Italia Nostra

Data: 6 Settembre 2016

Ex Convento francescano detto “La Casermaccia” a Velletri: segnalazione per la Lista Rossa

casermaccia

 

Indirizzo/Località: tra Via San Francesco e Vicolo S. Francesco – Velletri (Roma)

Tipologia generale: architettura religiosa

Tipologia specifica: monastero

Configurazione strutturale: Convento francescano di grandi dimensioni che si sviluppa su tre piani adiacente l’ex Chiesa di San Francesco

Epoca di costruzione: si hanno notizie dell’edificio già nel XII sec.

Uso attuale: dagli anni ’50 adibito a caserma usata anche per il reclutamento del servizio di leva, attualmente è in abbandono

Uso storico: Convento medievale francescano, dopo l’unità d’Italia diventato Caserma “G. Garibaldi” (oggi conosciuto come “Casermaccia”)

Condizione giuridica: proprietà del Demanio pubblico

Segnalazione: del 6 settembre 2016 – Sezione Castelli Romani di Italia Nostra castelliromani@italianostra.org

Motivazione della scelta: Convento francescano di notevoli dimensioni che con il tempo è divenuto anche caserma dei bersaglieri. Grande edificio di tre piani è costruito sulla sommità di un rilievo, collocato al centro della città, in una posizione che gode di una vista che giunge fino al mare dove si intravede il promontorio del Circeo, visibile da un grande terrazzo. La chiesa, ad esso affiancata è di proprietà del Comune ed è stata restaurata ai tempi del Giubileo, mentre l’edificio è dello Stato ed è stato sottoposto nel tempo, sotto la cura del Ministero per i beni e le attività culturali – Direzione Generale per i beni architettonici e per il paesaggio del Lazio, nel 1987 e poi nel 2006 a tentativi di messa in sicurezza con puntellamenti vari e rattoppi delle coperture dopo una mappatura delle forme di degrado.

Nei secoli è stato un centro religioso e scuola di teologia di un certo rilievo: nel 1222 vi soggiornò San Francesco nel suo viaggio verso Napoli (si narra che operò anche due miracoli), a metà 1200 vi studiò, tra gli altri, Benedetto Caetani, noto poi come Papa Bonifacio VIII, e nel 1400 Aldo Manuzio. L’edificio ha goduto di un certo prestigio fino all’Ottocento, rappresentando un spazio importante per la città. Durante la seconda guerra fu utilizzato dalla truppe tedesche mentre la vecchia chiesa venne destinata a ricovero per gli sfollati. Venne poi adibito a caserma fino al totale abbandono.

Da decenni si parla di un intervento decisivo visti i numerosi interventi incompleti anche perché può divenire un pericolo per la sottostante Circonvallazione di Ponente: il Ministero per i beni e le attività culturali nel 2006 ha commissionato lavori di rilievo architettonico e fotografico oltre che una mappatura delle forme di degrado, ma a questi non sono seguiti interventi di vero recupero.

Per Italia Nostra i vari usi che con i secoli si sono fatti della struttura fanno pensare che sia adattabile a più d’una funzione (date le dimensioni anche a più funzioni insieme) da quella di ricettività tipo Congressi, fiere od altro, a quella di Uffici pubblici e privati, a quella di centro per manifestazioni culturali.

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