolo tra iperturismo e mancate tutele

Sebbene il centro storico di Napoli sia compreso nella prestigiosa lista dei patrimoni dell’UNESCO, la tutela del suo patrimonio storico-artistico non ha ricevuto l’attenzione che un riconoscimento simile avrebbe richiesto. Nell’area UNESCO numerosi e diffusi interventi di ripavimentazione stradale o di manutenzione straordinaria hanno provocato la scomparsa di sampietrini e basoli in pietra lavica vesuviana, o il danneggiamento irreversibile di quest’ultimo tipo di pavimentazione storica. La maggior parte del patrimonio architettonico storico versa in uno stato di abbandono; non esiste un piano del colore e spesso i restauri delle facciate storiche sono di pessima qualità; frequentemente si utilizzano intonaci scadenti, che danno agli edifici uno sgradevole aspetto “plastificato”. L’abusivismo edilizio regna sovrano in quasi ogni condominio: ampliamenti sui terrazzi, balconi con ringhiere bombate, sopraelevazioni, verande, asportazioni degli apparati decorativi restano ancora una triste consuetudine quotidiana. L’attenzione delle istituzioni è tutta concentrata intorno a pochi beni monumentali, che per giunta rischiano di essere sottratti al libero godimento pubblico per essere trasformati in beni di consumo a pagamento.

A questo stato di degrado diffuso si unisce l’impatto sociale, culturale e ambientale del turismo di massa, che ha travolto la città a partire dal 2015. In pochi anni, nei 10 chilometri quadrati dell’area UNESCO sono state avviate circa 10.000 attività ricettive extralberghiere, reclamizzate attraverso annunci pubblicati sulla piattaforma digitale Airbnb; di questi circa il 70% riguarda la categoria dell’intero appartamento: migliaia di abitazioni sono state sottratte al mercato residenziale e trasformate in case vacanza. L’aumento degli appartamenti a uso turistico ha generato l’incremento dei prezzi degli affitti e degli sfratti per fine locazione. Oggi trovare una casa in affitto, anche nei quartieri limitrofi al centro storico, è diventato quasi impossibile non solo per le classi economicamente più fragili, ma anche per il ceto medio. A Napoli circa il 50% degli abitanti vive in affitto, perché non possiede una casa di proprietà; nel centro storico questa percentuale sale anche al 68%. Per questo l’aumento sfrenato delle case vacanze non può che provocare nel medio e lungo periodo effetti negativi sul tessuto sociale del centro storico, che insieme al suo patrimonio storico-artistico ne rappresenta l’anima viva e pulsante. Alla silenziosa estinzione degli abitanti storici bisogna aggiungere, per le stesse ragioni, quella delle botteghe e dei negozi di prossimità, sostituiti da attività commerciali turistiche (ristoranti, pizzerie, friggitorie, gelaterie, negozi di souvenir ecc.). L’area dei Decumani si è tramutata nel giro di pochissimi anni in un grande e volgare parco a tema. Strade, vicoli e piazze sono stati ricoperti di tavolini e dehors di bar e ristoranti, che hanno eroso in maniera significativa lo spazio pubblico.

Le conseguenze del boom turistico si sono manifestate anche rispetto alla viabilità cittadina: il traffico automobilistico è ulteriormente peggiorato a causa dell’ingresso quotidiano in città, soprattutto nell’area UNESCO, di decine di pullman turistici che sostano spesso in modo selvaggio, in assenza di controlli e regole efficaci. L’iperturismo ha danneggiato anche l’ambiente: l’inquinamento acustico e atmosferico sono aumentati a causa del crescente traffico aereo e crocieristico. In alcuni momenti della giornata, sui cieli di Napoli sfreccia un aereo ogni tre minuti; nel porto, davanti a piazza Municipio, ogni giorno sono ormeggiate tre navi con i motori accesi, a un passo dai poli universitari e da migliaia di abitazioni.

Il turismo rappresenta un’economia fondamentale, ma continuare ideologicamente a rifuggire l’idea di dover imporre dei limiti alla sua crescita rischia di disperdere irrimediabilmente il patrimonio immateriale della città e di produrre intollerabili ingiustizie sul piano sociale. Tutelare insieme le pietre e il popolo: è questa l’urgenza affinché entrambi non si trasformino in un falso.

Alessandra Caputi

Luigi De Falco

Anna Fava

Italia Nostra Napoli

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