Italia Nostra

Data: 12 Novembre 2020

Il Palazzo Saladini Pilastri di Corso Mazzini: cosa farne?

Sembra che si accenda qualche luce di speranza per le sorti del Palazzo Saladini Pilastri di Corso Mazzini, uno dei complessi immobiliari più prestigiosi di Ascoli, che comprende oltre al grandioso Palazzo, una Chiesa da tempo immemorabile chiusa al culto e non visitabile e un giardino di stupefacente bellezza, anche  questo non fruibile pur  per una veloce visita  sia da parte dei cittadini sia da parte di  qualche avventuroso turista  giunto per caso  nei suoi  pressi.

 Come è noto, infatti, pare che il complesso sia stato messo in vendita dai legittimi proprietari. E’ evidente che per una costruzione così imponente e prestigiosa sarebbe augurabile che non si  ripeta quanto, a nostro parere  in maniera inopportuna, si è verificato per un’altro prestigioso palazzo e cioè per l’imponente Palazzo Sgariglia di Corso Mazzini, donato alla città, dai mobili Marchesi.

A più riprese la nostra Sezione propose che il Palazzo, previa la messa insicurezza e il recupero, venisse utilizzato quale prestigiosa sede di rappresentanza della Scuola di Architettura e  come sede per l’allestimento di  Mostre  importanti capaci di richiamare nella nostra città gli amanti dell’arte e del bello che sempre più numerosi sono propensi ad accogliere questi tipi di proposte.

Certo, è vero, la maledizione del Covid ha inferto un colpo mortale a queste forme di relazioni. Ma è ancora più certo che prima o poi questa calamità terminerà.  E Ascoli dovrà per forza essere pronta  a riprendere il cammino interrotto se vuole ridare forza al  ruolo che Le compete per farla uscire dalle condizioni di marginalità che  appaiono  sempre più evidenti.

Ed è indubbio che la scelta di destinare il palazzo alla funzione residenziale, se ha portato qualche utente in più nel centro storico  della città, non ha contribuito minimamente alla sua rivitalizzazione.

Non vorremmo, per questo motivo,  che anche per il prestigioso Palazzo Saladini Pilastri si ripeta la stessa storia.

Già nell’elaborazione del proposte per la realizzazione del Parco Culturale ed Ambientale di Ascoli, Giardino di Pietra, la Sezione ha indicato nella creazione di laboratori e strutture culturali le modalità d’uso più idonee dei tanti contenitori, di cui la città è ricca, per ridare alla città la  vitalità e  il ruolo che le  compete per la sua lunga storia e per il suo prestigioso  centro storico. In concreto per questo complesso veniva rilevato “quali opportunità si potrebbero cogliere se  questo immenso spazio venisse utilizzato per ospitare un Centro di Lingua e Cultura Italiana riservato al numero enorme dei discendenti di origine italiana sparsi nel mondo. La realizzazione di questa innovativa proposta consentirebbe di avere come bacino di utenza un numero straordinario di cittadini di origine italiana sparsi  nei  quattro  angoli del mondo. Si tratta di una cifra stratosferica di  oltre 50 milioni di persone,  di cui si potrebbe sollecitare l’interesse a riscoprire le proprie origini, frequentando un Corso di Lingua e Cultura Italiana in un contesto urbano e naturale così pregiato come quello di Ascoli. Quante sarebbero le professionalità utilizzabili in questa struttura? Si pensi ai Docenti di Lingua Italiana, ai Docenti di Storia dell’Arte, ai Docenti  di Geografia, Storia ed Economia. E a quelle da utilizzare per fornire i servizi di ospitalità. E poi agli esperti informatici, agli addetti alle segreterie e alla promozione, alle guide. Senza dimenticare la possibilità di organizzare durante i corsi  di varia durata escursioni per far conoscere i tanti luoghi d’Italia, di cui  gli ospiti avranno sicuramente sentito parlare dai loro parenti, magari partiti tanto tempo prima dall’Italia,”.  Una fatto è certo si metterebbe in moto  un  tale movimento di persone, attività, scambi culturali  da creare una vera e propria rivoluzione del modo di vivere della città.

Per questo  è augurabile che il Comune si faccia promotore di iniziative che favoriscano questa destinazione, sollecitando la collaborazione della sempre disponibile Fondazione, invitandola a riconsiderare la possibilità   di acquistare il Palazzo rinnovando il tentativo,  che  viene riferito,  fu avviato tanto tempo fa  peraltro senza  un esito positivo.  Se quella volta non se ne fece niente, ora veramente si presenta l’occasione per  dare un contributo  fondamentale al rilancio della città,  per avviare un processo di sviluppo di Ascoli e del territorio veramente importante e per  ridare un speranza di vita e di occupazione ai tanti giovani privi di lavoro.

E’ evidente che,  per render attuabile questo progetto sicuramente complesso, sarà necessario favorire la collaborazione e il coinvolgimento di tutti i soggetti che rappresentano la spina dorsale della cultura ed economia  del territorio:  dalla Locale  Scuola  di Architettura e Design alle Associazioni Culturali e di Tutela, dagli ordini professionali alle organizzazioni sindacali, dagli operatori economici  al mondo della scuola.

 Insomma una concorde e fattiva collaborazione per il bene della città e del territorio.

La Sezione  si augura che non si  perda anche questa occasione e che,  a fronte delle sicure difficoltà che occorrerà superare , non si rinunzi a volare altro e che si segua il virtuoso esempio dei nostri antenati che hanno sempre pensato in grande e ci hanno lasciato una eredità  che dobbiamo dimostrare di meritare.

  La Sezione Italia Nostra  di Ascoli Piceno

    (Prof. Gaetano Rinaldi )

Si allega  la Copia della Proposta per la Realizzazione del Parco Culturale ed Ambientale di Ascoli, Giardino di Pietra uno dei 10 Parchi individuati come  Moduli  nell’ambito della proposta del  Distretto della Risorse Culturali delle Terre della Primavera Sacra e della Riviera delle Palme

 

Il Distretto Culturale, un processo modulare (2) Proposta 8 parchi

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