Italia Nostra

Data: 31 Gennaio 2019

Villa Emo. Un dovere mantenere la fruibilità pubblica e garantire la tutela

La vicenda della vendita di villa Emo, mirabile opera del Palladio ad un soggetto privato da parte della Fondazione Bancaria che ne deteneva la proprietà, è un triste segnale del decadimento della nostra regione, dove, per motivi contabili, non si esita nel mettere a reddito i suoi simboli.

Poco interessano ora le “lacrime di coccodrillo” di molti politici e cittadini, che fingono di non sapere e capire, che la malagestione delle banche cooperative nel Veneto ha dato un altro amarissimo frutto, oltre ai danni fatti a migliaia di persone.

ITALIA NOSTRA, come associazione, da sempre si occupa di “la tutela del Patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione”, ritiene che l’alienazione di un simile bene ad un privato cittadino sia sempre una gravissima perdita culturale, elemento ben più devastante della perdita patrimoniale.

La rinuncia a detenere e proteggere un simile “bene comune”, frutto della ricchezza dei nostri avi, è la plastica dimostrazione del fallimento culturale della nostra società, che pesa ben più della risibile somma di 15 milioni di euro che sarà pagata e che rappresenterà una goccia nei bilanci sfondati di quelle perverse creature che sono le Fondazioni bancarie, rappresentate a Treviso, dalla pessima Fondazione Cassamarca, che ha dilapidato un patrimonio di 1000 milioni di euro in 25 anni sotto la guida dell’ineffabile Dino De Poli, ora per fortuna in quiescenza.

La legge italiana, ed in particolare il Decreto Legislativo 42/2004 (erede della gloriosa Legge 1089/39) protegge simili “beni culturali”, che devono essere conservati e dati in fruizione pubblica, anche da un acquirente privato.

Lavoreremo per chiedere alla Soprintendenza Regionale del Veneto ed al Ministero per i Beni e le Attività Culturali che l’attuale decreto di vincolo venga revisionato, in modo da garantire la fruizione pubblica del bene e la sua tutela per tutti i cittadini italiani e stranieri e come testimonianza del genio del Palladio, che vale come 100 metri di Superstrada Pedemontana Veneta!

Non si tratta di una “guerra al privato”, ma di una “legittima difesa” di un bene comune, che trova la sua principale ragion di essere solo se resta principalmente di fruizione pubblica.

Si tratta di un percorso non semplice e non sempre dagli esiti scontati perchè le aspirazioni del proprietario privato sono spesso dettate da logiche economiche e da ragionamenti che lasciano poco spazio alla tutela, ma speriamo che la nuova proprietà sia “più illuminata” dalla Fondazione bancaria, che aveva in custodia tale bene ed ha pensato di venderlo per salvarsi da un crack, che se non arriverà oggi, probabilmente sarà solo rinviato.

Se però ci fossero idee diverse o un uso squisitamente privatistico del bene, è opportuno che il decreto di vincolo sia revisionato, precisando con chiarezza obblighi e possibilità di trasformazione e garantendo il pubblico interesse in misura anche maggiore di com’è stato fino ad oggi.

Su questo tema si concentreranno i nostri sforzi a livello di sezione di Treviso, di Comitato Regionale e Nazionale con la richiesta a tutti di aderire ad un simile lavoro, perchè # VILLA EMO E’ DI TUTTI.

Per adesioni, iniziative o altre idee scrivere a: treviso@italianostra.org #villaemoèditutti

 

ITALIA NOSTRA Treviso il presidente Romeo Scarpa

 

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