“A livello di singolo porto, attualmente sede di Autorità Portuale, si prevede l’esistenza di un ufficio territoriale della Autorità del Sistema Portuale (AdSP) con compiti istruttori ai fini della adozione delle deliberazioni di competenze della AdSP, di proposta con riferimento a materie di rilievo locale ma la cui competenza rimane alla AdSP e compiti amministrativi propri con riferimento a materie di rilievo secondario e puramente locale, nonché di vigilanza e controllo sotto la direzione della AdSP.”
Questo è quanto prevede il Piano nazionale della portualità e della logistica (fonte www.themeditelegraph.it) del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (quello dell’uscita ad ovest e di Incalza) pubblicato l’altro ieri: Ancona sarà accorpata alla Autorità del Sistema Portuale Nord Adriatico con Ravenna, Venezia, Trieste. Scompare quindi nel progetto del Governo l’Autorità Portuale di Ancona, scompare la autonomia anche finanziaria, scompare la progettualità della nostra AP e del suo fresco presidente Giampieri, scompare l’interlocutore voluto dagli Enti locali in favore di un unico presidente della Autorità di Sistema Portuale Nord Adriatico che sarà nominato direttamente dal Governo.
A questo punto è lecito attendersi che rallentino fortemente fino a fermarsi i progetti a favore della maggior sostenibilità delle attività portuali con il potenziamento del trasporto su ferro delle merci, sulla liberazione del Porto Storico dalle barriere, sul nuovo porto crocieristico. È stato solo un bel sogno che si infrange sulla linea centralistica del Governo nazionale? Italia Nostra chiede una risposta forte da parte degli amministratori di Ancona e delle Marche di fronte a questo nuovo attacco alla autonomia dei territori, come già avvenuto con il decreto “Sblocca Italia”.
