Italia Nostra

Data: 17 Dicembre 2018

Documento di Italia Nostra FVG sulla Proposta di Legge regionale n.26

Si pubblica il documento predisposto dal Consiglio regionale FVG di Italia Nostra sulla Proposta di Leggere regionale n.26 in materia Urbanistica

Oggetto: Proposta di Legge n. 26/2018 – Regione Friuli Venezia Giulia

Il Consiglio Direttivo regionale dell’Associazione Italia Nostra, vista la Proposta di Legge regionale n. 26/2018 presentata da alcuni consiglieri regionali, finalizzata all’adozione di “Misure urgenti per il recupero della competitività regionale”, che tuttavia prevede anche la soppressione di alcuni controlli regionali sulle varianti dei piani regolatori comunali, richiamandosi ai principi che Italia Nostra sostiene su questo argomento sin dalla sua fondazione, esprime perplessità sulla proposta, in particolare riguardo al suo contenuto urbanistico-edilizio.

L’attuale legislazione urbanistica regionale considera le zone del territorio  suddivise  in vari ambiti, aventi caratteristiche spaziali e forme  edificate diverse: agglomerati urbani con caratteri storici, artistici e di pregio ambientale (zone A), parti totalmente o parzialmente edificate (zone B), zone residenziali di espansione (zone C), insediamenti industriale e artigianali (zone D), zone agricole e forestali (E), zone di tutela ambientale (F), insediamenti turistici (zone G), insediamenti commerciali (zone H), insediamenti direzionali (zone I), attrezzature portuali (zone L), attrezzature aeroportuali (zone M), attrezzature di interscambio merci (zone N), zone miste (O), servizi di interesse regionale e comprensoriale (zone P).

La Proposta di Legge, inserendo la possibilità di modificare l’estensione di queste zone, conservando inalterate solo quelle agricole-forestali e di tutela ambientale, riduce le caratteristiche spaziali e le forme edificate del territorio in soli tre ambiti. Essi sono: l’edificato (che comprende le zone A, B, C, D, G, H, I, L, M, N), l’agricolo-forestale (zone E) e gli abiti di tutela ambientale (zone F). In conclusione i centri storici (zone A) e gli ambiti ad essi adiacenti (zone B) vengono indistintamente assimilati alle zone industriali, commerciali, ecc. La loro conservazione risulta così completamente compromessa, fatta esclusione dei complessi tutelati dal MIBAC. Infatti, dopo questa premessa, viene esposta la norma che ammette dovunque l‘incremento dei volumi e delle superfici edificate del 50 per cento, in deroga alle norme dei Piani Regolatori in vigore. Piani che, nonostante le loro frequenti superficialità e manchevolezze tendono a far conservare ai nostri centri storici e all’edificato ad essi adiacente i loro specifici caratteri spaziali e formali.

Tali sistematiche deroghe alle normative dei Piani esistenti si susseguono in molteplici articoli della Proposta.

Questo stravolgente indirizzo urbanistico viene confermato dalle norme dirette a favorire la riqualificazione degli insediamenti turistici. Oltre ad ammettere un incremento base del 40 per cento della superficie, con varie possibilità di aumentare tale misura fino al 60 per cento, viene inserita la possibilità di sopraelevare gli edifici ovunque essi si trovino, senza distinzioni collegate ai caratteri paesaggistici dei luoghi.

Gli estensori di questa Proposta di Legge (n. 26/2018) non conoscono evidentemente il suggerimento che, recentemente, l’Associazione Nazionale Centri Storico Artistici (ANCSA) ha espresso sul tema della riqualificazione delle innumerevoli zone di espansione degradate delle nostre città, realizzate nel secondo dopoguerra e in anni recenti. Secondo questa direttiva i progetti di recupero di questi “non luoghi” dovrebbero cercare di rispettare i caratteri fondamentali del “luogo”. Così l’ANCSA ripropone esplicitamente la concezione di quello che gli antichi definivano come il “genius loci”. Forse quest’idea è troppo astratta per essere compresa in tempi in cui si ritiene che il progresso s’indentifichi col solo arricchimento economico e non riguardi alcun altro aspetto dell’esistenza umana.

In conclusione si esprime la più assoluta contrarietà a un simile modo di concepire l’urbanistica di un territorio come il nostro, ancora ricco di storia e di memorie.

Udine 03/12/2018

Il Consiglio Direttivo regionale del Friuli Venezia Giulia di Italia Nostra

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