Italia Nostra

Data: 15 Febbraio 2024

Trasversale, Italia nostra Etruria: “Se necessario riprenderemo la mobilitazione”

Con stupore abbiamo appreso che nella procedura di dibattito pubblico in corso per il progetto dell’ultimo tratto della SS 675 Orte-Civitavecchia, l’Anas ha inserito nuovamente tra le alternative progettuali il tracciato verde, quello che distruggerebbe definitivamente la Valle del Mignone.

Pur non entrando per ora nello specifico tecnico della nuova procedura di progettazione e fermo restando che Italia Nostra parteciperà a tutte le sedute previste del dibattito pubblico a sostegno della protezione e della integrità della Valle del Mignone, vale qui la pena ricordare alcuni estratti della sentenza del Tar che nel 2021 annullava “il provvedimento di compatibilità ambientale del progetto preliminare, tracciato verde, della strada statale n. 675 “Umbro Laziale”, asse Orte-Civitavecchia, tratta Monte Romano est – SS 1 Aurelia. Tale provvedimento è stato emesso dopo una sentenza interpretativa richiesta dal Tar Lazio alla sesta sezione della Corte di Giustizia della Unione Europea del 16 luglio 2020. Ricordiamo quindi che la sentenza del Tar afferma principi molto rilevanti quali: “Uno Stato membro può dare corso alla realizzazione di un progetto idoneo ad incidere sulla integrità di una zona speciale di conservazione, anche nonostante il parere negativo eventualmente già espresso dall’Autorità competente, “a meno che non esista una soluzione alternativa che comporta minori inconvenienti per l’integrità della zona interessata”. Inoltre “si deve rilevare che la Commissione Via-Vas, nel parere del 20 luglio 2017, dopo aver analizzato anche l’Analisi Multicriteri, ha evidenziato che “Nella individuazione delle misure “alternative”, che precludono la realizzazione di progetti idonei a compromettere l’integrità di una zona speciale di conservazione, non si deve avere riguardo, dunque, ai costi economici, ma solo all’esistenza di eventuali misure “alternative”, che possano comportare un impatto minore sulla “integrità della zona interessata”. Il “tracciato verde”, rispetto al “tracciato viola”, è più lungo di quasi il 20%, presenta tratti con pendenza massima più elevata, necessita della realizzazione di un nuovo svincolo con la A12, “aspetto non trattato nell’analisi multicriteri”, di nuova realizzazione e fortemente impattante; inoltre presenta, complessivamente, il 62,6% in più di tratte in rilevato, il 47,5% in più di tratte in trincea, e il 1.333,6%in più di viadotti, “che sono di gran lunga le tratte di infrastrutture stradali di maggior impatto su flora, fauna e paesaggio”.

In riferimento al paesaggio, all’uso umano ed alla natura della Valle del Mignone, la Commissione VIA-VAS ha contestato che il “tracciato verde” possa apportare modifiche solo marginali, affermando invece che “l’intervento modificherà in modo sostanziale, permanente e irreversibile il paesaggio dell’area distruggendone la naturalità attuale”; la Commissione di Via_Vas ha concluso affermando “che non sia possibile elaborare eventuali prescrizioni e misure di mitigazione, come richiesto dalla Presidenza del Consiglio, per la variante progettuale costituita dal tracciato cosiddetto “verde”, per la quale è stato espresso il parere negativo di VIAS n. 2289 del 20/0172017, in quanto gli impatti ambientali che si configurano dall’analisi della documentazione fornita dal proponente sono tali da non poter essere mitigati o compensati”. La Commissione ha anche osservato che, in sostanza, le conclusioni dell’Analisi Multicriteri … “sembrerebbero ingiustamente penalizzanti per il tracciato già approvato (Tracciato Viola o Violet) rispetto al tracciato in oggetto (Tracciato Verde)”.»

In buona sostanza l’interesse pubblico può essere perseguito anche seguendo un differente tracciato (tracciato viola), che è stato già approvato e ritenuto ambientalmente compatibile. Infatti la direttiva europea Habitat (92/43/CEE) non ammette che il mero costo economico di tali misure possa essere determinante ai fini della scelta delle soluzioni alternative. Gli “imperativi motivi di interesse pubblico” giustificano la realizzazione di un’opera non assistita da valutazione ambientale favorevole, solo se non vi siano alternative possibili compatibili con l’ambiente; nel caso di specie l’alternativa esisterebbe e sarebbe costituita dal “tracciato viola”. Non vorremmo pertanto tornare indietro di molti anni, annullando tutte le evidenze dimostrate a sostegno della errata scelta della Valle del Mignone per localizzare l’ultimo tratto dell’opera. Ma se necessario riprenderemo la nostra mobilitazione.

Per leggere la news: www.civonline.it

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