Indirizzo/Località: Via Vecchia Sferracavallo, località Cancello – Atina (Frosinone)
Tipologia generale: opera difensiva e di incastellamento
Tipologia specifica: mura difensive
Configurazione strutturale: sito costituito da una porta medievale, costruita riutilizzando pietre di epoca romana e da un circuito di mura con due torri
Epoca di costruzione: sec. XI
Uso attuale: intero bene in grave stato di abbandono e infestato da rovi ed arbusti
Uso storico: importante baluardo difensivo la cui distruzione è avvenuta nel 1195 ad opera dell’abate cassinese Roffredo
Condizione giuridica: proprietà privata
Segnalazione: del 10 febbraio 2018 – segnalazione firmata da un cittadino
Motivazione della scelta: Sistema di fortificazione medievale, attualmente di proprietà privata, sito in Atina, località Cancello, costituito da una porta medievale, costruita riutilizzando pietre di epoca romana e da un circuito di mura con due torri ancora in piedi. Il bene è accessibile a piedi. Le mura e le torri sono infestate da rovi ed arbusti. Vi è poi un vistoso traliccio di alta tensione posto a fianco della torre più alta che compromette la fruibilità estetica del bene culturale.
Le intemperie, i terremoti (Atina è classificata zona sismica 1), nonché l’incuria degli uomini (che hanno abbattuto parte del tracciato murario per realizzarvi una superstrada), hanno compromesso questo sistema difensivo che merita di essere preservato e valorizzato. Il passo fortificato di Cancello è citato per la prima volta da Riccardo da San Germano in “Cronica”, nel descrivere la sua distruzione avvenuta nel 1195 ad opera dell’abate cassinese Roffredo. Ne parla poi Angelo de Tummulillis, “Notabilia temporum”, allorché descrive la battaglia di Roccasecca tra Luigi II d’Angiò e Ladislao I d’Angiò-Durazzo che si contendevano il Regno di Napoli. Il suo stato attuale è dettagliatamente descritto da Rizzello Marcello e Sorrentino Antonio in: “Atina dall’Alto Medioevo alla fine dell’Età feudale” – Formia, 1993. Inoltre il Passo fortificato di Cancello è raffigurato nella cinquecentesca Galleria delle carte geografiche in Vaticano, come pure in molta cartografia di epoca moderna.