Italia Nostra

Data: 2 Gennaio 2018

Baveno, sos di Italia Nostra Verbano Cusio Ossola: “Sbagliato estendere la cava”

Gli ambientalisti: “La ferita della montagna diventerebbe insanabile” In discussione il rinnovo ventennale della concessione «La ferita sul versante del Monte Camoscio rischia di non rimarginarsi mai». E’ l’allarme che lancia la sezione Vco di Italia Nostra, che a firma del presidente Piero Vallenzasca ha presentato una serie di osservazioni alla Regione, in vista del rinnovo ventennale della concessione di miniera per la cava Seula. L’area è quella ben visibile da tutto il Golfo Borromeo sopra Baveno, dove sul Monte Camoscio da secoli viene prelevato il granito rosa. Da qui è partito il materiale per edifici come l’Arco della pace e la Galleria Vittorio Emanuele a Milano, le colonne dell’Opèra di Parigi e oltre oceano il monumento a Cristoforo Colombo a New York.

La produzione di granito è andata scemando negli anni, anche per gli effetti della coltivazione fatta nei secoli con tecniche molto più invasive delle attuali: l’estrazione avviene oggi in una piccola porzione della montagna. All’attività di cava di granito si è così affiancata quella di miniera: il materiale prelevato sono gli sfridi, gli scarti prodotti dal prelievo plurisecolare di granito. Accumulatisi nei secoli sul versante della montagna questi pezzi di pietra vengono trattati in un apposito impianto con la frantumazione, l’essiccazione e poi l’estrazione dei feldspati, utilizzati per la produzione di piastrelle in ceramica. Secondo Italia Nostra il rinnovo della concessione ventennale rischia di rendere permanente la ferita sulla montagna: «La richiesta estensione degli scavi fino al piede del versante – secondo il presidente di Italia Nostra Piero Vallenzasca – esclude che l’attuale imponente fronte minerario possa vedere nel corso della durata della nuova concessione progressivi e significativi interventi di recupero ambientale».

«Pratica da valutare» «Il procedimento di rinnovo della concessione – replica il vice sindaco di Baveno Daniela Melfi che segue la pratica – è in una fase istruttoria gestita dalla Regione. Durante la prima conferenza di servizi sono già state esaminate le osservazioni di Italia Nostra, che vanno nella direzione già indicata dall’amministrazione comunale di un recupero ambientale progressivo con anche accorgimenti dal punto di vista della sicurezza e dell’impatto acustico in particolare per Feriolo. L’amministrazione ha sempre segnalato l’importanza del recupero progressivo dal punto di vista ambientale di pari passo con lo sfruttamento della miniera». Le cave rappresentano un po’ la storia di Baveno , che ha dato il nome al granito rosa: da alcuni anni il Comune spinge sul recupero di questa identità, investendo nel Museo del Granito e organizzando una serie di attività collaterali.

da La Stampa Novara – VCO giovedì 28 dicembre 2017

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