Italia Nostra

Data: 24 Settembre 2012

Toscana: una riflessione sui Parchi e le aree protette

Documento del Consiglio Regionale della Toscana di Italia Nostra

La campagna di Italia Nostra sui “Paesaggi Sensibili – I Parchi” permette di evidenziare i rischi e i problemi che incombono sui grandi “polmoni verdi” costituiti dai Parchi e dalle Aree Protette. Il progetto, infatti, coglie un problema reale e attuale: il continuo depotenziamento dei Parchi e delle aree protette, e il conseguente svuotamento delle loro potenzialità nella gestione delle risorse territoriali, svuotamento provocato, per usare un eufemismo, dalle “disattenzioni” che da tempo si sono manifestate nei diversi livelli istituzionali (e all’interno dei diversi schieramenti politici) per l’ambiente, il territorio, i beni culturali e il paesaggio.

Anche in Toscana si è chiusa una stagione – o, con un po’ di ottimismo, vorremmo dire: interrotta – quella degli anni ‘70/’80, che, anche per iniziativa delle Regioni, ha avuto attenzione e interesse per l’individuazione di aree caratterizzate dalla presenza di valori paesaggistici, storico-artistici e ambientali, cioè di un “sistema” articolato e diffuso di “aree protette” da gestire mediante specifica disciplina di tutela, che avrebbe dovuto anche orientare e indirizzare l’organizzazione e la gestione del territorio esterno ad esse.

Una stagione che ha portato a istituire molte “aree protette” e, nel 1991, alla Legge Quadro Nazionale sui Parchi e Aree Protette (L.394/91).

In Toscana questa stagione ha portato all’istituzione di 3 Parchi Nazionali (Foreste Casentinesi, Arcipelago Toscano e Appennino Tosco-Emiliano), di 3 Parchi Regionali (Uccellina/Maremma, Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, Apuane), di 3 Parchi Provinciali, di 41 Riserve Provinciali e di 48 Aree naturali protette di interesse locale (ANPIL). Un totale di 98 Aree Protette istituite: un numero certamente consistente che delinea un “sistema” che interessa, in modo articolato e diffuso, l’intero ambito regionale. Ma questo sistema si è rivelato scarsamente influente sui processi della gestione delle risorse territoriali e ambientali e, sempre di più, si è configurato come un sistema che subisce lo sviluppo che si manifesta nelle aree ad esso contermini anziché essere propulsivo e propositivo nei confronti delle aree stesse. Questa situazione ha portato questo “sistema” a contraddire così una delle funzioni primarie dei parchi e delle aree protette: quella di aprirsi all’esterno per orientare, positivamente, l’organizzazione del territorio contermine, sia esso rurale che urbano. Le “aree protette” e, in particolare, i parchi anziché aprirsi all’esterno si sono sempre più chiusi in se stessi con un progressivo svuotamento del loro ruolo… (continua a leggere la scheda)

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