Autore segnalazione | Sezione "Carlo Tobia" dell’Aquila laquila@italianostra.org aggiornamento del 24/06/2023 |
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Data aggiornamento | 16/11/2023 |
Denominazione bene | Convento di San Giuseppe fuori le mura |
Regione | Abruzzo |
Provincia | L'Aquila |
Comune | L’Aquila |
Località | Sant’Elia |
Indirizzo | Via delle Fratte snc - 67100 L'Aquila |
Indirizzo di georeferenziazione (da Google MAPS) | 42.339510, 13.412698 |
Categoria | Beni culturali |
Categoria specialistica bene culturale | Edificio adibito al culto |
Inserire immagine | ![]() |
Descrizione immagine | L'aula della chiesa verso la facciata - foto g.c. Mauro Congeduti (ricevuta da Sezione L'Aquila) |
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Descrizione immagine | L'atrio di accesso - foto g.c. Mauro Congeduti |
Descrizione generale del bene | Il convento fu il primo stanziamento dei Cappuccini in terra abruzzese. La nuova famiglia francescana, ufficialmente riconosciuta da Clemente VII nel 1528, s'insediò all'Aquila nel 1540. L'afflato spirituale delle origini, spiccatamente orientato alla vita eremitica, indirizzò la scelta del sito della nuova fondazione su un'area rurale, esterna alla cinta muraria e, fino alla più recente contemporaneità, mai sfiorata dall'espansione urbana. A sovrintendere alla fabbrica fu inviato padre Matteo da Leonessa, alla testa di una squadra di "frati fondatori" che, fino a quando il convento non fu agibile, fu ospitata dai celestini nel vicino monastero di Collemaggio. Il convento fu modesto nelle proporzioni, semplice nell'articolazione degli spazi e austero nella decorazione. La chiesa con facciata a coronamento orizzontale sul fronte ovest, abside semicircolare e aula a navata unica, occupava il lato settentrionale del complesso ed era lunga circa 20 metri. Il convento, a pianta quadrata, si addossava al fianco destro della chiesa (sud), articolandosi in due piani sopra terra. Il piano terreno era destinato ai locali d'uso comune (cucina, refettorio, fondaco, dispensa, biblioteca, laboratorio per i fratelli laici che praticavano attività artigianali), il secondo livello alle celle dei frati. La minuscola corte era fornita di cisterna, alimentata dalle acque meteoriche. I cappuccini conseguirono un durevole radicamento nella città, influenzandone a lungo la vita spirituale, il costume, la mentalità collettiva. Oltre alla povertà dei costumi, contribuiva alla grande popolarità dei frati la presenza tra essi di illustri figure di asceti e taumaturghi, venerati già in vita come santi, di umili questuanti e di fascinosi predicatori. Tra i personaggi illustri ospitati nel convento nel corso dei secoli occorre ricordare Felice Porri da Cantalice, primo frate cappuccino ad ascendere alla gloria degli altari, e Bernardino Ochino, già vicario generale dell'ordine, in seguito passato alla riforma protestante. Tra l’ottobre e il novembre 1860 vi trovò segretamente ricetto Giuseppe Mazzini, ricercato dalla polizia sabauda. Il complesso, demanializzato dopo l’Unita d’Italia, a norma delle cosiddette leggi eversive dell’asse ecclesiastico, fu in seguito trasformato in polveriera dalle autorità militari, e oggi, dopo decenni di abbandono, è ridotto quasi allo stato di rudere, completamente invaso dalla vegetazione e parzialmente atterrato dal sisma del 2009. |
Presenza di elementi di pregio | E' conservato l’edificio chiesastico, in particolare l’area absidale, pur celata dalla vegetazione infestante. E’ interessante anche quel che resta del tetto, la cui orditura conserva alcuni presidi antisismici tipici dell’edilizia storica aquilana post sisma del 1461 (travi impalettate). Indagini archeologiche recentemente condotte nell’area hanno rivelato notevoli preesistenze, permettendo di ricostruire le dinamiche di frequentazione del sito dal periodo preromano all’Età Moderna. Scavi sistematici potrebbero quindi produrre rilevanti acquisizioni. L’inserimento ambientale del complesso architettonico, a dominio dell’agro forconese, presenta una notevolissima valenza paesaggistica. Dai cammini di ronda dell’ex polveriera si gode un panorama di straordinaria suggestione sulla valle dell’Aterno e sulle montagne di Ocre e di Bagno. |
Interesse culturale del bene (c.d. vincolo) | Sì |
Tipo interesse | Pur in assenza di specifico decreto di dichiarazione d’interesse culturale, il complesso è vincolato ope legis ai sensi dell’art. 10 del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”. |
Interesse pubblico del bene | Il bene costituisce un’importante testimonianza storica, da recuperare alla coscienza civica. Da esso provengono diverse opere d’arte, oggi conservate nel Museo Nazionale d’Abruzzo e nei depositi della Curia Arcivescovile. A lungo preclusi dalla fruizione pubblica a causa dell’utilizzo militare, i resti del convento, messi in sicurezza e opportunamente restaurati, potrebbero costituire il fulcro di una nuova area di verde pubblico, non lontana dal recente quartiere suburbano della Torretta. |
Periodo di realizzazione | Secolo XVI |
Funzione in passato | Convento dei Cappuccini e, dal periodo post unitario, polveriera dell’esercito italiano |
Elementi di rilievo dal punto di vista storico-documentale | La vicenda costruttiva e la storia del convento dalla fondazione alla soppressione post unitaria sono copiosamente documentate da fonti archivistiche e letterarie (cronisti e storici aquilani, scrittori appartenenti all’ordine dei Cappuccini) |
Sito/URL | http://www.manoscrittisangiuseppe.it/cappuccini-dabruzzo/ |
Sito/URL | http://www.fraticappuccini.it/cappucciniabruzzo/laquila.htm |
Sito/URL | https://www.laquilablog.it/laquila-nuova-provincia-per-i-cappuccini-guidati-da-un-giovanissimo-frate/ |
Riferimenti Bibliografici | FRANCESCO CIURCI, Familiari ragionamenti delli Commentarii et Annali dell’Aquila, ms. 48 della Biblioteca Regionale dell’Aquila “Salvatore Tommasi”; CLAUDIO CRISPOMONTI, Istoria del origine et fondatione della città dell’Aquila et breve raccolta di huomini illustri che per santità di vita, valor d’arme, lettere & altro l’hanno resa famosa con l’origine & arme delle famiglie nobili & discendenza de Principi che ne furono e sono signori raccolta da Claudio Crispo Monti Patrizio Aquilano, mss. 1, 1 bis e 89 della Biblioteca Regionale dell’Aquila “Salvatore Tommasi”; ANTON LUDOVICO ANTINORI, Annali, vol. XIX, Monumenti e cose varie, vol. XLVII, mss. nella Biblioteca Regionale dell’Aquila “Salvatore Tommasi”; NICOLO LODI, Storia della Diocesi Aquilana, ms. 93 della Biblioteca Regionale dell’Aquila “Salvatore Tommasi”; EMIDIO MARIANI, Memorie istoriche della città di Aquila, vol. N, Monasteri e ordini religiosi, ms. 585 della Biblioteca Regionale dell’Aquila “Salvatore Tommasi” - 1846 DOMENICO DI SANT'EUSANIO, L'Aquila santa; o sia, Vite de' santi, beati, ed altri servi insigni di Dio, o nati o morti o presentemente riposanti col corpo nella città dell'Aquila in Abruzzo, Aquila, Tipografia Gran-Sasso d'Italia - 1848 ANGELO LEOSINI, Monumenti storici artistici della città dell’Aquila e suoi contorni, Aquila, Arnaldo Forni Editore - 1868 ANGELO SIGNORINI, La diocesi di Aquila descritta e illustrata, Aquila, Stabilimento Tipografico Grossi, vol II - 1957 GIUSEPPE EQUIZI, Storia dell’Aquila e della sua diocesi, Torino, SAIE - 1968 MARIO MORETTI, Museo Nazionale d’Abruzzo nel Castello Cinquecentesco dell’Aquila, L’Aquila, L. U. Japadre Editore - 1978 RAFFAELE COLAPIETRA, L'Aquila dell'Antinori. Strutture sociali ed urbane della città nel sei e settecento, vol. I Il Seicento in Antinoriana, L'Aquila, Libreria Colacchi - 1984 RAFFAELE COLAPIETRA, Spiritualità, coscienza civile e mentalità collettiva nella storia dell’Aquila, L’Aquila, Deputazione Abruzzese di Storia Patria - 2001 LUIGI DEL VECCHIO, Fratelli Marangoni e tabernacoli lignei. Un capitolo di storia cappuccina in Abruzzo, Lanciano, Tabula Edizioni - 2011 DOMENICO DI CLEMENTE (PADRE GEREMIA), I cappuccini a L'Aquila. Note storiche, a cura di BRUNO CIPRIANI, L'Aquila, Arkhe Edizioni; EUGENIE KNIGHT, 6 aprile 2009, terremoto dell’Aquila: il recupero del dipinto ‘Madonna con Bambino, San Giuseppe, San Francesco e San Giovannino’ di Giovanni Paolo Cardone, proveniente dal museo Nazionale d’Abruzzo, in Bollettino dell’Istituto Centrale del Restauro, n. 22–23, pp. 78–95 – 2013 MAURO CONGEDUTI, La Madonna in trono con il Bambino, San Giuseppe, San Francesco d’Assisi, San Giovannino, GIOVANNI PAOLO CARDONE (scheda), in La bellezza inquieta. Arte in Abruzzo al tempo di Margherita d’Austria (catalogo della mostra, Ortona 19 aprile - 23 giugno 2013, Santo Stefano di Sessanio 27 luglio – 30 settembre 2013), a cura di LUCIA ARBACE, Torino, Allemandi, pp. 71-72; EUGENIE KNIGHT, La Madonna in trono con il Bambino, San Giuseppe, San Francesco d'Assisi, San Giovannino, GIOVANNI PAOLO CARDONE, ivi, pp. 131-133 TANIA DI PIETRO, PIERO GILENTO, ROBERTA LEUZZI, LUIGINA MELONI, Località Polveriera, in Ritrovare il tempo. Indagini archeologiche dopo il sisma. L'Aquila 2009/2019, a cura di ROSANNA TUTERI, Corfinio (AQ), MAC Edizioni, pp. 149-158 |
Stato di conservazione | Pessimo |
Descrizione dello stato di conservazione | L’edificio è ridotto allo stato di rudere, completamente invaso dalla vegetazione e parzialmente atterrato dal sisma del 2009. I resti delle onduline in eternit utilizzate per la copertura dei fabbricati al tempo della destinazione militare rendono insalubre l’intera area |
Proprietà | Soggetto pubblico |
Tipologia soggetto pubblico | Comune |
Funzione attuale del bene | Nessuna, edificio in gravi condizioni di abbandono e di degrado, ridotto allo stato di rudere |
Eventuali progetti finalizzati al recupero/riutilizzo: | Il recupero del complesso richiede i seguenti interventi:
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Eventuali proposte di riutilizzo: | La chiesa, il suo contesto e una vicina casamatta, residuo della destinazione del complesso a polveriera, sono già stati in tempi recenti oggetto dell’interesse sia del Comune che del contermine Comando Carabinieri Forestali, allo scopo di una rifunzionalizzazione dell’area. Al di là delle concrete possibilità di salvaguardare ciò che resta della chiesa e della pertinenza religiosa, preesistenze destinate solo ad essere bonificate, consolidate e ulteriormente indagate con specifici scavi, la motivazione del recupero del complesso risiede, in sintesi, nel suo interesse storico-archeologico e paesaggistico. Elementi che, nel loro insieme e in considerazione della vicinanza ad un quartiere semiperiferico della citta, costituiscono un insieme integrato di indubbio interesse pubblico, vocato in primo luogo a diventare un’area verde attrezzata. |
E’ raggiungibile da una strada? | Sì |
E’ possibile avvicinarsi? | Sì |
Indicazioni | Al momento le precarie condizioni statiche e la presenza di sostanze nocive (cemento-amianto) rendono assai rischioso e pertanto assolutamente sconsigliabile l’accesso al sito. |
E' aperto al pubblico? | No |
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