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Data: 22 Marzo 2024

Tuteliamo il patrimonio paesaggistico di Cala Fetente (Diana Marina-Ostuni) 

Il neonato Libero Comitato per la difesa di Diana Marina (Ostuni-Brindisi) ha denunciato nei giorni scorsi sui canali social l’avvenuta distruzione di un’area costiera interessata da dune fossili e canneti spontanei, posta a corona circolare lungo la spiaggia grande dell’omonima località. Evidenti e recenti movimenti di terra e sabbia testimoniano il danno arrecato per mano ignota, riguardante un interessante tratto di costa, noto come Cala Fetente. Quest’ultima deve il suo toponimo alla peculiarità dell’habitat costiero, interessato dall’accumulo di Poseidonia durante i mesi invernali, producenti quel particolare odore acre, per l’appunto chiamato “fetente”.

Secondo il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale della Puglia cala Fetente ospita un Bene Paesaggistico, un BP vincolato paesaggisticamente, quindi soggetto ad esclusive azioni di TUTELA e CONSERVAZIONE. L’area infatti era preziosa per le sue testimonianze geologico-botanico-vegetazionali (dune fossili e canne lacustri) e storico-antropico-culturali (tracce d’insediamenti antichi) ivi sedimentate. E’ noto dalla letteratura scientifica che questo tratto di costa ospitava tracce antropiche di lunga frequentazione, dall’età preclassica a quella medievale, a ridosso di un’area ricca di antichi tracciati di navigazione a traino, in connessione visiva e fisica con l’adiacente insediamento fortificato di fondazione normanna (la Terra di Petrolla), rivisitato in Età Angioina (la città fortificata di Ville Neuve, ovvero Villanova) e infine Aragonese.

L’incisiva azione distruttiva compiuta in loco ha alterato la morfologia della spiaggia, con evidenti segni di movimentazione di sabbia e di estirpazione delle canne. Il cordone dunale è oramai integralmente obliterato, insieme al contesto naturale e antropico circostante, come si evince dalle due riprese fotografiche, prima e dopo l’azione distruttiva antropica.

La sezione MESSAPIA di Italia NOSTRA APS con sede in Ostuni (messapia@italianostra.org), si schiera al fianco della segnalazione compiuta dal Libero Comitato in difesa di Diana Marina e considera quanto accaduto come l’ennesimo e sacrilego atto vandalico, compiuto a danno del prezioso patrimonio paesaggistico e ambientale ostunese, lì dove ancora superstite.

MESSAPIA invoca con urgenza da parte degli organi competenti (Procura della Repubblica; Ministero dell’Ambiente; Ministero della Cultura; Segretariato regionale del Ministero della Cultura (M.I.C.)- sezione tutela del paesaggio; Soprintendenza S.A.B.A.P. del M.I.C. per le province di Brindisi e Lecce; Regione Puglia-Ufficio Ambiente e Territorio; Comune di Ostuni – Settore demanio, Settore Urbanistica e Pianificazione territoriale; Comando dei Vigili Urbani del Comune di Ostuni; Comando dei Carabinieri Forestali territoriali; Ufficio del demanio pubblico della Capitaneria di Porto) un’azione volta a Tutelare questo tratto di costa mediante il suo immediato sequestro, al fine del ripristino (per quanto possibile) dello stato dei luoghi ante devastazione ambientale e paesaggistica.

Invita contestualmente i cittadini a prendersi Cura e a Salvaguardare il patrimonio culturale e paesaggistico della località, al fine di non cancellare ulteriormente le tracce della storia.

MESSAPIA constata come il territorio sia esposto ad atti irreversibilmente dannosi verso il patrimonio paesaggistico locale; pertanto sollecita l’avvio di verifiche propedeutiche ad azioni legali da intraprendere per contrastare simili fenomeni distruttivi.

Ilaria Pecoraro

Presidente sezione Messapia

Italia Nostra
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