Italia Nostra

Data: 24 Aprile 2024

Appello dei docenti contro il ponte sullo Stretto. Sì alla collaborazione con Italia Nostra per i progetti di valorizzazione dello Stretto

Il Comitato Docenti No Ponte ha diramato nei giorni scorsi un appello relativo alla mobilitazione contro la realizzazione dell’opera. Il testo è stato firmato da moltissime personalità del mondo della scuola e dell’università. Tra i firmatari anche Tomaso Montanari, Salvatore Settis e Fausto Zevi.

La collaborazione con Italia Nostra

Nella riunione del 22 aprile i docenti hanno stabilito di collaborare con Italia Nostra a progetti formativi per la valorizzazione dello Stretto,  la partecipazione massiccia al sit-in del 24 aprile organizzato dagli studenti, a supporto della loro azione e  la partecipazione, come Docenti No Ponte, al corteo di Villa del 18 maggio. Per conoscere tutte le azioni del Comitato Docenti No Ponte: cliccare qui

Il testo dell’appello

La Storia chiede, ogni giorno, la parola e l’azione di ciascuno di noi. Consapevoli che il compito di educare nulla abbia a che vedere con l’addestramento, e che, al contrario, significhi “tirar fuori ciò che è dentro” affinché fiorisca e sparga semi nel mondo e per il mondo, noi docenti non possiamo tacere di fronte alla violenza dei modelli di sviluppo che ci vengono imposti.

Il modo in cui interpretiamo il nostro ruolo è quello di sostenere i nostri studenti nel leggere e affrontare la complessità, stimolando il pensiero critico; di accompagnarli in quel processo di crescita e di formazione affinché diventino persone
capaci di incidere creativamente sui processi sociali; di incoraggiare sogni, condividere valori e ideali favorendo il senso della comunità, nel rispetto reciproco, nella tolleranza e nella solidarietà.

Coerentemente con tutto questo, sentiamo il dovere etico di esprimere la nostra radicale contrarietà al progetto del ponte sullo Stretto di Messina.

  • Le ragioni sono molteplici:
    noi educhiamo ai valori della democrazia, fondata sulla sovranità popolare, ma stiamo subendo una decisione dall’alto che non tiene conto della voce dei cittadini che abitano i territori coinvolti;
  • noi ogni giorno subiamo, insieme ai nostri studenti, le carenze di un sistema che poco o nulla investe sui diritti fondamentali come l’istruzione, la sanità, la cultura, il lavoro, la casa, e assistiamo sgomenti a scelte scellerate di investimento su opere inutili se non addirittura – come nel caso del ponte – dannose;
  • noi ogni giorno subiamo, insieme ai nostri studenti, il disagio di trasporti inefficienti e infrastrutture drammaticamente carenti, e non comprendiamo come sia possibile concepire un impiego così massiccio di risorse pubbliche per una cattedrale nel deserto, la cui costruzione richiederebbe per anni lo smantellamento di un’intera città ridotta a cantiere aperto;
  • noi ci confrontiamo con i traumi e le paure di una città ferita da terremoti e alluvioni, in cui altissimo è il rischio sismico e di dissesto idrogeologico, e gruppi di potere, con colpevole irresponsabilità, vogliono impiantare sul nostro territorio fragile un’ulteriore “bomba a orologeria”;
  • noi raccontiamo le lotte per i diritti dei lavoratori e i nostri allievi subiscono, anche all’interno della scuola e dell’università, l’inganno di promesse di lavoro che fanno leva sul bisogno e che in realtà riproducono un sistema fondato sul precariato e lo sfruttamento;
  • noi spieghiamo gli effetti nefasti di un progresso tecnico assunto come fine e non come mezzo, e ci troviamo di fronte al rischio di un’opera che si rivelerebbe devastante per il territorio e per il suo ecosistema e che, inoltre, a dispetto della retorica che l’ammanta, presenta incongruenze e lacune significative che rendono legittimi i dubbi sulla sua effettiva realizzabilità, spalancando la prospettiva di un’ennesima mostruosa opera incompiuta;
  • noi educhiamo ai valori della bellezza e della cultura, mentre il ponte rappresenterebbe l’emblema di un approccio predatorio a luoghi densi di mito, di poesia e di storia, che costituiscono da sempre la nostra identità.
  • Pertanto facciamo appello a tutta la comunità educante affinché ci si assuma la responsabilità di denunciare e impedire non solo la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, ma anche e primariamente l’avvio dei cantieri, e chiediamo l’apertura degli spazi dell’istruzione e della cultura al dibattito, per non assistere passivamente alla trasformazione delle nostre vite e dei nostri spazi.

 

 
 

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