La fascia costiera delle pinete è un sistema ecologico costruito dall’uomo, nato con funzioni protettive e produttive. Con il tempo è divenuto un importante elemento storico, culturale e paesaggistico, cosicché Il sistema ecologico si è evoluto fino a presentare aspetti di naturalità. In Italia due sono le grandi pinete costiere superstiti. Quelle di Comacchio e quelle toscano–laziali della fascia costiera della Maremma.
Siamo oggi di fronte ad elementi di instabilità strutturale ed ecologica delle pinete costiere. Il negligente abbandono nella cura delle pinete sta creando situazioni più favorevoli al reinsediamento di quella che è la tipica comunità biotica vegetale di questi ambienti, ricreando la foresta planiziale. Il sottobosco si è arricchito di latifoglie, quali il leccio e la roverella, pronte ad approfittare della futura scomparsa del pino domestico per insediarsi nella struttura vegetazionale. Riprendere la cura delle pinete costiere presupporrebbe rinnovare la piantumazione del pino domestico che richiederebbe interventi drastici, come il taglio a raso dell’esistente. Non si deve poi dimenticare che le situazioni monocolturali sono assai più instabili, sia nei confronti dei fattori avversi di natura biotica, come i parassiti, sia di natura abiotica, come gli schianti e gli incendi. La pineta rappresenta tuttavia un importante elemento paesaggistico e culturale, e sono ampiamente plausibili le ragioni a favore di un suo mantenimento.
Cosa fare quindi? Rinnovare la pineta con tagli a raso, assai discutibili da un punto di vista ecologico e paesaggistico, ed aspettare la nuova pineta tra almeno 50 anni, o favorire lentamente e gradualmente, con interventi continui e moderati, il passaggio ad una foresta planiziale? La risposta può essere politica, ma deve essere per lo più basata su valide fondamenta tecniche e scientifiche… (continua a leggere la scheda)