Italia Nostra

Data: 28 Agosto 2019

Lecce, giornata di proselitismo di soci il 28 luglio 2019 presso la chiesa di San Giacomo

I soci di Italia Nostra, sezione di Lecce, il 28 luglio, durante l’evento dell’apertura della chiesa di San Giacomo, hanno fatto azione di proselitismo verso nuovi soci, fornendo ai visitatori circa mille brochure che illustrano notizie sia sulla chiesa che sulle tele di cui edificio era dotato, illustrando anche gli scopi dell’Associazione di Italia Nostra.

L’iniziativa è stata apprezzata, tanto che si è avuto l’iscrizione di circa quindici nuovi soci presso la nostra sezione a cui sono stati consegnate la tessera di Italia Nostra ed il bollino dell’anno 2019. Si è avuto inoltre la piacevole sorpresa tra i nuovi iscritti, una ragazza di 16 anni a cui abbiamo richiesto la controfirma della madre, con i propri dati, in quanto la figlia minorenne.

L’esperienza altamente positiva, sarà ripetuta negli altri eventi che la sezione programmerà in futuro.

CENNI STORICI

Un passaggio interno metteva in comunicazione la Torre del Parco, residenza di Raimondello Orsini principe di Taranto e conte di Lecce per aver sposato la contessa Maria d’Enghien, con la cappella di San Giacomo.

Nel 1448 il figlio Giovanni Antonio Orsini ingrandì la cappella, edificando la chiesa con il convento adiacente in onore dell’apostolo San Giacomo con ” Privilegio del 20 marzo”; istituendo una grande fiera che durava all’inizio tre giorni e in seguito otto.

Il re Filippo III d’Asburgo nel 1614 assegnò ai frati conventuali Barbanti la gestione della chiesa.

Il viceré Pietro d’Aragona, essendo stata soppressa la congregazione, concesse ai PP Alcantarini la chiesa di San Giacomo e le alle altre dimore dei frati Barbanti.

Dai reggi decreti di Ferdinando IV e di Ferdinando II di Borbone, la chiesa e il convento erano di regio patronato con il titolo di ”Regio convento”.

Nel 1670 la chiesa di San Giacomo fu assegnata agli Alcantarini napoletani, insieme al convento di S. Maria delle Grazie; quattro anni dopo si creò un commissario per i due conventi in terra d’ Otranto e stabilirono che il noviziato si facesse nel convento di San Giacomo.

Il convento e la chiesa di San Giacomo si era salvato dalla soppressione napoleonica, ma non da quella italiana, e nel 1868 per decreto ministeriale dovette cedere la propria biblioteca a quella Provinciale di Lecce.

Lo stato nel 1894 utilizzò l’edificio dei frati, prima come asilo di mendicità poi come scuola agraria e caserma, e infine nel 1899 come Ospedale psichiatrico. Dopo l’abbandono dei frati del convento, la chiesa rimase chiusa al pubblico ma non al culto, poichè funzionò come cappella delle suore D’Ivrea che assistevano come infermiere i pazienti ricoverati presso il Manicomio.

Il 30 dicembre del 2003 le suore cessarono la loro attività assistenziale e la chiesa di San Giacomo fu chiusa.

  Descrizione dell’esterno

La facciata della chiesa barocca è a forma rettangolare divisa in tre ordini da cornici sagomate; nel primo vi sono quattro paraste lisce che contengono al centro il portone d’ingresso con una piccola pensilina, nella quale vi è una nicchia contenente la statua dell’Apostolo San Giacomo; ai lati due cartigli, uno solo con lo stemma degli Alcantarini.

Il secondo ordine è delimitato da due paraste nane con al centro una finestra, che dà luce alla chiesa ed alla cantoria, sormontata da un cartiglio a forma di lunetta. Il terzo contiene due ampie volute e termina con uno slanciato frontone.

Si intravede il breve campanile, costruito nel 1762 da padre Michele, dall’impronta moresca, esternamente dal piazzale antistante.

 Descrizione dell’interno

L’interno è realizzato con un impianto ad un’unica navata a croce latina. Una grande cantoria, di fronte all’altare maggiore e quattro altari seicenteschi sono ai lati insieme a due confessionali ricavati nei muri perimetrali.

Sull’ altare maggiore vi è la più grande tela della chiesa (2,60x 3,90) dedicata alla predica di San Giacomo.

Negli altri altari vi sono due tele (2,60x 2,90) di San Pasquale Baylon e Pietro d’Alcantara, mentre la tela di San Giuseppe con il Banbino (1,40×1,20) è di Luca Giordano.

Il pavimento maiolicato della chiesa è della metà dell’ottocento.

(il Presidente Mario Maestoso)

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