Italia Nostra

Data: 27 Aprile 2018

Gran successo per la conferenza sulle cave di Massa “Cave e Ambiente”

Si è svolta ieri, giovedì 18 aprile nella Sala della Resistenza la programmata conferenza sulle cave di Massa “Cave e Ambiente” un problema che ci riguarda a cura della prof. Franca Leverotti. L’iniziativa ha registrando un grande successo di partecipazione infatti la sala era gremita di ambientalisti ed anche di amministratori-politici e operatori del marmo.

Italia Nostra Sezione di Massa-Montignoso  a nome e per conto anche delle associazioni CAI, GRIG, Legambiente a seguito della presentazione da parte  del Presidente Bruno Giampaoli e dei soci  Imo Furfori e Franca Leverotti, delle criticità delle cave di Massa chiede a questa Amministrazione e alla futura PRIORITARIAMENTE  di:

  • riportare in seno al Consiglio Comunale la materia cave
  • discutere in Consiglio Comunale il progetto del monte Beneo
  • potenziare l’ufficio cave con personale adeguato e in particolare geologi
  • fare sopralluoghi frequenti e regolari alle cave e misurare alla fine del piano estrattivo il quantitativo realmente estratto, da confrontare anche con i dati alla pesa, per evitare danno erariale
  • differenziare per qualità di marmo la tassa alla pesa, sempre per evitare danno erariale
  • riguardo alle specifiche cave chiede:

 a) la CADUCAZIONE delle cave BIAGI e PIASTRAMARINA (inattive da anni); VALSORA dismessa senza la preventiva autorizzazione del Comune; Breccia Capraia: per la normativa regionale non si può scavare marmo storico.

b) la caducazione di cava Lavagnina per la situazione di pericolo che riguarda l’abitato di Casette alla fine del piano estrattivo (irritualmente prolungato di due anni e non di uno solo)

c) il ripristino di cava Madielle esteso a TUTTE  le aree in cui sono state compiute difformità

d) il ridimensionamento del progetto estrattivo di Valsora Palazzolo che interferisce con una via di lizza storica (invariante strutturale), anche proprietà privata.

Si augura che l’Amministrazione voglia far valere nelle sedi opportune i suoi diritti relativamente al mappale di 30.000 mq di terreno comunale dove insiste il rifugio Aronte. Dopo l’intervento del 2013 del Dirigente richiedente la recognitio in dominum alla Ditta, qualunque ulteriore temporeggiamento si configura come appropriazione indebita.

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