La prof.ssa Pina Cannizzo, storica dell’Arte e componente del Direttivo di Sezione, ha presentato a soci ed amici il Museo “Andersen” di Roma, piccola ma interessante realtà museale, frutto di una delle tante donazioni liberali di artisti stranieri, amanti del Bel Paese.
H. C. Andersen, nato a Bergen (Norvegia) nel 1872, emigrato negli USA, conclusi gli studi intraprende il viaggio di formazione in Europa, come al tempo era in uso, e nel 1897 si stabilisce a Roma dove rimarrà fino al 1940, anno della morte. Egli destina allo Stato italiano la proprietà dell’abitazione-studio con tutta la dotazione di arredi, opere d’Arte, documenti d’archivio, fotografie e libri custoditi all’interno che, alla morte di Lucia, sorella adottiva dell’Artista usufruttuaria del lascito, passeranno sotto la giurisdizione della Galleria d’Arte Moderna a cui è affidata la tutela del palazzetto e delle raccolte.
L’edificio, sito al civico 18 di Via Mancini, fu costruito tra il 1922 e il 1925 su disegno dello stesso Andersen. La tipologia è quella propria di “palazzina con annesso studio di scultura”. Il prospetto, decorato in stile neo-rinascimentale arricchito da motivi simbolici, costituisce un elemento interessante nel panorama dell’architettura romana del tempo. Al piano-terra si trovano lo Studio, dove l’Artista disegnava e modellava le imponenti sculture, e la Galleria, sala di rappresentanza dove venivano mostrate ai visitatori le opere finite.
La collezione artistica comprende oltre 200 sculture di cui 40 di grandi dimensioni, parte in bronzo e parte in gesso, oltre 200 dipinti e circa 300 opere grafiche. Le sculture affrontano temi quali: l’Amore, la Maternità , l’Intelletto trionfante sulla forza bruta, la Fisicità del corpo umano, tutta statuaria allegorica destinata a decorare l’utopica, grandiosa “Città Mondiale”, concepita da Andersen come Centro Internazionale di elaborazione intellettuale nel campo delle arti, delle scienze, del pensiero filosofico e di quello religioso. Di essa restano i grandi disegni esposti nella Galleria ed il plastico “in scala”.
I due grandi atelier del pianterreno, lo Studio e la Galleria, sono tornati ad essere luminoso scenario per le monumentali opere dell’Artista che
lì possono essere ammirare in tutto il loro splendore. Tra le sculture più ammirate si annovera ” l’Angelo della vita ” (v. foto), quasi una sfida alle leggi della Statica. Fu eseguita per la sepoltura dell’amatissimo fratello scomparso prematuramente. Destinata in un primo momento ad essere collocata nel Cimitero di Boston e successivamente all’Acattolico di Roma, dopo una serie di trasferimenti e restauri è ora custodita nel Museo di via Mancini.
Liliana Gissara – VP Sezione di Siracusa