Sicilia, 7 luglio 2020. Alla fine è scontro. Muro contro muro. La norma viene approvata con i voti della maggioranza più Italia viva. Movimento 5 Stelle, Partito democratico e Attiva Sicilia invece, insorgono. Passa dunque in commissione Ambiente all’Ars l’estensione della sanatoria del 2003: la norma, che era già stata presentata durante la scorsa legislatura, ripropone l’estensione degli effetti del terzo condono edilizio del 2003 anche alle aree sottoposte a vincolo di inedificabilità relativa.
Che dire? Uno spettro si aggira per la Sicilia: lo spettro del condono edilizio. Spettro che, inesorabilmente, ritorna ad essere presente innanzitutto nelle opache stanze del potere regionale. E negli insidiosi “anfratti” di certi disegni di legge. Nel merito: l’articolo 18 del disegno di legge governativo sull’edilizia, in discussione presso l’Assemblea regionale siciliana, è, a parere di Italia Nostra, un vero e proprio condono: checché ne dicano l’assessore regionale al Territorio e ambiente Cordaro, che ha proposto il ddl, e il presidente della Regione Siciliana Musumeci, che lo ha presentato.
L’assessore Cordaro, ineffabilmente, nega non solo il tentativo di sanatoria nelle “zone a inedificabilità relativa”, ma nega anche l’esistenza stessa della “inedificabilità relativa”. In sostanza, con questa proposta di legge si vuole estendere la sanatoria del “terzo condono edilizio” del 2003 anche a quelle istanze relative a immobili costruiti in aree vincolate. Insomma: se questa manovra andasse a buon fine, si allargherebbe la maglia degli abusi condonabili anche a quelli commessi in aree vincolate, come ad esempio nelle zone sottoposte a vincoli paesaggistici, archeologici e idrogeologici. Contraddicendo, dunque, i ripetuti proclami del presidente della Regione Siciliana Musumeci, in ordine alla sicurezza dei cittadini e alla tutela-valorizzazione del territorio e del paesaggio dell’Isola. Ancora una volta, noi di Italia Nostra, siamo costretti a denunciare l’ennesimo, sconcertante tentativo di sanatoria proveniente dall’Assemblea Regionale Siciliana.
E’ evidente il fatto che la norma sia incostituzionale e, qualora fosse approvata in Aula, sarebbe inevitabilmente impugnata dal Consiglio dei Ministri. Nel frattempo, però, il territorio, il paesaggio, i beni culturali della Sicilia subiranno altre offese. Altri danni.
Leandro Janni – Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia