Italia Nostra

Data: 4 Luglio 2020

Ripartire dopo Covid: Italia Nostra Ascoli presenta un programma di rilancio e riscoperta della città

In un programma dettagliato e denso di contenuti, Italia Nostra Ascoli, riassume un progetto pronto a dare un volto nuovo alla città. Parchi, monumenti, piazze, per consegnare alle generazioni future un “giardino di pietra” meraviglioso. La proposta della sezione, enunciata dal suo presidente, il prof. Gaetano Rinaldi, si presenta al pubblico.

“Concordiamo pienamente con l’intenzione dell’Amministrazione Comunale  di Ascoli di avviare un confronto con tutti  gli operatori del settore del Turismo per individuare  le iniziative più efficaci in grado di favorire la ripartenza di un settore fondamentale per la produzione di reddito e l’incremento del livello occupazionale – si legge nella missiva che accompagna il progetto – Sembra strano , invece, il mancato coinvolgimento delle Associazioni Culturali e di Tutela, che, pure,  nel corso del tempo  mai hanno  fatto mancare il loro impegno sia per assicurare la  tutela dell’integrità del patrimonio storico, artistico e naturale del territorio, sia  per proporne le modalità di valorizzazione e fruizione più responsabili  al fine di favorire lo sviluppo di un turismo responsabile, contrastando quello caratterizzato magari da grandi numeri  ma sostanzialmente limitato al  fenomeno di veloci visite non capace di creare le condizioni per l’instaurarsi di un solido e responsabile rapporto di scambio culturale ed emotivo  tra il visitatore e la comunità ospitante.

Si tratta cioè di passare dal cosiddetto turismo “mordi e fuggi” a quello residenziale  della cultura e della conoscenza.

E’ proprio per indicare ciò che si potrebbe realizzare nel nostro prestigioso territorio e nella nostra splendida città la Sezioni Italia Nostra di Ascoli, come di consueto per puro spirito di gratuito volontariato  ( e forse questo è il motivo che non consente che le proposte vengano prese in considerazione !) da tempo  sta formulando una serie  di proposte la cui realizzazione , a nostro parere, consentirebbe di avviare un  percorso di sviluppo e crescita del fenomeno turistico locale di carattere innovativo, sì da creare le condizioni per porre la città e il  suo territorio  quale esempio virtuoso  di ciò che occorre fare per scongiurare che si persista nel seguire percorsi antiquati, poco produttivi e sostanzialmente sterili, come quelli che si sono sviluppati in maniera impetuosa ma in pari tempo con effetti devastanti  nelle località più famose d’Italia come Venezia, Firenze e Roma.

Non vogliamo accennare all’idea della Realizzazione del Distretto delle Risorse Culturali delle Terre della Primavera Sacra e della Riviera delle Palme. Infatti  in  questo caso si tratta di  un  progetto troppo complesso e per certi aspetti avveniristico, che presuppone, per la sua realizzazione,  la presenza della  classe creativa, dotata delle famose tre T,  di cui parla il famoso Prof. Richard Florida.

Ci limitiamo, invece, a porre l’accento sulle  proposte meno complesse e di più facile realizzazione illustrate nel Progetto dei Parchi Culturali ed Ambientali individuati come moduli nel più complesso Progetto del Distretto Culturale. Tra questi si distingue per la sua  importanza il Parco  di Ascoli, Giardino di Pietra.

La proposta valorizzazione delle pregevoli  risorse della città non mira peraltro a favorire il fenomeno delle visite veloci  e sostanzialmente sterili, che tra  l’altro richiedono  volumi particolarmente elevati di presenze per assicurare un ritorno economico accettabile (come è noto, infatti, si ritiene  che  solo in presenza di un numero di visitatori superiore almeno alle  400 mila unità questo tipo di turismo produce qualche effetto economico soddisfacente  determinando peraltro in pari tempo  il danno  non  indifferente del cosiddetto inquinamento turistico e della non vivibilità). Per Ascoli, invece, va privilegiato un altro tipo di turismo che  prevede la fornitura di servizi  culturali  di alto livello,  capaci di invogliare i visitatori  a trattenersi  per un  periodo di tempo abbastanza lungo  nella città e  nel territorio per diventare  in certo qual modo come dei  nuovi cittadini pronti ad avviare un virtuoso  processo di scambio culturale con la comunità ospitante.

Quindi meno visitatori, meno inquinamento e, invece, più reddito e incremento della produzione di cultura.

Non è il caso di precisare cosa si potrebbe fare. Basti accennare alla possibilità di creare una serie di laboratori, magari utilizzando alcune delle tante chiese chiuse  al culto presenti nella città o consentendo la fruizione delle preziose case coloniche e delle ville presenti nel dolce luminoso sistema collinare per avvicinare magari  gli ospiti alle pratiche agricole tradizionali ancora esercitate nel territorio. Non dimenticando la possibilità, come sostenuto dal Ministro Luigi Di Maio, di utilizzare per incrementare il numero di visitatori l’enorme bacino dei tanti cittadini di origine italiana sparsi nel mondo  intero (Si parla di circa 65 milioni di potenziali  visitatori contattabili).

 Ma non si tratterebbe di invitare questi ospiti solo per una breve visita. Converrebbe, invece, realizzare, magari utilizzando uno dei tanti edifici abbandonati presenti nel centro storico,  un avveniristico Centro di Lingua e Cultura Italiana aperto alla frequentazione di questi i cittadini, offrendo loro la possibilità di seguire corsi  di varia durata per consentire loro  di riscoprire il fascino delle proprie origini.

Comunque  l’augurio è che  prosegua l’approfondimento di queste vitali problematiche non dimenticando possibilmente il coinvolgimento  delle Associazioni Culturali e di tutela e quello fondamentale della Scuola di Architettura e Design di Ascoli Piceno, che potranno fornire sicuramente un valido contributo di idee e proposte.

 

                   Il Presidente della Sezione

                   ( Prof. Gaetano Rinaldi )

Il Parco Culturale ed Ambientale di Ascoli, giardino di Pietra

 

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