Italia Nostra

Data: 31 Luglio 2019

La Nuova Pediatria a Padova

Lunedì 29 luglio il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia sarà a Padova per una singolare inaugurazione. L’inaugurazione di una demolizione: quella dell’edificio di Pneumologia costruito alla fine degli anni quaranta del secolo scorso a pochi metri dal bastione Cornaro. Il gesto avrebbe senz’altro senso se si intendesse in tal modo celebrare il primo passo per il riscatto di una così importante porzione del circuito murario cinquecentesco, restituendola a una condizione degna della sua importanza storica, architettonica e urbanistica, prodromo del futuro e tanto decantato “Parco delle mura e delle acque”. Se così fosse non potremmo che plaudere.

Ma la presenza del Presidente Zaia a Padova è motivata da tutt’altre ragioni. Pneumologia infatti sarà demolita non per liberare gli spazi intorno al bastione Cornaro, ma per far posto sullo stesso sedime al più grande edificio mai costruito a est di via Giustiniani, vale a dire la Nuova Pediatria, alta ben sette piani (più del doppio di Pneumologia), destinata a sopraffare senza scampo e a umiliare ulteriormente il più imponente bastione di tutta la cinta muraria cittadina, innalzato nel 1539-40 dal grande architetto della Serenissima Michele Sanmicheli.

Nei giorni scorsi il Consigliere regionale di “Veneti Uniti” Massimiliano Barison ricordava come la Nuova Pediatria rappresenti “il più grande intervento per la Sanità Padovana degli ultimi 50 anni”. Appunto. Ci chiediamo e chiediamo al Consigliere e a tutti coloro che questo progetto hanno pervicacemente voluto, se non c’era proprio nessun altro posto dove piazzare “il più grande intervento ospedaliero degli ultimi 50 anni a Padova”, se non a ridosso di un capolavoro assoluto di architettura militare veneta rinascimentale.

Nel secondo dopoguerra, la scelta di sviluppare l’Ospedale sulle mura, disattendendo le indicazioni del PRG di Piccinato, è andata di pari passo con altri misfatti urbanistici perpetrati in quegli anni: il tombinamento del Naviglio e l’annientamento del quartiere Conciapelli.

A distanza di tanto tempo, nessuno, oggi, si sognerebbe di tombinare ancora i corsi d’acqua cittadini o di radere al suolo un antico quartiere del centro storico. Per l’Ospedale, invece, gli anni Cinquanta non sono mai passati. Tutto continua come sempre. Come se le mura e i bastioni non ci fossero o fossero solo un fastidioso intralcio che purtroppo non si può demolire e ci si deve accontentare di assediare con ogni sorta di costruzioni sempre più invadenti e fuori scala. Uno stillicidio infinito che culmina ora con l’ennesimo, incredibile episodio della Nuova Pediatria.

Però finora nessuno è stato in grado di spiegare alla città perché mai la Nuova Pediatria, che richiederà in ogni caso circa sette anni di lavori, vada bene lì e soltanto lì. E altrove no. La cosa è tanto più incomprensibile e inaccettabile visto che è stato approvato il nuovo polo ospedaliero a San Lazzaro (realizzabile in tempi relativamente brevi: 90 mesi circa, stando alle dichiarazioni del Direttore dell’Azienda ospedaliera) che potrebbe offrire strutture a misura del paziente pediatrico immerse nel verde e nella tranquillità, condizioni sicuramente molto migliori di quelle consentite da una torre di oltre trenta metri calata in mezzo al traffico, circondata dal cemento e priva di una pur minima dotazione di spazi verdi. Come si fa a collocare in un contesto tanto difficile e problematico una struttura pediatrica d’”eccellenza”, che ambisce proporsi come un “modello” a livello nazionale? Con quali modelli ci si confronta e misura? Non di certo con l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, immerso in grande parco ai piedi delle colline di Careggi, o con il nuovo Hospice pediatrico Seragnoli di Bologna, per il quale Renzo Piano ha previsto bassi padiglioni a misura di bambino circondati da un bosco di 400 alberi d’alto fusto. A Padova, per costruire la Nuova Pediatria gli alberi si tagliano!

Per il Direttivo

Il presidente Renzo Fontana

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