Italia Nostra

Data: 20 Dicembre 2011

Liberato dalle impalcature metalliche il Tempio C di Selinunte

Noi di Italia Nostra, lo scorso anno, lo inserimmo immediatamente nella “Lista rossa” dei monumenti da salvare: il tempio C di Selinunte (periptero dorico databile al 560-550 a.C., uno dei più antichi templi siciliani dopo l’Apollonion di Siracusa), insieme al tempio E (periptero proto-classico databile al periodo 470-460 a.C.).

Il primo, nel 1926, è stato oggetto di un restauro con anastilosi parziale dell’ambulacro nord della peristasi, e di un secondo restauro negli anni 1979-1980: a quest’ultimo intervento risalgono imperniature in ferro immesse nei sommoscapi di alcuni capitelli, che hanno causato profonde fessurazioni e gravi perdite dell’originaria materia lapidea. Il tempio E, invece, il famoso Heraion da cui proviene il ciclo di metope in stile severo conservate al Museo Archeologico Regionale di Palermo, è stato oggetto, alla fine degli anni Cinquanta, di un restauro con anastilosi totale. Di recente sono stati osservati distacchi di frammenti di cemento dall’epistilio del fronte occidentale e nell’ambulacro settentrionale della peristasi, che hanno costretto la direzione del Parco archeologico a chiudere l’opistodomo del tempio. Per gli interventi su entrambi i templi sono stati predisposti progetti proposti al finanziamento su fondi europei: P.O. FESR 2007/2013, asse 3, misura 3.1.1.4. Per il tempio C, ingabbiato da oltre un decennio in un ponteggio di sicurezza, è stata predisposta una perizia di somma urgenza, che attende di essere approvata dalla Soprintendenza di Trapani.

Questo lo stato delle cose un anno fa, quando furono stanziati 180 mila euro, resi disponibili dalla Protezione civile siciliana, per un primo intervento sul colonnato del tempio C. Il nostro auspicio è che presto venga finanziato, con risorse europee, il complesso progetto di “restauro del restauro” dei templi C ed E.

Adesso (dicembre 2011), dopo dodici anni, sono stati smontati i ponteggi che igabbiavano il tempio C di Selinunte. Dunque, torna finalmente visibile uno dei templi meglio conservati e tra i più imponenti. Il tempio dedicato ad Apollo.

“Le impalcature sono state smontate, vogliamo dare un segnale di attenzione per luoghi così importanti. Il Parco ha la sua autonomia, sempre più auspicabile, per riuscire a risolvere velocemente le questioni che lo riguardano”, afferma l’assessore regionale dei Beni Culturali Sebastiano Missineo. La dott. Caterina Greco, responsabile del Parco archeologico di Selinunte, descrive gli interventi effettuati: “Rimosse le impalcature, sono stati condotti recuperi sul colonnato nord del tempio C, specialmente su due capitelli per i quali erano necessari interventi di somma urgenza. Il degrado era dovuto all’esposizione ad agenti atmosferici, ma soprattutto ai pregressi interventi di restauro, che non avevano fatto altro che aggravare la situazione”. Nel 1926, l’intervento di Valenti, infatti, pose in opera delle strutture di ferro, alle quali successivamente, tra gli anni Settanta e Ottanta si aggiunsero le barre di acciaio inox collocate all’interno delle colonne.

Aggiunge la dott. Greco: “Eliminati i ferri arrugginiti, sistemate le parti mancanti e le lacune evidenti, le parti in inox sono state celate con tappi di graniglia bianca legate a resina. Le strutture sono caratterizzate da totale reversibilità, conservando quanto presente senza porre in atto soluzioni che potrebbero limitare scelte future.  E comunque, accantonate, almeno per il momento, le polemiche sulla ricostruzione del tempio G, progetto che ha scatenato commenti negativi da parte di studiosi ed esperti, nel frattempo si è pensato a nuovi finanziamenti, con un progetto sul Po Fesr per i templi C e E, per un importo di 2.685.000 euro. I nuovi lavori che prenderanno il via il prossimo anno, la cui durata prevista è di due anni, vedrà la presenza di nuovi ponteggi, che però questa volta, saranno resi fruibili al pubblico. Faremo visite a cantiere aperto e ponteggi agibili per i turisti, per poter vedere i capitelli e le colonne da vicino, da una prospettiva totalmente inedita. E per poter ammirare un paesaggio che dall’alto è straordinario”.

Leandro Janni

Consigliere nazionale di Italia Nostra

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