“Le saline di Augusta, riconosciute dalla Comunità Europea come area protetta “Rete Natura 2000”, un tempo erano fonte di sostentamento per gli abitanti della città. Per molti anni hanno rappresentato una delle principali risorse economiche. E adesso? E’ rimasto davvero poco di quella ricchezza: non c’è tutela, non c’è rispetto, non c’è valorizzazione di ciò che è rimasto. La flora e la fauna vivono in un habitat disagiato, adattandosi con difficoltà alle condizioni esistenti“. Così la presidente della sezione di Augusta dell’associazione nazionale Italia Nostra Jessica Di Venuta, convinta che basterebbe poco per riportare le saline allo splendore di un tempo.
Con La realizzazione, infatti, del nuovo lungomare sono stati chiusi gli antichi canali, e le bocche di mare che permettevano l’ingresso dell’acqua marina nei pantani. “Questi antichi canali erano parte integrante e fondamentale della struttura delle saline rimasti immutati per centinaia di anni, la loro funzione era quella di permettere l’ingresso dell’acqua marina durante le maree – spiega -. La realizzazione di nuovi canali ha alterato drasticamente gli equilibri ambientali in tutta l’area della Salina anche a causa del fenomeno di insabbiamento degli stessi, in questo modo si pregiudica lo scambio col mare nella stagione secca e porta a un eccessivo innalzamento del livello dell’acqua nella stagione umida. Tutto ciò ha portato alla ridotta presenza degli abituali frequentatori dell’area durante il periodo invernale, ovvero folaghe, moriglioni e mestoloni“.