Italia Nostra

Data: 28 Maggio 2011

Un nuovo maxi stabilimento ad Avenza di Carrara…

La Società General Eletric-Nuovo Pignone sta allestendo un nuovo maxi stabilimento in Viale Zaccagna ad Avenza di Carrara. Le produzioni future di questa fabbrica sono ancora un enigma. Sappiamo che la Società ha richiesto un massiccio rifornimento di gas metano – per ben 50.000 metri cubi l’ora – ma anche di energia elettrica, pari a 100 MW (che corrisponde a 100 milioni di Watt). A cosa serva tutta questa potenza energetica, nessuno ancora lo sa.

Ora, quando si bruciano spropositati quantitativi di gas, come vuol fare la società in questione, occorre anche molta acqua per raffreddare gli impianti; giornalmente ne sono necessari milioni di litri. L’acqua di falda non può essere utilizzata perché quella che fu la Zona Industriale risulta ancora inquinata da veleni di ogni genere. Ciò è dimostrato dalla “bonifica” che si tenta ormai di completare presso lo stabilimento ex Rumianca, dove l’attività di disinquinamento dura da decenni e non è ancora stata completata. Non ci risulta che nel vasto sito oggi occupato dalla General Eletric-Nuovo Pignone, anch’esso inquinatissimo, la suddetta bonifica sia stata effettuata.

Tutta quest’acqua, necessaria per il raffreddamento degli impianti, quindi caldissima, da qualche parte andrà pur scaricata. Sicuramente, come presumiamo, non in mare, perché il calore dell’acqua comporterà un grave inquinamento termico, se è vero, com’è noto, che l’acqua calda si mescola male con quella fredda, provocando brutali variazioni di temperatura, micidiali per la vita della flora e fauna marina.

Nonostante che la direzione della Società sia stata più volte sollecitata ad illustrare le produzioni e le lavorazioni che verranno effettuate in questo suo nuovo stabilimento… non risponde, trincerandosi nel silenzio. Ma se davvero tutto sarà fatto nel rispetto “sacrale” dell’ambiente e della salute dei cittadini, non comprendiamo la ragione di tale imbarazzante atteggiamento. I suoi dirigenti dovrebbero sapere che quando si intraprendono tali nuove iniziative industriali è doveroso e fondamentale coinvolgere la cittadinanza, informandola correttamente circa quello che si intende produrre, le relative necessità energetiche, i termini dell’impatto ambientale etc. Altro che snobbare la cittadinanza. Solo così si può creare l’auspicabile intesa e l’armonia necessaria tra fabbrica e popolazione.

Non aprirsi e non dialogare, al contrario, ingenera il sospetto che in quello stabilimento saranno eseguite lavorazioni insalubri e molto impattanti, sia per la qualità ambientale e sia per la salute delle maestranze impiegate e della popolazione.

ITALIA NOSTRA

Sezione Apuo-Lunense “Luigi Biso”

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