Italia Nostra

Data: 24 Aprile 2020

Modena: sulle caserme Fanti e Garibaldi, dura presa di posizione di Italia Nostra

Modena: sulle caserme Fanti e Garibaldi, dura presa di posizione di Italia Nostra. “Il presidente della Provincia Tomei si dice soddisfatto di questa vendita patrimoniale, preziosa per le spese correnti di manutenzione di strade e scuole. Dalla vocazione pubblica alle abitazioni di lusso, oggi si dice gentrificazione. Il capogruppo di maggioranza del 1998, Giorgio Pighi disse che questi edifici debbono restare pubblici”, così l’associazione modenese presieduta dall’ex giudice di cassazione Giovanni Losavio interviene ipotizzando una noncuranza di magistratura e Corte dei Conti nel caso della caserma Garibaldi, pure sollecitata con un esposto di otto anni fa. “Esaurita la funzione militare oltre 40 anni or sono – scrive Italia Nostra – la Garibaldi è stata poi affidata alla Agenzia del Demanio che ne ha trascurato la manutenzione negli anni e ancora rimane inerte di fronte al progressivo degrado e al rischio di conseguenze irreversibili. Un danno grave a un bene riconosciuto parte del demanio culturale dello Stato. La stampa cittadina lo ha ripetutamente denunciato. Per un principio del codice penale chi ha l obbligo di impedire un fatto dannoso e non lo impedisce è responsabile di quel fatto. Lo avevamo scritto ormai 8 anni or sono in un esposto diretto. Del nostro esposto neppure un cenno di ricevuta. Evidentemente l’esposto neppure fu considerato fonte di notizia di reato ed è stato quindi subito cestinato, come un anonimo o uno scritto stravagante che non merita considerazione perché non attiene alle attribuzioni proprie del Pm. Stessa sorte la sollecitazione verso il Procuratore presso la Corte dei Conti rimasto indifferente al grave danno (erariale) al patrimonio dello Stato menomato dalla protratta inadempienza della cura conservativa negata alla Caserma Garibaldi. Chiaro l’intento di Italia Nostra, – conclude l’associazione – non certo punitivo verso le sconosciute persone fisiche dei funzionari in concreto (e con difficoltà) identificabili come responsabili della inefficiente custodia. Si intendeva porre il problema della responsabilità dello Stato nella cura del proprio demanio culturale di fronte al progressivo degrado, arrestabile”

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