Italia Nostra

Data: 2 Marzo 2020

Monte Nerone e Monte Catria sotto la lente d’ingrandimento delle associazioni per gli interventi sulle stazioni sciistiche

 

Monte Nerone e monte Catria: gli interventi di potenziamento delle stazioni sciistiche sono sotto la lente di ingrandimento delle associazioni Lupus in Fabula, Italia Nostra, Lac e Lav. “L’inverno avaro di precipitazioni e con temperature notevolmente sopra la media – affermano le associazioni in una nota diffusa a mezzo stampa – sta mettendo in crisi non solo i settori dell’agricoltura, ma anche gli operatori dell’industria dello sci. Poiché le nevicate dei mesi scorsi non hanno permesso a molti impianti sciistici dell’Appennino di aprire, ecco che, notizia  di pochi giorni fa, nel reggiano qualcuno prova a chiedere all’amministrazione regionale dell’Emilia Romagna lo “stato di calamità”. La vera “calamità” sono in realtà quegli amministratori che continuano a destinare ingenti risorse pubbliche per finanziare lo sci da discesa in località che per caratteristiche orografiche non hanno prospettive di sviluppo negli anni a venire. Di questi casi ne abbiamo tre nella Provincia di Pesaro e Urbino, ma in particolare per il Monte Nerone ed il Monte Catria gli interventi di potenziamento delle stazioni sciistiche sono un vero spreco di denaro pubblico, una anacronistica visione di sviluppo dell’attività sciistica montana che provoca solo danni irreparabili e permanenti all’ambiente naturale. Invece di puntare su attività che avrebbero prospettiva di crescita e che funzionano tutto l’anno, si buttano soldi per impianti che funzioneranno al massimo qualche giorno, che non offrono lavoro stabile, che non producono ricadute economiche significative sulle aree interne. La Regione Marche non solo continua a finanziare l’assurdo ampliamento della stazione sciistica del Monte Catria, ma ha destinato 210mila euro per illuminare di notte la pista nr. 1 del Monte Nerone e per potenziare l’innevamento artificiale. A questo progetto si sono opposte le associazioni citate sopra presentando un ricorso al TAR contro la determina dell’Unione Montana Alto Metauro che lo ha autorizzato. Purtroppo il TAR ha ritenuto che non si ci sia un “pregiudizio grave ed irreparabile” per decretare in via cautelare la sospensione dei lavori. A nostro giudizio, invece, oltre all’inutilità dei nuovi interventi di potenziamento dell’attività sciistica, la valutazione del progetto è stata superficiale ed approssimativa e non ha considerato adeguatamente le gravi ricadute su mammiferi, uccelli, fra  i quali alcuni particolarmente vulnerabili come chirotteri e rapaci notturni. Inoltre le associazioni ambientaliste ritengono che l’inquinamento luminoso sarà molto elevato e visibile a notevole distanza a causa della rifrazione del manto nevoso, sempre che nevichi. Nonostante il pronunciamento sfavorevole del giudice amministrativo – concludono le associazioni – e in attesa del giudizio di merito non ci arrenderemo e attiveremo altre azioni per contrastare questo assurdo progetto, che sarà l’ennesima cattedrale nel deserto a spese della collettività.”

 

 

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