Italia Nostra

Data: 23 Marzo 2015

Salviamo gli insediamenti rupestri del territorio crotonese, patrimonio culturale a rischio

Nel territorio della provincia di Crotone esiste un patrimonio culturale naturalistico e paesaggistico di grande valore, ancora poco o affatto conosciuto, meritevole di tutela e salvaguardia prima che scompaia per sempre. Si tratta degli insediamenti rupestri basiliani, ampiamente diffusi nel territorio della preSila crotonese, lungo la fertile valle del fiume Neto, via di comunicazione privilegiata tra la via jonica traianea, detta via de Apulia, i monti della Sila ed il versante tirrenico. Tali siti, tra i più rilevanti della Calabria, sono legati ad un’identità comune, quella religiosa, ed in particolare alla presenza di seguaci, non necessariamente monaci, della regola di Basilio Magno, padre della Chiesa e del cattolicesimo d’Oriente, emigrati dalla Grecia sin dal VI secolo ed ancora di più nell’VIII sec. d.C., in fuga dalle persecuzioni iconoclaste dell’impero bizantino.

Alcuni dei siti presentano una frequentazione ancora più antica, risalente al Neolitico, come l’insediamento rupestre di Timpa delle Grotte dei Santi, nel territorio di Caccuri, a picco da tre lati sulla valle del Neto, un raro esempio di complesso monastico rupestre in Calabria, addirittura un unicum per il Mezzogiorno. Si tratta di un nucleo insediativo di cui oggi sussistono almeno 4 unità rupestri monocellulari gravitanti intorno ad una chiesa rupestre ricavata nella calcarenite, con tre nicchie affrescate sul fondo, legata forse al culto di san Nicola. All’interno della grotta, numerose immagini di Santi scolpite nella parete, a conferma della presenza dei basiliani, presumibilmente autori delle cinque icone ritrovate, alcune in condizioni assai precarie: il Cristo Pantocrator, la Madonna Odighitria, icona tipica della tradizione monastica basiliana, la testa del Bambin Gesù, l’immagine dell’Arcangelo Gabriele. In cima al colle, il cenobio con cinque grotte in posizione dominante sulla valle del fiume Neto. Un luogo di grande suggestione e bellezza, che riporta indietro nel tempo, agli albori del cristianesimo in Calabria, una testimonianza di grande valore storico culturale, che non ha ricevuto alcuna cura e/o attenzione da parte delle Istituzioni, visto che, a causa della mancata custodia, parte del patrimonio artistico è andata distrutta, mentre viene impedita la fruizione della grotta da parte di un privato.

Italia Nostra chiede che il Bene, considerato il più antico luogo di culto bizantino del territorio, sia dichiarato di interesse culturale e che siano oggetto di interventi urgenti di restauro conservativo le icone presenti nelle grotte prima che siano completamente distrutte. Sempre a Caccuri, in località San Biagio, altri interessanti insediamenti, tra i quali una piccola grotta adibita a chiesa rupestre, con i resti di altare e segni cruciformi incisi sulla volta, dove i monaci sostavano in preghiera. Anche questi siti, segnalati come la Timpa dei Santi dall’archeologo D.Marino agli inizi degli anni ’80, meritano di essere custoditi e tutelati. Altre chiese rupestri sono state rinvenute a S.Severina, a Petilia Policastro ed a Cotronei, sempre nel territorio crotonese. Diversa la situazione degli insediamenti rupestri a Casabona, altro paese dell’entroterra crotonese, dove, in località Valle Cupa, centinaia di grotte fanno bella mostra di sé offrendo uno spettacolo armonioso ed intrigante dal punto di vista paesaggistico e naturalistico. Il villaggio si distribuisce sui due versanti della forra di Vallecupa. Lungo il versante sinistro della valle si distende il nucleo maggiore, distribuito su ben sette terrazze parallele ad andamento sinuoso confluenti verso l’asse viario di fondovalle, su ognuna delle quali si dispongono decine di grotte scavate nell’arenaria. All’interno di alcune grotte si rinvengono nicchie archiacute, elemento che sembra poter indicare una cronologia tardomedievale. La lunga durata di attività dell’insediamento antropico a Valle Cupa è testimoniata dalla circostanza che ancora negli anni ‘40 quasi tutte le unità rupestri, circa 450, erano utilizzate dagli abitanti del luogo.

Italia Nostra condivide il progetto, proposto una decina di anni fa, di creare un parco culturale degli insediamenti rupestri del crotonese per una gestione comune di questi rilevanti Beni, ritenendo che la realizzazione di tale progetto sia indispensabile per contemperare le esigenze di tutela e salvaguardia dell’ ingente patrimonio con quelle di un auspicabile sviluppo turistico.

Teresa Liguori – Vicepresidente Nazionale di Italia Nostra

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Ecco alcune immagini (p.g.c. archeologo Domenico Marino, che ringraziamo):

Casabona_grotte. Foto di Domenico Marino

Casabona_grotte (foto D. Marino)

Santa Severina_Santo Ponte_grotta (foto D. Marino)

Santa Severina_Santo Ponte_grotta (foto D. Marino)

Santa-Severina_Grotte di Giulianetta (foto D. Marino)

Santa Severina_Grotte di Giulianetta (foto D. Marino)

Caccuri_Timpa dei Santi_chiesa rupestre (foto D. Marino)

Caccuri_Timpa dei Santi_chiesa rupestre (foto D. Marino)

 

Consulta la cartina degli insediamenti rupestri in Calabria

Consulta la cartina degli insediamenti rupestri nel territorio crotonese

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Note:

Insediamenti rupestri del territorio crotonese: nel comune di Verzino, Cerenzia, Caccuri, S.Severina, Belvedere Spinello, Rocca di Neto, Casabona e Cotronei.

-Timpa delle Grotte dei Santi. Timpa è un sinonimo generico di collina, precipizio o rupe.

-San Basilio Magno di Cesarea (329-379 d.C.) dottore della Chiesa. Autore delle Regole-

dette Codice Basiliano- fonte di ispirazione per tutto il monachesimo orientale. Al Codice B.

si ispirano i monaci del monastero esarchico di S.Maria di Grottaferrata (RM) fondato da

-San Nilo da Rossano, (910-1005) la figura più rappresentativa del basilianesimo. Sapiente rinnovatore e continuatore della civiltà neogreca in Calabria e nel meridione.

 

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