Italia Nostra

Data: 26 Novembre 2022

Le “Muse inquietanti” nel Pianeta ammalato

I due ambientalisti dell’associazione Just Stop Oil che lo scorso 30 giugno, durante una delle prime clamorose proteste nei musei, si erano incollati ai Peschi in fiore di Vincent van Gogh alla Courtauld Gallery di Londra, sono stati giudicati colpevoli di danneggiamento a beni culturali dal giudice distrettuale di Westminster, Neeta Minhas, come riporta il Guardian. Emily Brocklebanck, 24 anni, e Louis McKechnie, 22 anni, hanno procurato un danno di duemila sterline alla cornice settecentesca dell’opera (più antica dello stesso dipinto). Il danno è stato giudicato permanente dal tribunale di Westminster. Arrivano, dunque, i primi provvedimenti per gli attivisti ambientalisti che si incollano ai quadri nei musei o gettano cibo contro le opere. 

In Italia, in risposta alle clamorose azioni di protesta da parte di ecologisti/ambientalisti all’interno dei musei del Belpaese, il neoministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha annunciato interventi immediati a tutela delle opere d’arte. Egli pensa di applicare una copertura in vetro per i quadri che ne sono ancora sprovvisti e di un rafforzamento dei livelli di vigilanza nei musei. Che dire? Ci pare che il ministro Sangiuliano non abbia ben ragionato sull’opportunità e l’applicabilità di tali soluzioni all’entità del patrimonio italiano: innumerevoli, infatti, sono le opere pittoriche attualmente senza copertura – per non parlare delle migliaia di chilometri quadrati di affresco che si estendono ovunque nella nostra penisola –, mentre le azioni dimostrative si sono concentrate esattamente su quelle protette da vetro (nel caso di dipinti), sui loro supporti (in caso di sculture), o hanno coinvolto l’uso di materiali reversibili come la farina (nell’ultimo episodio a Milano). C’è da aggiungere, inoltre, che in Italia gli allestimenti espositivi soffrono già troppo spesso di un livello tecnologico non abbastanza raffinato da consentire ai visitatori una godibile fruizione dell’opera. 

 

Di tutt’altro segno le riflessioni arrivate da uno dei soggetti più importanti e prestigiosi in campo museale: l’ICOM – International Council of Museums (la principale organizzazione internazionale non governativa in rappresentanza dei musei e dei suoi professionisti) ha infatti pubblicato un comunicato sulle proteste degli attivisti climatici, nel quale dichiara esplicitamente di riconoscere e condividere la preoccupazione di questi ultimi sulla “catastrofe ambientale che minaccia la Terra”, e di considerare la scelta dei musei quale luogo per la protesta come “una dimostrazione del loro potere simbolico e della loro rilevanza nella discussione sull’emergenza climatica”. Nel comunicato, inoltre, ICOM ha ribadito l’alto ruolo sociale e comunitario dei musei nell’avvio e nel sostegno di azioni volte alla sensibilizzazione e all’educazione di chi li frequenta e, pur dichiarandosi consapevole “dell’impatto che le manifestazioni potrebbero avere sul lavoro dei professionisti museali e dei volontari che si adoperano per proteggere e promuovere i preziosi oggetti del patrimonio”, ha aggiunto che “per raggiungere il loro pieno potenziale di trasformazione per uno sviluppo sostenibile, ICOM desidera che i musei siano visti come alleati nell’affrontare la minaccia comune del cambiamento climatico” e che venga tenuta fermamente presente “la necessità di un’azione coraggiosa per ridurre le emissioni di carbonio e mitigare il riscaldamento globale. Il cambiamento climatico rappresenta una minaccia crescente per il patrimonio culturale (sia tangibile sia immateriale), per i musei stessi e le loro collezioni, che va dai disastri naturali alle crescenti difficoltà nel mantenere le condizioni di conservazione a causa di condizioni meteorologiche estreme”. Infine, ricordando la sua Risoluzione n. 1 sulla sostenibilità e l’attuazione dell’Agenda 2030, Trasformare il nostro mondo (Kyoto, 2019), ICOM ha ribadito che tutti i musei devono onorare un impegno cruciale nel plasmare e creare un futuro sostenibile: “La società civile è un attore chiave nell’azione per il clima: da ONG, reti e attivisti a istituzioni culturali e musei. Dobbiamo agire per il nostro pianeta collettivamente e uniti, perché non esiste soluzione climatica senza trasformare il nostro mondo”. 

 

A questo inaspettato e deciso gesto di sostegno, gli attivisti di Ultima Generazione hanno risposto ricordando l’illuminante definizione ufficiale di “museo” approvata il 24 agosto 2022 nell’ambito dell’Assemblea Generale Straordinaria di ICOM a Praga: “Il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società […]. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano eticamente e professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze”. Aggiungendo: “Vogliamo essere la comunità al servizio della società che partecipa attivamente alla riflessione e alla creazione di una cultura contemporanea e, in quanto tale, allarmata, attiva e in lotta per il proprio futuro. L’auspicio è che la cultura, oggi, non corrisponda a un impolverato trono di valori e significati da guardare da lontano, da rispettare con riguardo timoroso; c’è un intero sistema sociale, economico, e politico da cambiare, e i valori, la cultura, sono i primi elementi da scardinare, per porne di nuovi che siano fondamenta solide. Le nostre fondamenta sono il valore della sopravvivenza e la speranza in un futuro ancora possibile, la fiducia nel raziocinio dell’uomo, già autore di grandi cose, quali anche le opere d’arte protagoniste delle azioni dimostrative”. 

 

Ma segnaliamo anche una nota condivisa e pubblicata in più lingue, resa pubblica dai direttori dei musei di ogni parte del mondo: “Nelle ultime settimane ci sono stati diversi attacchi alle opere d’arte nei musei internazionali. Gli attivisti responsabili sottovalutano la fragilità di queste opere insostituibili del patrimonio culturale mondiale, che devono essere preservate. In quanto direttori e direttori di musei responsabili delle opere, la pericolosità di questa situazione ci ha scosso profondamente. I musei sono luoghi in cui persone con background diversi possono entrare in dialogo e quindi attivare il dibattito nella società. In questo senso, i compiti centrali del museo come istituzione (raccogliere, ricercare, condividere e preservare) sono oggi più che mai rilevanti. Continuiamo a occuparci fin da subito dell’accesso ai beni culturali e manterremo il museo uno spazio libero di comunicazione sociale”. 

 

Infine, la nota diffusa dal presidente nazionale di Italia Nostra – facente funzione – Edoardo Croci: “Come la storia ci insegna, il patrimonio culturale è spesso minacciato da attacchi e distruzioni dovuti alla guerra e al vandalismo. Basti guardare quello che sta succedendo in terra di Ucraina. Ma che a oltraggiare il patrimonio siano, adesso, organizzazioni che si definiscono “ambientaliste” è particolarmente odioso per un’associazione come Italia Nostra. Per questo, siamo preoccupati dai recenti, intollerabili episodi che hanno visto alcuni tra i più importanti musei del nostro Paese subire plateali offese. Come sottolineato dal neoministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, questi attacchi impongono protezioni rinforzate e questo comporterà un aggravio di costi per la collettività. Italia Nostra concorda con il ministro Sangiuliano quando definisce queste azioni “violenza insensata e gratuita”: non c’è nulla di ambientalista nell’imbrattare opere d’arte importanti. C’è invece un uso strumentale del patrimonio artistico per ottenere visibilità, utilizzando metodi e pratiche inaccettabili per chiunque si impegni come volontario nella difesa del bene comune. Pertanto, in nome del comune impegno per l’ambiente, Italia Nostra lancia un appello alle organizzazioni tutte, affinché adottino modalità di lotta più rispettose dell’interesse generale e del patrimonio culturale.” 

 

Il dibattito in corso ovviamente continua, così come prevedibilmente continueranno le clamorose proteste degli attivisti ambientalisti in quelli che furono i “luoghi sacri delle Muse. Nel mentre, la febbre del Pianeta cresce inesorabilmente.    

 

Prof. Leandro Janni, presidente di Italia Nostra Sicilia 

 

foto: Di NASA/Apollo 17 crew; taken by either Harrison Schmitt or Ron Evans – http://tothemoon.ser.asu.edu/gallery/Apollo/17/Hasselblad%20500EL%2070%20mm https://www.flickr.com/photos/projectapolloarchive/21081863984/, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=114976945

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