Oggi, intervenendo alla audizione indetta dalla 3°Commissione Consiliare della Regione Marche che tratta le tematiche ambientali, le Associazioni Ambientaliste hanno espresso il proprio parere negativo sulla proposta di legge 245 che prevede la riapertura, a tariffe scontate, della cave dismesse.
Le associazioni hanno fatto presente che prima di parlare di riaprire vecchie cave sia necessario elaborare ed approvare un nuovo piano cave che è scaduto da oltre dieci anni.
In particolare, si è fatto presente che l’attività estrattiva è altamente impattante e pertanto non sembra corretto ridurre il costo delle autorizzazioni, considerato che esso va al demanio pubblico a fronte di notevoli interessi del privato imprenditore.
Le cave dismesse, quelle precedenti la più recente normativa regionale che ha imposto il risanamento ambientale, sono andate incontro ad un processo spontaneo di rinaturalizzazione per cui oggi non c’è più nulla da risanare artificialmente.
Si è osservato inoltre che le suddette cave in passato furono realizzate spesso in zone tutelate e vincolate già allora, ed altre, in aree vincolate anche successivamente dal PPAR e dalle normative europee; spesso molte di esse erano vicine ai centri e frazioni abitate con un impatto di inquinamento ambientale e non solo paesaggistico, lamentato dalle popolazioni interessate.
Per tutte queste motivazioni si è espresso parere negativo sul testo della legge n.245 ed in particolare sull’art. 5 bis della proposta di legge.
L’ALLEANZA DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE MARCHIGIANE: CAI, Enpa, Ente Zoofilo Ecologista, Federazione Pro Natura, Gruppo di Intervento Giuridico (GRIG), Italia Nostra, Lupus In Fabula, Salviamo Il Paesaggio, Wwf.
