Italia Nostra

Data: 30 Agosto 2022

Italia Nostra Faenza: Posizioni e iniziative discutibili relative al patrimonio culturale

Con l’approssimarsi dell’inaugurazione del Salone dell’Arengo del Palazzo del Podestà in coincidenza con la mostra mercato di Argillà Italia, ghiotte occasioni per i consueti cori di esultanza, ci sia consentito esprimere il nostro disagio nel constatare atteggiamenti, posizioni e iniziative discutibili per il patrimonio culturale della città, proprio nell’area coinvolta dalle manifestazioni.

Il primo eclatante problema è il vulnus dell’intromissione della scala di sicurezza in uso al Salone, in realtà un’autentica Scala Torre, che a nostro avviso potrebbe far sorgere il dubbio di violazione delle norme urbanistiche regionali essendo eretta in un’area pubblica, probabilmente con l’alibi del principio machiavellico del fine che giustifica i mezzi. Tale principio però a parer nostro non supera l’insufficienza della ricerca di possibili soluzioni alternative o dell’individuazione di strutture meno invasive e di minor impatto: resta e resterà in tutta evidenza la responsabilità molto pesante e la considerazione tutt’altro che positiva dei progettisti e di tutti – singoli ed enti – che hanno promosso, condiviso, avvallato e approvato, tale assurda costruzione che pesa come un macigno su un’area privilegiata del Centro Storico.

Uno dei percorsi obbligati per accedere dalla Piazza del Popolo dalla tipica pavimentazione ora sconnessa, alla Piazza delle Erbe non ancora coinvolta nelle progettate operazioni di maquillage, è il Voltone del Podestà nel quale sopravvivono i due rari per Faenza capitelli romanici (XII secolo) con le interessanti iconografie dei bestiari medievali: restaurati recentemente con una accorta operazione, non sono purtroppo adeguatamente valorizzati, anzi sono sviliti come tutto il Voltone dalla presenza incompatibile dei chioschi chiusi da vetrine e adibiti a scopi pubblicitari, quasi un retaggio aggiornato delle vecchie strutture ad uso commerciale. La riqualificazione del Palazzo del Podestà richiede una opportuna soluzione. E relativamente al tema degli accessi, come non citare poi quello gratuitamente estroso all’ascensore su corso Saffi?

Infine non va sottovalutato lo sfregio arrecato al cancello della scala d’accesso al Salone dell’Arengo con la tinteggiatura bianca, forse non casualmente coordinata con l’allestimento del bar attiguo: un’operazione imbarazzante se si considera che si tratta di una delle diverse parti dell’inferriata settecentesca che recingeva il Fonte monumentale fino al 1897; le altre parti come noto sono all’ingresso del Liceo, dell’ex Istituto d’arte, in Cattedrale e al Palazzo delle Esposizioni. La nostra richiesta all’Amministrazione sia di spiegazioni che di riportare il manufatto alla situazione originaria, anche in base alle considerazioni d’ordine storico, è rimasta senza risposta tanto da far sospettare che l’iniziativa non sia uno scherzo né l’opera di un buontempone ma sia frutto di una precisa volontà. Se così fosse, è evidente la preoccupazione nel constatare le prove di un atteggiamento goliardico che si ripropone ciclicamente a partire dai giardinetti e allestimenti natalizi che interferiscono con la lettura di monumenti quali Fontana, Teatro ecc.

Vorremmo ricordare infine che il concetto di bene culturale, ampiamente diffuso e recepito ormai da decenni, non considera esclusivo il valore artistico dell’oggetto o manufatto, bensì estende il valore a tutte le testimonianze, in primis quelle di proprietà pubblica che rivestano interesse o valore testimoniale, come sancito peraltro dal Codice dei beni culturali. Pertanto, trattandosi nel caso specifico di un “bene culturale”, rinnoviamo l’invito al ripristino della situazione originaria del cancello; ne va della credibilità degli uffici preposti.

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