Italia Nostra

Data: 7 Giugno 2018

Fabbrica di laterizi Aletti a Rende (Cosenza): segnalazione per la Lista Rossa

Indirizzo/Località: C.da Saporito – Rende (Cosenza)

Tipologia generale: archeologia industriale

Tipologia specifica: sito

Configurazione strutturale: la fabbrica è costituita da un impianto a vapore con canna da 30 metri, una motrice a cassette orizzontali a due cilindri annodati tipo Wolf dalla forza normale di 30 hp e massima di 40 ha, una caldaia cilindrica orizzontale a due bollitori sottostanti costruita per la pressione di 10 atm effettive, due pompe a vapore duplex dalla portata di 1500 litri d’acqua l’ora.

Epoca di costruzione: sec. XX

Comprende:  ex fabbrica della fornace e villaggio operaio

Uso attuale: stato di abbandono

Uso storico: fornace con villaggio operaio

Condizione giuridica: sito tutto  privato

Segnalazione: del 19 febbraio 2018 – segnalazione della sezione di Cosenza di Italia Nostra – cosenza@italianostra.org

Motivazione della scelta: La ditta “F.lli Aletti Laterizi Rende sdf” viene costituita il 3 marzo 1917 da una famiglia di imprenditori varesini, e fu attiva sino al 1948, anno che venne ceduta in fitto a D. Spadafora. La fabbrica, ed il villaggio, sono costruiti in muratura “faccia a vista”, tecnica costruttiva espressione di una cultura architettonica particolarmente attiva agli inizi del Novecento, dove “il ferro deve apparire come ferro, la pietra come pietra, il legno come legno…” (V. Le duca, Dictionnaire raisonné de l’architecture francaise, ….).

Presentano, dunque, i caratteri tipici dell’edilizia realizzata nei primi anni del Novecento, che vede la compresenza di soluzioni tecnologiche più tradizionali, come le murature portanti in mattoni pieni, le coperture in legno a fianco di soluzioni moderne caratterizzate dall’uso di nuovi materiali come il ferro ed il cemento per gli orizzontamenti. La tipologia delle case operaie si muove in quegli anni in Europa tra due soluzioni estreme: il casermone e/o falansterio a più piani per più nuclei familiari e la casa unifamiliare (Bene privato).

L’accessibilità al sito è solo esterna e non fruibile internamente. E’ indubbio che un uso adeguato può, e deve impedire che queste emergenze si trasformino in “altro” rispettando il più possibile lo spirito originario attraverso un progetto che riannodi il legame con il passato. Questo non significa rifiutare a priori scelte progettuali, né escludere componenti innovative del campo del restauro, si rende però necessario che queste ultime intessano un dialogo aperto con l’esistente senza prevaricazioni e fraintendimenti. L’auspicio è che il complesso Aletti possa esser oggetto di un intervento sotteso a ricucire i nessi perduti instaurando un efficace dialogo fra passato e presente, fra permanenza e mutazione.

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