Italia Nostra

Data: 15 Febbraio 2019

Chiesa di Santa Barbara, la popolazione si mobilita per salvarla

La  Sezione Gargano Terre dell’Angelo segnala la Chiesa di Santa Barbara, mettendola in “lista rossa” : un gioiello sulla sponda del Lago di Varano

La Chiesa di Santa Barbara è un gioiello sulla sponda del Lago di Varano ed è stato votato come luogo del cuore dal FAI.  Presso il Comune di Cagnano Varano si sono svolti incontri per il restauro della Chiesa di Santa Barbara. Protagonisti degli incontri il Sindaco Claudio Costanzucci Paolino,  Don Antonio Criscuoli, rettore della Chiesa di Sant’Antonio in Foresta Umbra e responsabile dell’associazione ecclesiale “Pro-Restauro Santa Barbara”, l’architetto Giuseppe Criscuoli di San Nicandro Garganico, la Dott.ssa Letizia Ercolino e l’ingegnere Carlo Ruffo, entrambi di Bari. L’obiettivo è di sensibilizzare la popolazione alla valorizzazione dei beni culturali e storici del territorio per favorire il possibile restauro di Santa Barbara. Don Criscuoli ha spiegato di essersi attivato per rendere nuovamente la chiesa luogo di culto già dal 1984, senza ottenere dei risultati poiché il Ministero delle Finanze era intenzionato a cedere la proprietà della chiesa solo a condizione di riscuotere duecento milioni di vecchie lire. Non meno di un anno fa lo Stato ha trasferito gratuitamente la proprietà della chiesa e una parte del territorio circostante al comune di Cagnano Varano. Per tale motivazione Don Criscuoli continua a combattere, insieme ai membri cagnanesi e apricenesi dell’associazione“Pro-Restauro Santa Barbara”fondata nel dicembre del 2016, e spera di vedere la chiesa pronta entro il 2020, anno in cui la struttura compirà il suo centenario di vita. D’altro canto, l’associazione ecclesiale di Don Criscuoli ha già compiuto un tentativo di restauro, pulendo le pareti che erano state macchiate e ora vuole procedere al recupero della chiesa come luogo di culto.

Nel 1920 nell’area di San Nicola Imbuti, in posizione frontale rispetto a Viale Irene, fu edificata la chiesa di Santa Barbara per favorire il culto dei civili e degli ufficiali che dimoravano nell’idroscalo. Quando ci fu l’armistizio delle forze armate italiane nel dicembre del 1943, sia l’Idroscalo sia la chiesa furono abbandonati. Oggi, la struttura si presenta esternamente intatta. La chiesa è lunga 30 metri, larga 17 e alta 10 , con una superficie di 510 mq. La forma planimetrica è all’incirca trapezoidale, il solaio è in gran parte inesistente, mentre mancano del tutto il pavimento e l’intonaco. La costruzione portante è in mattoni pieni, mentre esteriormente è rivestita da piccoli mattoni di argilla gialla. La facciata principale è a capanna, molto essenziale a differenza delle chiese romaniche e tardo-romaniche, presenta due colonne circolari con capitello in stile corinzio e un portale imponente che occupa quasi un terzo dell’intera facciata su cui campeggia un rosone con sei raggi, per la simbologia cristiana emblema di eternità. L’epigrafe sul portale: “S.Barbarae aer.aec. classium patronae”, rivela il nome di Santa Barbara, protettrice delle forze militari aeree e navali. La facciata frontale termina con la presenza di un timpano arricchito da 14 colonne circolari, sormontate da capitelli corinzi, sui cui poggiano 11 archi. Infine, nel punto più elevato del timpano vi è una croce di ferro piegata in avanti. La chiesa a croce latina possiede 3 navate, divise in 6 colonne a base quadrangolare. La navata centrale, emergente rispetto alle laterali, incrocia il transetto determinando la crociera che anticipa l’abside a forma di semicerchio; quest’ultimo elemento architettonico ospita in sommità una cupola a semisfera malconcia, ma tuttora presente. Le navate laterali a 3 campate sono racchiuse tra la facciata principale e i transetti. Sul retro del transetto di sinistra si erge la torre campanaria che svetta rispetto all’intero complesso. Infine, sei finestre circolari collocate sulle due pareti laterali illuminano la chiesa.

 

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