In un programma dettagliato e denso di contenuti, Italia Nostra Ascoli, riassume un progetto pronto a dare un volto nuovo alla città. Parchi, monumenti, piazze, per consegnare alle generazioni future un “giardino di pietra” meraviglioso. La proposta della sezione, enunciata dal suo presidente, il prof. Gaetano Rinaldi, si presenta al pubblico.
“Concordiamo pienamente con l’intenzione dell’Amministrazione Comunale di Ascoli di avviare un confronto con tutti gli operatori del settore del Turismo per individuare le iniziative più efficaci in grado di favorire la ripartenza di un settore fondamentale per la produzione di reddito e l’incremento del livello occupazionale – si legge nella missiva che accompagna il progetto – Sembra strano , invece, il mancato coinvolgimento delle Associazioni Culturali e di Tutela, che, pure, nel corso del tempo mai hanno fatto mancare il loro impegno sia per assicurare la tutela dell’integrità del patrimonio storico, artistico e naturale del territorio, sia per proporne le modalità di valorizzazione e fruizione più responsabili al fine di favorire lo sviluppo di un turismo responsabile, contrastando quello caratterizzato magari da grandi numeri ma sostanzialmente limitato al fenomeno di veloci visite non capace di creare le condizioni per l’instaurarsi di un solido e responsabile rapporto di scambio culturale ed emotivo tra il visitatore e la comunità ospitante.
Si tratta cioè di passare dal cosiddetto turismo “mordi e fuggi” a quello residenziale della cultura e della conoscenza.
E’ proprio per indicare ciò che si potrebbe realizzare nel nostro prestigioso territorio e nella nostra splendida città la Sezioni Italia Nostra di Ascoli, come di consueto per puro spirito di gratuito volontariato ( e forse questo è il motivo che non consente che le proposte vengano prese in considerazione !) da tempo sta formulando una serie di proposte la cui realizzazione , a nostro parere, consentirebbe di avviare un percorso di sviluppo e crescita del fenomeno turistico locale di carattere innovativo, sì da creare le condizioni per porre la città e il suo territorio quale esempio virtuoso di ciò che occorre fare per scongiurare che si persista nel seguire percorsi antiquati, poco produttivi e sostanzialmente sterili, come quelli che si sono sviluppati in maniera impetuosa ma in pari tempo con effetti devastanti nelle località più famose d’Italia come Venezia, Firenze e Roma.
Non vogliamo accennare all’idea della Realizzazione del Distretto delle Risorse Culturali delle Terre della Primavera Sacra e della Riviera delle Palme. Infatti in questo caso si tratta di un progetto troppo complesso e per certi aspetti avveniristico, che presuppone, per la sua realizzazione, la presenza della classe creativa, dotata delle famose tre T, di cui parla il famoso Prof. Richard Florida.
Ci limitiamo, invece, a porre l’accento sulle proposte meno complesse e di più facile realizzazione illustrate nel Progetto dei Parchi Culturali ed Ambientali individuati come moduli nel più complesso Progetto del Distretto Culturale. Tra questi si distingue per la sua importanza il Parco di Ascoli, Giardino di Pietra.
La proposta valorizzazione delle pregevoli risorse della città non mira peraltro a favorire il fenomeno delle visite veloci e sostanzialmente sterili, che tra l’altro richiedono volumi particolarmente elevati di presenze per assicurare un ritorno economico accettabile (come è noto, infatti, si ritiene che solo in presenza di un numero di visitatori superiore almeno alle 400 mila unità questo tipo di turismo produce qualche effetto economico soddisfacente determinando peraltro in pari tempo il danno non indifferente del cosiddetto inquinamento turistico e della non vivibilità). Per Ascoli, invece, va privilegiato un altro tipo di turismo che prevede la fornitura di servizi culturali di alto livello, capaci di invogliare i visitatori a trattenersi per un periodo di tempo abbastanza lungo nella città e nel territorio per diventare in certo qual modo come dei nuovi cittadini pronti ad avviare un virtuoso processo di scambio culturale con la comunità ospitante.
Quindi meno visitatori, meno inquinamento e, invece, più reddito e incremento della produzione di cultura.
Non è il caso di precisare cosa si potrebbe fare. Basti accennare alla possibilità di creare una serie di laboratori, magari utilizzando alcune delle tante chiese chiuse al culto presenti nella città o consentendo la fruizione delle preziose case coloniche e delle ville presenti nel dolce luminoso sistema collinare per avvicinare magari gli ospiti alle pratiche agricole tradizionali ancora esercitate nel territorio. Non dimenticando la possibilità, come sostenuto dal Ministro Luigi Di Maio, di utilizzare per incrementare il numero di visitatori l’enorme bacino dei tanti cittadini di origine italiana sparsi nel mondo intero (Si parla di circa 65 milioni di potenziali visitatori contattabili).
Ma non si tratterebbe di invitare questi ospiti solo per una breve visita. Converrebbe, invece, realizzare, magari utilizzando uno dei tanti edifici abbandonati presenti nel centro storico, un avveniristico Centro di Lingua e Cultura Italiana aperto alla frequentazione di questi i cittadini, offrendo loro la possibilità di seguire corsi di varia durata per consentire loro di riscoprire il fascino delle proprie origini.
Comunque l’augurio è che prosegua l’approfondimento di queste vitali problematiche non dimenticando possibilmente il coinvolgimento delle Associazioni Culturali e di tutela e quello fondamentale della Scuola di Architettura e Design di Ascoli Piceno, che potranno fornire sicuramente un valido contributo di idee e proposte.
Il Presidente della Sezione
( Prof. Gaetano Rinaldi )
Il Parco Culturale ed Ambientale di Ascoli, giardino di Pietra