Italia Nostra

Data: 5 Marzo 2020

Serra de’ Conti, Italia Nostra rivolge un appello al comune per salvaguardare la memoria storica delle antiche fonti

Serra de’ Conti: Italia Nostra rivolge un appello a mezzo stampa alle istituzioni affinche’ siano salvaguardate le antiche fonti, simbolo di un’intera comunità. Con uno scritto che qui si riporta integralmente, la sezione di Senigallia ha inteso divulgare le caratteristiche architettoniche e storiche del complesso che giace in stato di precario abbandono. Il testo, enucleando le particolarità e gli eventi che hanno riguardato la storia di questa struttura, rivolge un accorato appello alle istituzioni affinché essa sia salvaguardata.

“Lungo la strada che dalla frazione Osteria conduce a Serra de’ Conti, all’incrocio della provinciale per Castiglioni, sorge una antica fonte affiancata da un lavatoio coperto. La parte più antica è la fonte costituita da un arco porticato addossato ad un poggio, sulla cui parete si apre da sempre una sorgente d’acqua, ora incanalata in un serbatoio con relativa cannella. La costruzione, denominata le Fonti Vecchie, risale al ‘700 e tutto il complesso è rimasto in funzione a lungo per la costante disponibilità di acqua, anche dopo la costruzione di un nuovo lavatoio più vicino al paese agli inizi del ‘900. Era una sorgente perenne e forniva acqua fresca e di ottima qualità anche durante la stagione estiva, tanto che era usanza ancora negli anni ’50 recarvisi a prelevare acqua per uso potabile. Non faceva mancare mai la sua acqua nemmeno d’estate e generazioni di donne vi si sono recate per fare il bucato. Ricordano le memorie paesane del primo ‘900 che prima dell’installazione delle cannelle in paese, la fonte costituiva per le giovani del paese un’occasione per incontrare i propri “spasimanti” con il pretesto di andare a riempire la brocca. A partire dagli anni ’60 però, con la diffusione dei concimi chimici e dei diserbanti, la fonte ha perso la potabilità e progressivamente anche la funzione di lavatoio pubblico, anche se ha continuato a fornire acqua per uso non potabile, vuoi per irrigare gli orti, vuoi per lavare occasionalmente qualche mezzo di trasporto. Ma con il venir meno dell’utilità è venuta meno anche la manutenzione e con il tempo l’arco centrale, il più antico e addossato alla collina, si è dissestato, minacciato dalle radici della vegetazione soprastante: l’intonaco a riquadri bianchi e rossi è scomparso, i pilastrini in mattoni che fiancheggiano la cannella ancora fino a pochi anni fa risultavano corrosi e danneggiati dall’umidità e il tutto era stato invaso dalle concrezioni calcaree dell’acqua che filtrava un po’ ovunque. Già nel settembre 1989 l’Archeoclub di Serra de’ Conti rivolgeva un appello all’Amministrazione Comunale perché questo monumento caro alla storia e agli affetti della comunità fosse messo in sicurezza. L’appello rimase allora inascoltato. Passati un po’ d’anni, un gruppo di volonterosi riproponeva il problema e con il consenso della passata Amministrazione Comunale prendeva l’iniziativa di ripulire e rimettere in funzione la struttura, provvedendo ad eliminare le concrezioni calcaree, a riaprire l’alimentazione delle vasche e soprattutto a restaurare il fronte in mattoni della fonte, ripristinando almeno in parte il suo aspetto originario. Nel 2016 però le condizioni precarie della struttura si sono aggravate per effetto del terremoto ed è stato giocoforza metterla in sicurezza e il tutto è rimasto nelle condizioni che si possono vedere dalle foto accluse. Nel frattempo è stato elaborato un progetto di restauro da parte della passata Amministrazione e approvato dalla Sovrintendenza con l’intenzione di intervenire in tempi ragionevoli. Cambiata però l’Amministrazione Comunale, il percorso per il restauro sembra al momento interrotto, forse per mancanza di risorse, Ma il problema delle risorse non rappresenta un ostacolo insuperabile. Perciò ora l’Associazione Italia Nostra torna a rivolgere un appello alla presente Amministrazione Comunale, perché riprenda l’iniziativa per salvaguardare questo che è un monumento e un bene culturale vero e proprio, non tanto per il suo valore architettonico, quanto per il suo significato di memoria storica della comunità e testimonianza di momenti e aspetti passati della vita collettiva. Inoltre non va sottolineata la sua funzione di preziosa riserva d’acqua per usi non alimentari da preservare per i tempi futuri.”

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